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Lutto 23 Ott 2015

È morta Vera Schiavazzi, giornalista di Repubblica. Il ricordo della Subalpina, il cordoglio della Fnsi

Lutto nel mondo del giornalismo piemontese. Ci ha lasciato Vera Schiavazzi, giornalista di repubblica, direttrice del Master in Giornalismo dell’Università di Torino. Aveva 55 anni. “Una cronista tenace e sensibile. Sindacalista, una colonna della Subalpina”, come scrive il sindacato regionale nel ricordare la collega. Anche la Federazione della Stampa italiana si associa al dolore del marito, dei figli, dei colleghi di Repubblica e dell'Associazione della Stampa subalpina. I funerali di Vera Schiavazzi saranno celebrati lunedì 26 ottobre, alle 10,30, al Tempio Valdese di Torino.

Lutto nel mondo del giornalismo piemontese. Ci ha lasciato Vera Schiavazzi, giornalista di repubblica, direttrice del Master in Giornalismo dell’Università di Torino. Aveva 55 anni. “Una cronista tenace e sensibile. Sindacalista, una colonna della Subalpina”, come scrive il sindacato regionale nel ricordare la collega. Anche la Federazione della Stampa italiana si associa al dolore del marito, dei figli, dei colleghi di Repubblica e dell'Associazione della Stampa subalpina. I funerali di Vera Schiavazzi saranno celebrati lunedì 26 ottobre, alle 10,30, al Tempio Valdese di Torino.

“È morta Vera Schiavazzi, giornalista di Repubblica, cronista tenace e sensibile, una colonna della Subalpina. Aveva 55 anni, aveva fondato il Master in Giornalismo dell’Università di Torino”. Così l’Associazione della Stampa Subalpina ricorda la collega scomparsa ieri.
“Vera. Nomen omen. Una donna vera. Una vera giornalista. Una sindacalista vera – si legge sul sito dell’Assostampa –. È morta nella serata di ieri, giovedì 22 ottobre, aveva 55 anni. Moglie di Maurizio Mancini e madre di Davide e Olga, Vera era una cronista tenace e sensibile. A giugno aveva compiuto 30 anni di iscrizione all'Albo dei giornalisti e alla Subalpina. Aveva cominciato alla Gazzetta del Popolo e continuato a Repubblica. Sottile, sagace, esperta di comunicazione, aveva affiancato Livia Turco e Sergio Chiamparino nelle loro avventure elettorali ed amministrative. Negli anni Duemila è stata l'anima e la direttrice del Master di giornalismo all'Università di Torino. E poche settimane fa era tornata in redazione a Repubblica”.
“Per la Subalpina – conclude la nota – è stata una colonna, sempre. Una mente pensante, una tessitrice di rapporti. Vera risolveva problemi, era in grado di parlamentare con tutti. Vera conosceva tutti, e il suo tocco non lasciava mai indifferenti. Ci mancherà. Ci manca già. Al marito Maurizio, ai figli Davide ed Olga, ai colleghi della redazione di Repubblica le nostre sentite condoglianze”.
Alla collega dedicano un ultimo saluto anche il segretario della Fnsi, Raffaele Lorusso, e il segretario dell'Associazione Stampa Subalpina, Stefano Tallia. 
"La morte improvvisa di Vera Schiavazzi mi addolora profondamente - dice Lorusso -. Conservo un vivo ricordo della passione con cui, alcuni mesi fa, mi parlò del Master in giornalismo dell'Università di Torino, che dirigeva con grande entusiasmo, e di alcune idee per creare sbocchi professionali per gli studenti delle scuole di giornalismo. Aveva un'idea della professione come servizio e non si stancava mai di rivolgere l'attenzione ai colleghi più in difficoltà. La sua scomparsa è una grave perdita per il giornalismo italiano: con lei viene a mancare non soltanto una professionista attenta e preparata, ma anche una protagonista di tante battaglie sindacali per la tutela della dignità e del decoro della professione. La Federazione della Stampa italiana si associa al dolore del marito, dei figli, dei colleghi di Repubblica e dell'Associazione della Stampa subalpina".
"L’ultimo scambio di mail - scrive invece Tallia - è di ieri mattina: una riflessione condivisa su come avvicinare i più giovani al sindacato, un appuntamento per parlarne ancora a quattr’occhi e trovare le parole giuste. Era così del resto da venticinque anni, da quando, giovane attivista del movimento studentesco, incontrai Vera sulle strade della protesta torinese: giornalista attenta, curiosa e interessata anche alle tante sciocchezze dicono che i ventenni quando sognano un mondo migliore. Il confronto e lo scambio con lei erano quotidiani, ancor più intensi nelle rare volte in cui ci capitava di avere opinioni divergenti. Ma non è questo ciò di cui vorrei scrivere. I ricordi di un’amicizia è giusto che restino racchiusi dentro al cuore. Fatemi parlare invece di quello che da oggi ci mancherà e del tanto lavoro che dovremo fare per rendere meno pesante la mancanza di Vera nel mondo del giornalismo piemontese. Se in molti siamo diventati giornalisti, lo dobbiamo infatti a lei, a quel suo entusiasmo nell’interpretare la professione, a quella sua voglia che ci ha spinti a non mollare anche nei momenti peggiori. A quell’idea etica e al tempo stesso libera e non dogmatica del giornalismo. A quel cercare risposte che non fossero mai scontate".
"Vera, come hanno scritto molti colleghi, è stata per lunghi anni - prosegue Tallia - una delle colonne portanti della redazione torinese di Repubblica e ha arricchito con la sua firma molte altre testate. Lo ha fatto con curiosità e scegliendo sempre le parole giuste, ma è stata anche molte altre cose. Dirigente del sindacato, donna impegnata nel politico e nel sociale,  c’è un filo rosso che ha legato la sua attività: l’essere al fianco dei più deboli e dei più giovani. Non a caso lo spazio che ha forse amato di più nella sua ricca carriera professionale è stato quello del Master di Giornalismo di Torino. Una scuola che ha fortissimamente voluto e difeso in più di dieci anni di lavoro, spesso sfidando solitudini e silenzi. E’ in quelle stanze che la sua missione per il giornalismo ha raggiunto il punto più alto. Non era una maestra con la penna rossa, Vera. Spesso, il suo modo di farci comprendere un errore, era quello di porre una domanda, quella domanda che ti costringeva a fare il passaggio successivo. Lo ha fatto decine di volte con me, lo ha fatto di certo con i suoi allievi del master. Discussioni che poi si chiedevano sempre con un sorriso, con una battuta".
"Oggi nessuno di noi ce la fa a sorridere, ma dovremo andare avanti nelle tante cose giuste che Vera ci ha insegnato. Lo dobbiamo a lei - conclude il segretario della Subalpina -, lo dobbiamo a noi, lo dobbiamo a una società e a un mondo che non dobbiamo smettere di sognare migliori. E che solo quel buon giornalismo, lontano dalle ideologie ma vicino alle persone che ci ha insegnato Vera, può aiutarci a raggiungere.
I funerali di Vera Schiavazzi saranno celebrati lunedì 26 ottobre, alle 10,30, al Tempio Valdese di Torino.

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