La delibera dell’autorità per le garanzie nelle comunicazioni che sancisce l’incompatibilità del direttore generale Meocci conferma drammaticamente come il conflitto d’interesse abbia creato condizioni di paralisi e precarietà in Rai. In attesa del pronunciamento del tar sui ricorsi presentati, il consiglio d’amministrazione può garantire solo l’ordinaria amministrazione e questo in un periodo dell’anno strategico per determinare la futura offerta editoriale.
L’assemblea dei comitati di redazione della Rai, riunita a Saxa Rubra, si chiede con quale autorevolezza gli stessi consiglieri d’amministrazione che votarono un direttore generale incompatibile in nome di interessi esterni all’azienda possano oggi continuare ad assumersi la responsabilità della Rai. Così come lo scorso anno il ministero del tesoro si premurò di prelevare dalla Rai 80 milioni di euro (quasi l’intero utile maturato in quell’esercizio finanziario), oggi le scelte conseguenti all’indicazione dello stesso ministero potrebbero portare ad un pesante esborso di denaro pubblico (oltre 14 milioni di euro). L’assemblea dei comitati di redazione chiede all’Usigrai di mettere in atto, in accordo con le rappresentanze sindacali di tutti gli altri lavoratori dell’azienda, ogni possibile forma di denuncia e di protesta per far comprendere ai contribuenti italiani come le sanzioni comminate alla rai impoveriscano di fatto il servizio pubblico. E fin d’ora, alla luce di quanto è avvenuto, esige che la scelta del futuro direttore generale risponda a rigorosi criteri di professionalità e autonomia da qualsiasi ingerenza indebita. Approvato all’unanimità