Il tribunale di Asti, Sezione Lavoro, ha condannato per condotta antisindacale la Diffusione San Paolo, azienda che commercializza e distribuisce libri e altro materiale prodotto da Edizioni Paoline e che «ha da sempre applicato ai propri dipendenti il Contratto Terziario Distribuzione e Servizi siglato da Confcommercio, Filcams, Fisascat e Uiltucs», spiega la Filcams Cgil, che sul proprio sito web parla di una «importante sentenza per il diritto ad una contrattazione rappresentativa».
A marzo 2019, Diffusione San Paolo ha unilateralmente deciso di disapplicare il Contratto collettivo nazionale del Terziario sostituendolo con un altro «non rappresentativo a danno dei lavoratori e del sindacato confederale», prosegue la Filcams.
Contestualmente, come riferisce Roberto Rotunno sul Fatto Quotidiano di domenica 13 giugno, dopo aver scritto ai dipendenti, la società ha anche spinto alcuni addetti ad approvare la modifica di contratto per ottenere, in cambio, la revoca del trasferimento in Lombardia, disposto poco prima.
Come riporta ancora il Fatto Quotidiano, il contratto che l'azienda aveva deciso di applicare era quello sottoscritto dalla Cisal, sindacato senza rappresentantività in azienda. L'impresa ha spiegato di aver assunto la decisione per migliorare l'organizzazione aziendale e di aver mantenuto le stesse retribuzioni lorde annue.
La Filcams Cgil, assistita dall'avvocato Carlo de Marchis, ha presentato ricorso contro l'azienda, ottenendo la piena condanna da parte del giudice di Asti ad applicare il Contratto nazionale del Terziario.
«Una decisione di assoluto rilievo perché finalmente definisce un precedente rispetto al fenomeno del dumping contrattuale che ha caratterizzato anche questi anni di crisi e durante i quali le aziende hanno disapplicato la contrattazione rappresentativa imponendo trattamenti a ribasso, scegliendo con disinvoltura i contratti meno onerosi a scapito dei diritti dei lavoratori», commenta Maria Grazia Gabrielli, segretaria generale della Filcams Cgil.