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Rai 21 Nov 2007

Duro documento dell'assemblea dei giornalisti di Saxa Rubra: "Sospendere i responsabili dei fatti emersi dalle intercettazioni telefoniche" Petruccioli: "L'azienda va tutelata"

Sospensione immediata per chi risulterà responsabile, un'azione legale collettiva nei loro confronti, l'intervento delle Autorità della concorrenza e per la comunicazione, una legge sulla Rai che metta definitivamente fuori i partiti dall'azienda: sono i punti forti del documento approvato al termine dell'assemblea dei giornalisti Rai e firmato dall'esecutivo Usigrai e dai giornalisti stessi

Sospensione immediata per chi risulterà responsabile, un'azione legale collettiva nei loro confronti, l'intervento delle Autorità della concorrenza e per la comunicazione, una legge sulla Rai che metta definitivamente fuori i partiti dall'azienda: sono i punti forti del documento approvato al termine dell'assemblea dei giornalisti Rai e firmato dall'esecutivo Usigrai e dai giornalisti stessi

''Volevano strumentalizzare - si legge nel testo - persino la notizia della morte del Papa a fini politici. Si consultavano e facevano accordi con la concorrenza anche in occasione dei risultati delle elezioni del 2005. Quello che emerge dalle intercettazioni tra dirigenti Rai e Mediaset, apparse sul quotidiano La Repubblica, è sconvolgente. Soprattutto per chi da sempre cerca di fare onestamente il proprio lavoro di informare. Le persone che risulteranno responsabili dovranno essere sospese immediatamente dai loro incarichi e siamo pronti a promuovere, nei loro confronti, un'azione legale collettiva. Contemporaneamente - prosegue il comunicato - va approvata una legge sulla Rai che metta definitivamente fuori i partiti dall'azienda. Così la pensano tutti i lavoratori del servizio pubblico radiotelevisivo, giornalisti, tecnici e dirigenti che oggi hanno preso parte all'assemblea dell'Usigrai. Chiediamo l'intervento immediato delle Autorità della concorrenza e per la comunicazione. Vi terremo informati costantemente - conclude il documento - su questa brutta storia. Intendiamo tutelare i diritti di voi utenti''. Il testo del comunicato sarà letto in apertura di tutte le pagine informative Rai. (ANSA) ''Bisogna tutelare la Rai: questo è il primo dovere di tutti coloro che hanno le maggiori responsabilità. Ma nessuno può tutelare l'azienda meglio dell'azienda stessa che non è un'entità astratta ma che è fatta di tante persone. Voi tutti lo fate per l'azienda ma anche in nome di un servizio pubblico così importante per la vita civile di questo Paese'': così il presidente del Cda della Rai Claudio Petruccioli si è espresso davanti all'assemblea dei giornalisti Rai riunita d'urgenza in seguito alle rivelazioni fatte dal quotidiano 'la Repubblica' a Saxa Rubra. Petruccioli ha ricordato le decisioni già prese stamattina: la Rai si costituirà parte lesa, cosa che permetterà di acquisire la documentazione necessaria. E sarà avviata un'indagine interna per verificare i fatti e accertare eventuali responsabilit… individuali. Il presidente ha ribadito la volontà di tutelare l'azienda, applicando in modo intransigente le leggi: ''Si è garantisti solo sulla base delle leggi''. In ogni caso c'è la volontà di andare avanti, di capire e di valutare ma Petruccioli ha insistito su un punto: ''La Rai di oggi non è ancora quella che dovrà diventare domani ma non è neanche quella di ieri. Non ci sono più zone d'ombra impenetrabili. Qui tutti sanno tutto''. ''Sono io grato a voi - ha esordito il presidente - per avermi consentito di essere presente alla vostra assemblea. Per me e' un grande privilegio ma dopo il mio intervento preferisco lasciarvi perche' non voglio rischiare di interferire. Mi fate comunque un favore perche' posso dire che gli scritti di cui abbiamo preso conoscenza mettono in causa ciascuno di noi e mette in causa l'azienda. Bisogna tutelare la Rai. E questo e' il primo dovere di tutti coloro che hanno maggiori responsabilita'''. Petruccioli si e' richiamato alla situazione del Cda, ''una situazione di grave incertezza''. Si e' appellato alle norme e alle leggi che saranno applicate in modo intransigente proprio a tutela dell'azienda ed ha sottolineato: ''Nel periodo in questione noi non c'eravamo ma il servizio e' pubblico proprio perche' viene valutato con continuita'. Noi non abbiamo aspettato di avere rivelazioni per fare mutamenti negli incarichi e abbiamo preso decisioni che sono sotto gli occhi di tutti''. E ha poi richiamato l'articolo scritto per la rivista di Emanuele Macaluso: ''Li' dico una serie di cose che credo siano giuste. Gli atti del Cda sono legittimi, quelli che abbiamo preso e quelli che prenderemo. Ma c'e' una situazione di profonda incertezza''. Una situazione che riporta in primo piano la legge Gasparri e il problema delle norme necessarie a garantire una piena autonomia all'azienda: ''E' urgente cancellare quell'obbrobrio introdotto dalla legge Gasparri per cui la diretta proprieta' delle azioni appartiene al ministero''. Norme che secondo Petruccioli sono chiaramente anticostituzionali e costituiscono una ''anomalia intollerabile''. Al termine del suo intervento, Petruccioli ha ricevuto l'applauso dei giornalisti Rai e poi ha nuovamente affrontato il tema davanti ai cronisti ribadendo: ''Si faranno i conti con le responsabilita' personali se queste verranno accertate ma sempre nel pieno e totale rispetto delle norme''. Ma e' una vicenda grave? Gli e' stato chiesto, ''E' grave quello che si puo' ventilare o immaginare. Sarebbe una cosa molto grave se si accertasse che la Rai si fosse trovata, in un periodo, ad operare in una situazione di crisi per la sua autonomia o di grave soggezione. Ma non si puo' giudicare sulla base di un articolo di giornale. Anche se questo costituisce un allarme''. Petruccioli, che all'epoca dei fatti riportati da Repubblica, era presidente della commissione di Vigilanza, ha spiegato come i compiti dell'organismo bicamerale non siano certamente quelli di inchiesta. ''Come tutti sapete - ha precisato in risposta a una domanda - la vigilanza non ha alcun potere di indagine interna all'azienda''. Infine gli e' stato chiesto cosa ne pensasse riguardo alla richiesta di dimissioni di coloro che vengono citati nelle intercettazioni telefoniche: "che qualcuno chieda le dimissioni è un fatto normale e fa parte del dibattito. Ma io non mi sento di rispondere a ipotetiche di terzo o quarto tipo". (ANSA)

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