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Internazionale 15 Gen 2009

Due operatori televisivi feriti a Gaza La Fnsi auspica una tregua e chiede alle autorità israeliane di porre fine alla violazione dei principi di una libera informazione Caso-Santoro: no a interventi censori

Un edificio dove lavorano giornalisti è stato colpito dall'esercito israeliano. Due operatori televisivi sono rimasti gravemente feriti. Ancora una volta le forze militari in campo impediscono un’informazione libera. Infuria la polemica su "Anno Zero". Fnsi e Usigrai contro ogni intervento censorio verso Michele Santoro.

Un edificio dove lavorano giornalisti è stato colpito dall'esercito israeliano. Due operatori televisivi sono rimasti gravemente feriti. Ancora una volta le forze militari in campo impediscono un’informazione libera. Infuria la polemica su "Anno Zero". Fnsi e Usigrai contro ogni intervento censorio verso Michele Santoro.

La Fnsi sostiene le iniziative della Federazione internazionale dei giornalisti (Ifj) e si associa alla protesta dell'Associazione della stampa estera in Israele, che condanna innanzitutto la politica dell'esercito israeliano di controllare le notizie degli eventi bellici. Questo si cerca di realizzare, ricordano i giornalisti in Israele, attraverso il divieto sistematico di entrare a Gaza ed anche attraverso il vero e proprio bombardamento di uffici dove lavorano. E tutto ciò avviene nonostante le assicurazioni dello stesso esercito israeliano che afferma di voler salvaguardare questi edifici. La Fnsi, nell’auspicare che si giunga al più presto ad una tregua, chiede che si ponga fine alla violazione di principi basilari dell’informazione. La Federazione Nazionale della Stampa e L'Usigrai intanto mettono in guardia dal rischio di interventi censori dopo la puntata di Annozero andata in onda venerdì sera. «Sono venti giorni - si legge in una nota congiunta - che è cominciata la guerra di Gaza. Solo ieri il tema ha potuto guadagnare lo spazio di un approfondimento di prima serata sugli schermi del servizio pubblico. Questo ci sembra il dato prevalente, rispetto alla tempesta polemica che ancora una volta si sta abbattendo su Michele Santoro. Un giornalismo talvolta urticante, il suo, che però tratta questioni che troppo spesso, e a torto, vengono ritenute inadatte al grande pubblico. Difendere il diritto a sentire in tv, ed in particolare sulla tv pubblica, anche voci fuori dal coro, non significa condividere ogni singolo passaggio di una trasmissione: suonava offensiva, ad esempio, l'insinuazione di Santoro che Lucia Annunziata cercasse di `avere crediti da qualcuno´, nel momento in cui da giornalista lei stava invece argomentando le sue critiche all'impianto della trasmissione». «Ma - argomentano la Fnsi e l'Usigrai - di fronte alla marea montante delle richieste di punizione e di chiusura, in molti casi dettate da speculazioni politiche, il sindacato dei giornalisti mette in guardia contro ogni possibile intervento censorio. Meglio una polemica in più, se nasce da una trasmissione che voglia dar conto di una tragedia in corso, anzichè la quiete ordinaria di palinsesti in cui i drammi del mondo hanno attenzione residuale: senza che questa distrazione susciti un centesimo dell'indignazione odierna». (ANSA).

@fnsisocial

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