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Osservatorio sui media 27 Nov 2005

Da Milano a Santo Domingo per costruire una rete sindacale dei freelance latinoamericani

Se in Europa ed in Italia in particolare i freelance stanno conoscendo momenti difficili, tanto che i sindacati moltiplicano i loro sforzi per cercare di conquistare cornici contrattuali e compensi dignitosi, il problema è addirittura esplosivo nel Centro e nel Sud America. Dove, come scrive Fabio Schiavo, "per i giornalisti, i diritti sono un optional".

Se in Europa ed in Italia in particolare i freelance stanno conoscendo momenti difficili, tanto che i sindacati moltiplicano i loro sforzi per cercare di conquistare cornici contrattuali e compensi dignitosi, il problema è addirittura esplosivo nel Centro e nel Sud America. Dove, come scrive Fabio Schiavo, "per i giornalisti, i diritti sono un optional".

Invitato dalla Efj (la Federazione europea dei sindacati dei giornalisti, cui aderisce la Fnsi) il collega Fabio Schiavo (membro del Cdr Quadratum e della Commissione sindacale Alg) ha tenuto dal 17 al 19 novembre a Santo Domingo un seminario di tre giorni ad una platea di colleghi di diversi Paesi, selezionata dai rappresentanti latino-americani entro la Federazione internazionale (Ifj). L'obiettivo era costruire per quei freelance una rete sindacale e avanzare proposte concrete; e questo sia analizzando normative e pratiche nei diversi Paesi centrosud-americani, sia illustrando loro le realtà del lavoro autonomo in Italia ed in Europa. Tre giornate densissime di lavoro, con risultati di soddisfazione. Come ben sintetizza Fabio Schiavo (il testo completo "Un mondo di giornalismo sommerso" in questo sito, nella sezione Lavoro autonomo): "Nel sud e nel centro America per i giornalisti, i diritti sono un optional. Pochi o inesistenti quelli riguardanti il diritto del lavoro e quasi nulle le garanzie politiche e sociali. In molti casi la deontologia e le regole di base sono sconosciute. A tale frammentazione si aggiunge una legislazione variegata che permette anche l’esistenza di patti leonini come per i “contratos de protección” in Messico, in altre parole contratti di protezione e quelli di “solidarismo”, principalmente in Costa Rica. A dispetto del nome si tratta di forme contrattuali assolutamente antisindacali ad esclusivo vantaggio dell’impresa. I primi sono dei contratti collettivi firmati da “sindacati bianchi”, cioè collusi con i potere spesso senza che i lavoratori ne siano a conoscenza e che danno mano libera alle imprese. Il Ministero del Lavoro, inoltre, non è obbligato a dar notizia di quanti ce ne sono in una casa editrice e se applicati. Il secondo è una specie di patto permanente in cui ai dipendenti sono accordati alcuni benefici economici in cambio della pace sindacale, i Cdr si trasformano così, in maniera cosciente, in organizzazioni solidaristiche non più rappresentative dei lavoratori. Questa pratica ha creato una rete di clientelismo: sono stati inoltre segnalati molti casi di corruzione. Evidentemente la parcellizzazione estrema ha impedito la costituzione di un sindacato unico e ha creato una serie d’associazioni locali più o meno rappresentative. Tutto ciò porta non ad un contratto nazionale ma molte contrattazioni locali ulteriormente spezzettate a secondo dei media di cui trattano. La situazione peggiora ulteriormente se si passa ai freelance, che in America Latina è una categoria più ampia di quell’europea in cui sono compresi anche i collaboratori e gli autonomi, due figure giuridiche dai confini incerti in cui giornalismo, uffici stampa e spettacolo alcune volte s’intersecano. "Infine - conclude Fabio Schiavo - anche in Sud America è presente il problema degli stagisti, becarios, studentes en practica o pasante, secondo la terminologia locale. In alcuni paesi tali lavoratori para subordinati sono pagati per il loro impiego, ma anche nel continente sudamericano il loro uso è percepito come una forma di lavoro nero. In chiusura la buona notizia: la dichiarazione finale dei lavori sancisce la nascita della Fepal, Federazione de la Prensa de Latino America, federazione della Stampa Latino Americana, prima cellula di una federazione unitaria che al suo interno prevede la costituzione di gruppi di studio e associativi nazionali unitari sui freelance e i loro problemi e di un comitato soprannazionale per coordinare e analizzare i risultati ottenuti. Inoltre la Fepal afferma di voler partecipare alla creazione di una legislazione per i freelance e che venga al più presto analizzato e studiato il fenomeno dei becarios, avvertito come futura classe di sfruttati a cui va garantiti diritti sociali, politici e de lavoro al pari di tutti gli altri". ****************************** Sintesi della relazione di Fabio Schiavo al seminario di Santo Domingo (17-19 novembre 2005) "UN MONDO DI GIORNALISMO SOMMERSO: I FREELANCE" 1) INTRODUZIONE Esistono dei colleghi che hanno pochi o talvolta nessun diritto, non sono assunti in pianta stabile nelle redazioni eppure sono indispensabili: si chiamano freelance, dei giornalisti che scelgono di lavorare in maniera autonoma e di cui spesso non si sente la voce. 2) I FREELANCE In Europa i colleghi freelance prestano la loro opera per una o più testate e/o differenti media: editoria elettronica, televisione e radio. Sono pagati al pezzo, tranne che in Danimarca dove il pagamento è orario, ricavando da ciò il loro reddito. Alcuni hanno un contratto per una serie di prestazioni, in esclusiva o meno. Non hanno diritti e potere contrattuale e poche o nulle garanzie sociali. Una situazione facilitata dalle concentrazioni proprietarie dei media e da chi vede nel giornalismo solo un’attività con cui fare profitto. 