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Fnsi 15 Lug 2010

Due giorni di sciopero a EPolis. La Fnsi: "Situazione allarmante, censura per diserzione editori"

Il Cdr di Epolis al termine dell’assemblea dei redattori dà corso alla deliberazione dello scorso 1° luglio e proclama due giorni di sciopero (oggi e domani) per denunciare l’ennesimo mancato pagamento degli stipendi e la violazione dei recenti accordi assunti dall’azienda con il comitato di redazione. Il Sindacato dei Giornalisti del Veneto appoggia l'iniziativa dei colleghi del gruppo E Polis ed è solidale con la loro protesta. Annuncia inoltre che nella giornata di venerdì 16 luglio verranno organizzate delle iniziative a livello regionale a sostegno dei colleghi per sensibilizzare l'opinione pubblica sulla vertenza.

Il Cdr di Epolis al termine dell’assemblea dei redattori dà corso alla deliberazione dello scorso 1° luglio e proclama due giorni di sciopero (oggi e domani) per denunciare l’ennesimo mancato pagamento degli stipendi e la violazione dei recenti accordi assunti dall’azienda con il comitato di redazione. Il Sindacato dei Giornalisti del Veneto appoggia l'iniziativa dei colleghi del gruppo E Polis ed è solidale con la loro protesta. Annuncia inoltre che nella giornata di venerdì 16 luglio verranno organizzate delle iniziative a livello regionale a sostegno dei colleghi per sensibilizzare l'opinione pubblica sulla vertenza.

I giornalisti di Epolis sono costretti ad assistere al quotidiano disfacimento di un’azienda dove non è più garantita, ormai da tempo, la regolare pubblicazione delle 19 edizioni, ridotte, nell’ultima settimana a non più di nove. Tale situazione di incertezza e precarietà si aggrava di giorno in giorno: spesso negli ultimi mesi i giornalisti sono stati costretti ad utilizzare mezzi di fortuna per lavorare, al punto che nelle redazione centrale neppure le pulizie dei servizi igienici sono più garantite. Di fronte a questo quadro che appare perlomeno della stessa gravità rispetto alla situazione di un anno fa, l’editore Alberto Rigotti e gli azionisti di riferimento Vincenzo Maria Greco e Vito Bonsignore, non hanno ormai da tempo dato più nessun segnale sulle loro intenzioni riguardo al futuro del giornale. Ma la cosa che più preoccupa è che all’indomani del respingimento da parte del tribunale civile di Cagliari della richiesta di omologa (ex art. 182 bis) dell’accordo con i creditori, la proprietà del giornale si è limitata ad annunciare un ricorso contro il pronunciamento del giudice, senza dar seguito a un piano in grado di fronteggiare l’emergenza che riguarda, la stampa, la distribuzione e i pagamenti dei giornalisti e di tutti i dipendenti.
il Comitato di Redazione  E Polis

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La Federazione Nazionale della Stampa comunica: “Allarma non poco la situazione del gruppo editoriale di giornali semigratuiti E Polis. Il nuovo sciopero di due giorni, proclamato dai giornalisti per denunciare il mancato pagamento degli stipendi e l’inosservanza delle nuove scadenze concordate con l’azienda, è indice di una situazione sempre più nebulosa e densa di criticità.E’ intollerabile che le figure principali dell’azionariato, personaggi come il politico imprenditore Vito Bonsignore, l’immobiliarista Vincenzo Maria Greco e l’editore Alberto Rigotti non facciano sentire le loro reali assunzioni di responsabilità sul futuro dell’azienda e delle diciannove testate che stanno rischiando di diventare fantasma in diverse città. Già da giorni infatti i giornali E Polis erano stampati solo in nove edizioni su diciannove, dopo la rinuncia degli stampatori a editarle, a causa di crediti vantati e non onorati da E Polis o per il mancato pagamento anticipato della carta necessaria. Il no all’omologa del piano di ristrutturazione dei debiti da parte del Tribunale di Cagliari, dieci giorni fa, era stato invece seguito da segnali di rassicurazione su una imminente sistemazione burocratica della pratica. E invece da allora solo silenzio. Nessuno obbliga qualcuno a fare l’editore ma gli obblighi morali e sociali che gli appartengono non possono essere disattesi senza ragione. La Fnsi è solidale con i colleghi e ritiene improcrastinabile che, chiunque ne abbia titolo e dovere, concorra a fare chiarezza definitiva su una matassa intricata. Nessuno pensi che sia possibile spingere verso il baratro i giornalisti e i lavoratori senza che ci sia chi, avendone titolo e dovere, concorra, autonomamente o meno, a fare chiarezza definitiva e a sanzionare le responsabilità!”

@fnsisocial

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