E' un problema di libertà, è un problema di democrazia, ma è anche il terrore che ingabbia
le vite di chi, in Calabria, è in prima linea. Cronisti minacciati dalla 'ndrangheta. La mafia più potente e sottovalutata del nostro Paese raccontata attraverso le storie di chi ogni giorno ne dà notizia. E ci sbatte il muso. Volti sconosciuti, firme e sigle in fondo alle pagine di quotidiani locali, col vizio di chiamare le cose col loro nome, animati dal desiderio di normalità. E tanto basta per esporsi al pericolo.
Non ci sono eroi in 'Avamposto' di Roberta Mani e Roberto Rossi (Marsilio), solo persone a rischio per aver creduto nel diritto di cronaca. La loro colpa, quella di vivere troppo, troppo vicino alle ville dei mammasantissima.
Storie di mafia, di faide sanguinose, di ragazzi uccisi e mai più ritrovati, di potentati locali, di cattiva politica, di imprenditoria marcia, di giudici nel mirino e magistrature compiacenti. Roberta Mani è caporedattore centrale di News Mediaset. Per il Tg di Italia 1 Studio Aperto si è occupata come inviata di alcuni fra i maggiori casi nazionali e internazionali di cronaca nera e giudiziaria. Roberto Rossi è un siciliano di Catania nato nel 1980. Vive e lavora a Milano.
Scrive da anni di mafia e giornalismo su 'Problemi dell'informazione'.
Di giornalisti che fanno il loro lavoro, che poi trovano la loro macchina incendiata o sfregiata, aggrediti da energumeni armati di bastone, ricevono proiettili e telefonate con minacce di morte si parla anche in 'Taci infame' (il Saggiatore) di Walter Molino, in cui si racconta un lungo viaggio in quattro regioni del Sud dove incontra cronisti che per lavoro si aggirano nei vicoli e nelle piazzette di paese. Non sono eroi.
Sono donne e uomini, ostinati, curiosi, rompicoglioni: infami. E quindi fanno nomi e cognomi.
Il viaggio ci porta in Campania, dove l'autore incontra Arnaldo Capezzuto e Rosaria Capacchione, testimoni delle imprese della camorra nelle viscere di Forcella e delle infiltrazioni dei Casalesi nella politica e nell'economia; nella terra dei poveri cristi, la Sicilia, dove conosciamo, tra gli altri, Lirio Abbate, che segue accanto alla Squadra mobile di Palermo l'arresto di Bernardo Provenzano; in Calabria, dove colpire i giornalisti - una decina in due anni - sta diventando ormai un'abitudine; infine in Puglia, terra di Gianni Lannes, il giornalista più censurato d'Italia.
Walter Molino dirige Libera Mente, blog impegnato sul fronte dell'informazione antimafia (http://www.mafiaholding.info/). Suoi articoli e inchieste sono stati pubblicati su Diario, Il Sole 24
Ore, Linus, il Fatto Quotidiano, il Venerdi' di Repubblica. (ANSA)