3) I NUOVI PROLETARI: GLI STAGISTI Dopo di loro esiste un’altra categoria più derelitta: gli stagisti, la nuova frontiera del capitalismo. Dopo la creazione dei più vari contratti precari è arrivato il turno dei nuovi proletari: gli stagisti. Un’intera generazione a disposizione, manodopera costo zero. Una nuova forma di lavoro nero mascherato da apprendistato denunciato anche a livello europeo, un misto di corsi d’aggiornamento e di pratica in redazione con la supervisione di un tutor che non permette allo stagista di entrare nella produzione diretta e di percepire uno stipendio. Gli stagisti di Francia, Belgio e Italia, seppure in forme diverse, si sono organizzati e hanno indetto nei rispettivi paesi delle manifestazioni. Quella a Parigi, organizzata da “Generation Precaire” poi, non si è tenuta per i recenti e noti fatti di cronaca. 4) LA SITUAZIONE IN EUROPA La situazione europea riguardante diritti e garanzie dei freelance è molto variegata. In molti paesi la legislazione comunitaria vieta contratti collettivi perché lesivi della legge sulla libera concorrenza. Normalmente sono pagati al pezzo, mentre in Danimarca a tariffa oraria. 5) VARIE ASSOCIAZIONI In ognuno dei paesi Eu ci sono associazioni locali di categoria, riunite sotto varie sigle e/o collegate con altre componenti sindacali che si occupano dei giornalisti assunti e dei colleghi freelance Esistono perciò diversi contratti a secondo dei media. L’Italia è l’unico paese ad avere un sindacato unitario di tutti i giornalisti, assunti, freelance, disoccupati, pensionati, cassaintegrati e disoccupati che stipula un contratto nazionale che vige erga omnes e ne difende gli interessi. 6) DIFFERENZE TRA I PAESI EUROPEI Finlandia, Norvegia, Svezia e Danimarca hanno garanzie sociali minime quali indennità malattia e maternità. Per chi lavora in Grecia, in Belgio e in Spagna non ci sono protezioni sociali e alcun tipo d’assistenza, in più nella penisola iberica i freelance sono invitati ad aprire la partita Iva. In Gran Bretagna c’è garantita la possibilità di congedi pagati, indennità malattie e maternità oltre ad un maggior uso del diritto d’autore. Esiste inoltre la possibilità di avere assistenza legale e di aderire ad una convenzione per un’assicurazione privata. I colleghi hanno creato un data base informativo. Ai freelance della Germania le associazioni di categoria hanno assicurato una certa previdenza sociale e la possibilità di aderire ad una privata convenzionata. Oltre ad un ampio spettro di garanzie sociali. 7) IL CASO FRANCIA La Francia è il paese che ha assicurato ai freelance le più ampie garanzie equiparandoli con la Legge Cressard del 1974 ai colleghi assunti. Ciò vale, però solo per chi collabora costantemente e da più tempo con una o più testate. 8) LA PARTICOLARITÀ’ ITALIANA In Italia il sindacato unico Fnsi - Federazione Nazionale della Stampa Italiana - ogni 4 anni firma un contratto nazionale di lavoro con la sua controparte, la Fieg - Federazione Italiana Editori Giornali - in cui sono compresi altri due contratti per le emittenti radio televisive locali e per gli uffici stampa delle pubbliche amministrazioni. Nel contratto che si sta discutendo tra le richieste, figurano l’esclusione per i giornalisti dell’applicazione della legge Biagi che aumenta la precarietà, la regolamentazione dell’attività dei freelance, l’istituzione di una lettera d’incarico, un tariffario minimo, la maggiorazione dei compensi e la possibilità per i freelance di accedere al Fondo pensionistico Complementare della Fnsi, finanziato in parte dagli editori. 9) CASAGIT1/2 E INPGI 1/2 La Fnsi ha inoltre attivato per i freelance un’altra serie di garanzie a cui si aderisce volontariamente. Esiste la Casagit 2, una cassa mutua complementare al servizio sanitario nazionale: si versa per scaglioni partendo da un minimo e poi l’Inpgi2, istituita con decreto legge nel 1996 che offre un piano pensionistico e indennità di maternità. 10) DUE ALTRE PROTEZIONI Infine esistono due altre protezioni per i colleghi giornalisti, freelance e non: il Comitato Pari Opportunità - CPO - che accerta non vi siano discriminazioni sul lavoro e salariali tra uomo e donna e l’Osservatorio Antisopruso, vale a dire contro il mobbing che ha funzione di monitoraggio e di lobbying nei confronti dei parlamentari. In ogni associazione regionale esiste poi uno sportello anti mobbing. 11) L’ORDINE L’Italia è l’unico paese con un Ordine Nazionale dei Giornalisti; qui si trova il registro degli iscritti, cioè l’Albo professionale. L’Ordine garantisce anche la qualità e l’indipendenza del lavoro giornalistico e ha funzioni di controllo varie. Esistono due albi. Al primo si possono iscrivere quelli che superano un esame di stato, dopo un praticantato di 18 mesi oppure dopo aver frequentato un corso universitario o il biennio della scuola dell’Ordine. All’altro albo ci s’iscrive presentando una documentazione di svolta attività giornalistica remunerata per almeno due anni. Solitamente i freelance sono iscritti in quest’albo. 12) CONSIDERAZIONI FINALI La situazione europea porta a consigliare di avere un sindacato unico e nazionale, composto su base locale per strutturare una più efficace azione. Questo porta a trovare soluzioni collettive efficaci e a contratti che valgano per tutte le aziende. Fondamentale è poi la creazione di una rete d’informazione e scambio opinione, regionale, nazionale e internazionale, una banca data e una newsletter per tutti gli iscritti.

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