La leggendaria inviata di guerra Kate Webb, che ha coperto gli eventi chiave che hanno dato forma all'Asia moderna, è morta ieri a 64 anni, dopo una battaglia con il cancro. Nativa della Nuova Zelanda e educata in Australia, Webb ha lavorato con l'Agence France Press per 16 anni ed era fra i giornalisti internazionali più rispettati in Asia, fra gli anni 1960 e l'alba del nuovo millennio.
È morta pacificamente, circondata dalla famiglia e dagli amici nell'ospedale di Sydney dove ha trascorso le ultime settimane. Circa sei mesi fa le era stato diagnosticato un cancro all'intestino, che si era rapidamente diffuso. Webb, che non si era mai sposata, lascia una sorella e un fratello. La sua poderosa reputazione si è forgiata sul fronte della guerra in Vietnam, dove ha lavorato per più di sei anni per la United Press International, ed è durata per quasi 35 anni durante i quali ha coperto conflitti in tutta l'Asia, costruendosi una reputazione di reporting coraggioso, onesto e approfondito. Lei stessa fece notizia nel 1971, quando fu catturata in Cambogia e tenuta prigioniera dalle truppe nordvietnamite. Data per morta dopo che un corpo ritrovato e cremato fu creduto il suo, finì in prima pagina sui giornali e il New York Times pubblico' il suo necrologio. Dopo tre settimane però emerse dalla giungla e scrisse dei giorni trascorsi in bunker soffocanti, fra lunghe marce notturne e quasi senza cibo. Soffrì in seguito all'esperienza di un grave attacco di malaria ed è stata più volte vicino alla morte, gravemente ferita in incidente di moto in India, e brutalmente picchiata da miliziani in Afghanistan. Dopo aver coperto la caduta del regime di Suharto in Indonesia nel 1998, si era ritirata dal giornalismo nel 2001, affermando di sentirsi ''troppo vecchia per tenere il passo con il lavoro dal fronte, che è il solo che mi piaccia''. Tornata nella sua patria adottiva, si era ritirata in campagna presso il fiume Hunter, a nord di Sydney. (ANSA)