Dopo una lunga malattia, è morto Marco Pannella, storico leader dei Radicali e protagonista di tutte le più importanti battaglie civili del Paese. Nato a Teramo nel 1930, Pannella iniziò la sua carriera politica fondando, nel 1955, il partito radicale insieme a Pannunzio, Carandini e Cattani. Del 1965 la prima campagna divorzista, del 1974 la ben nota campagna per il no all'abrogazione del divorzio, nel 1975 la prima mobilitazione per la depenalizzazione delle droghe. Nel 1976 fu eletto per la prima volta come deputato alla Camera, dove fu poi rieletto nel 1979, nel 1983 e nel 1987.
Nel 1981 si schierò con convinzione per il no al referendum sull’abrogazione dell’aborto e sul finire del decennio concentrò la sua attenzione sulla lotta alla pena di morte e contro la fame nel mondo. Nel 2002, insieme all'ex docente universitario Luca Coscioni, colpito da sclerosi laterale amiotrofica, Pannella promosse l'Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica. Nel 2011 rimase per tre mesi in sciopero della fame e della sete per chiedere un'amnistia contro le condizioni dei detenuti nelle carceri italiane.
Fu anche giornalista, corrispondente de Il Giorno da Parigi, fondatore e direttore del quotidiano Liberazione. Sua anche la battaglia che portò, nel 1997, al referendum per l’abolizione dell’Ordine dei giornalisti, fallito per il mancato raggiungimento del quorum.
Con la stessa dedizione e passione di sempre, continuò a lavorare anche nei mesi più difficili della malattia, fino all’annuncio della morte dato in diretta da Radio Radicale alle 14.16 di oggi, giovedì 19 maggio 2016.
«Con Marco Pannella scompare uno dei più grandi protagonisti delle battaglie per i diritti civili e le libertà in Italia e nel mondo», lo ricordano Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti, segretario generale e presidente della Fnsi. «In questo momento di grande tristezza - dicono - ci stringiamo ai colleghi di Radio Radicale che con lui hanno condiviso le battaglie per la libertà di espressione e la libertà di informazione».