E’ la convinzione di Paul Bradshaw, esperto di giornalismo online, che in un articolo su Poynter (tradotto da Lsdi) analizza le prospettive di un incontro ravvicinato fra il lavoro giornalistico e i ricchi giacimenti di dati disseminati nella Rete ‘’leggibili’’ da programmi informatici – Affiancare il potere dell’elaborazione computerizzata al nostro arsenale giornalistico ci consente di fare di più, più velocemente, più accuratamente, ed in condivisione con gli altri – I due movimenti culturali che si sono incrociati aggiungendo una dimensione politica alla diffusione dei dati: quello degli open data e quello dei linked data; i giornalisti dovrebbero avere familiarità con entrambi i movimenti – Il caso del lancio degli archivi governativi in Uk e gli esempi del data mashup ChicagoCrime.org e della open source Everyblock - La sovrabbondanza di dati pubblici resi disponibili costituisce un ricco serbatoio di materiale grezzo. La scarsità invece riguarda le professionalità in grado di collocare e dare senso a tutto quel materiale, una programmazione capace di scavarlo a fondo e raffrontarlo con altre fonti, le competenze statistiche per spacchettarlo e quelle grafiche per disegnare un layout per la visualizzazione – Dovrà quindi cambiare la formazione dei giornalisti: la nostra professione ha una storia di grandi letterati ma inesperti nel campo dei numeri, e tutto questo non può più andare avanti
Data and Journalism Form a Powerful Combination
(di Paul Bradshaw, Poynter)
(a cura di Andrea Fama)
Negli ultimi due secoli noi giornalisti ci siamo occupati di valuta giornalistica, trasformando metalli vili in oro narrativo. Ma l’informazione sta cambiando.
Inizialmente, i metalli vili erano le testimonianze dirette e le interviste. In seguito, abbiamo appreso a fondere rapporti ufficiali, studi di ricerca e bilanci. Più di recente, le leghe a cui abbiamo lavorato sono state diluite con dichiarazioni ufficiali e comunicati stampa. Ma oggi i giornalisti si trovano a trattare una nuova tipologia di informazioni: i Dati. Un giacimento estremamente ricco.
Statistiche e numeri in genere non rappresentano una novità per i giornalisti. Quando parlo di dati, tuttavia, intendo informazioni che possono essere elaborate da un computer.
Si tratta di una distinzione fondamentale: un conto è che un giornalista abbia tra le mani un bilancio, su carta; tutt’altra cosa è l’essere in grado di scavare tra quelle cifre attraverso un foglio di calcolo elettronico, o lo scrivere un codice di programmazione che analizzi tali dati e li raffronti ad altre fonti di informazione. Un computer, inoltre, è in grado di analizzare più facilmente nuove tipologie di dati, come ad esempio live data, testi molto corposi, modelli comportamentali degli utenti e reti di connessione.
(continua su Lsdi)