È morto a 83 anni il giornalista napoletano Luigi Necco, storico volto della trasmissione Rai '90° minuto'. Cronista di razza, ha raccontato magistralmente la Napoli del terremoto e della guerra di camorra, nel 1981 fu vittima di un attentato per aver documentato la vicinanza dell’ex presidente dell’Avellino al boss Raffaele Cutolo. Intellettuale con la passione per l’archeologia, è stato autore di più di 300 documentari, grazie alle sue ricerche è stato ritrovato il tesoro di Troia che tutti davano per perduto dopo i bombardamenti della Seconda Guerra mondiale.
Non ha mai smesso di fare il giornalista e ha continuato a svolgere la sua attività sulle Tv private locali. La sua scomparsa ci lascia addolorati, se ne va un maestro del giornalismo in Campania.
Al fratello Gianpaolo, consigliere nazionale della Fnsi e vicepresidente dell’Arga Campania, l’abbraccio affettuoso del segretario del Sindacato unitario giornalisti della Campania, Claudio Silvestri, del direttivo tutto, della presidente dell’Arga Campania, Geppina Landolfo e dei vertici della Federazione nazionale della stampa italiana.
L'esecutivo Usigrai: «A nome delle giornaliste e dei giornalisti della Rai, ci stringiamo alla sua famiglia»
Uno dei volti più noti di 90esimo Minuto. Ha raccontato l'epopea del Napoli di Maradona. Ma per Luigi Necco lo sport era quasi un passatempo, un divertimento. Era un cronista di razza, un cronista di strada. Denunciava criminalità e camorra. Di cui fu anche vittima. E poi la sua grande passione: l'archeologia, che raccontava con competenza e in maniera accessibile al grande pubblico. Al quale ha parlato, e al fianco del quale è stato, anche nella sua stagione alla guida di Mi Manda Raitre.
Amava la Rai: come lui stesso ha detto di recente nella puntata di 'Cose Nostre' a lui dedicata, il Servizio Pubblico è stato tutto per lui, è stato la sua vita.
A nome delle giornaliste e dei giornalisti della Rai, ci stringiamo alla sua famiglia.