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Lutto 21 Apr 2011

E’ morto Arcangelo Paglialunga decano vaticanista, ha raccontato 6 papi

Ha raccontato il Vaticano dalla morte di Pio XII all'elezione di Joseph Ratzinger, ha visto nascere la sala stampa vaticana, ha seguito cinque conclavi, ha tenuto un diario quotidiano sul Vaticano, di cui 42 quaderni sono dedicati al solo Wojtyla.

Ha raccontato il Vaticano dalla morte di Pio XII all'elezione di Joseph Ratzinger, ha visto nascere la sala stampa vaticana, ha seguito cinque conclavi, ha tenuto un diario quotidiano sul Vaticano, di cui 42 quaderni sono dedicati al solo Wojtyla.

Amico di Lorenzo Perosi, latinista appassionato, giornalista di rango, colto e umile come sono i maestri, uomo allegro e gentile, Arcangelo Paglialunga, che avrebbe compiuto 91 anni il prossimo 11 giugno è morto ieri a Roma per un ictus che lo ha colpito per strada intorno alle 12. Ricoverato al Santo Spirito è entrato in coma ed è morto intorno alle 17,30. I funerali si terranno domani alle 10,30 nella parrocchia dei Santi Protomartiri Romani.
Ha cominciato il mestiere di giornalista nel '56 con il ''Momento sera'', ha scritto per la ''Gazzetta del Popolo di Torino'', la ''Gazzetta'' di Bari, il ''Piccolo di Trieste'', ''Il Mattino'' di Firenze al tempo di Giorgio La Pira, la ''Sicilia'', ''Il Mattino'' di Napoli, il ''Giornale di Brescia''. È approdato al ''Gazzettino di Venezia'' subito prima dell'elezione di Giovanni XXIII, e il 16 aprile 2005, alla vigilia dell'elezione di Benedetto XVI, sul Gazzettino ha titolato ''È Ratzinger il vero favorito alla successione''.
''Quando ci fu la fumata bianca - raccontò il vaticanista all'Osservatore romano - stavo già scrivendo la sua biografia.
I colleghi mi consigliarono di fermarmi perché di lì a poco si sarebbe conosciuto il nome del nuovo papa. Io continuai imperterrito: sentivo che sarebbe stato lui. Mi davano del matto, ma non lo ero affatto''.
Con Joseph Ratzinger Paglialunga aveva instaurato un rapporto speciale. Infatti negli anni trascorsi alla Congregazione per la dottrina della fede il cardinale bavarese che sbarcò a Roma come giovanissimo teologo conciliare, aveva accettato la discreta vicinanza di Paglialunga: passava ogni mattina molto presto per piazza san Pietro, diretto all'ex Sant'Uffizio, e nella passeggiata quotidiana incontrava il vaticanista, al quale non rifiutava mai il saluto e magari un rapido scambio di opinioni sulle questioni all'ordine del giorno. Durante una di queste passeggiate, il 25 marzo del 1991, fu Paglialunga a dare in anteprima al cardinale la notizia della morte, avvenuta poche ore prima, del vescovo scismatico e scomunicato, Marcel Lefebvre. Giunto in Congregazione Ratzinger stupi' i suoi collaboratori che pensavano di comunicargli la notizia dando mostra di saperla e di essere a conoscenza anche di alcuni dettagli.
Arcangelo era una miniera di ricordi e aneddoti, raccontati sempre con precisione e umanità, dal bivacco dei giornalisti a Castel Gandolfo durante l'agonia di Pio XII, alle uscite a sorpresa di Giovanni XXIII dal Vaticano, passando per papa Montini e il Concilio, Giovanni Paolo I e il pontificato-lampo, e il lungo regno di Karol Wojtyla. Memorabile il suo racconto dell'arrivo del generale Clark in piazza San Pietro, il 5 giungo 1944. Nel cassetto lascia quei quaderni che non ha mai voluto pubblicare e, quasi pronto, un libro su don Lorenzo Perosi, amico e maestro. In sala stampa vaticana lascia un vuoto e un interrogativo: ''Ma nascono ancora persone come Arcangelo?''. (ANSA)

IL CORDOGLIO DELLA FNSI
La Federazione Nazionale della Stampa, si unisce al cordoglio per la scomparsa del decano dei vaticanisti, Arcangelo Paglialunga, testimone di sei Pontificati, figura di primo piano e di valore assoluto del giornalismo italiano. Giornalista rigoroso, stimato, credibile, lascia un patrimonio prezioso di lavoro e di testimonianza umana, professionale e morale. Ne sono eredi i famigliari, ne ottiene beneficio tutta la famiglia del giornalismo italiano. Il figlio Maurizio, giornalista e membro del Cdr del “Gazzettino di Venezia”, consigliere nazionale dell’Ordine professionale e consigliere del Sindacato dei giornalisti del Veneto, prosegue la militanza professionale di un padre grande e valoroso. A lui, alla sorella Cecilia, e ai famigliari tutti l’affetto e le più sentite condoglianze di tutti i colleghi della Federazione Nazionale della Stampa Italiana.

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