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Un momento dell'audizione
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Minacce 27 Gen 2021

Cronisti minacciati, la Fnsi in Antimafia con Paolo Berizzi e Lia Tagliacozzo

«Teniamo queste audizioni in occasione del Giorno della Memoria, perché dobbiamo essere consapevoli di quanto quei pericoli siano oggi incombenti e presenti», ha rilevato il coordinatore del Comitato per la tutela dei giornalisti, Walter Verini. A margine dell'audizione, il presidente Giulietti ha sollevato i casi delle udienze a porte chiuse nei processi 'Rinascita Scott' e 'Toghe lucane', e consegnato la sentenza del processo di Appello sull'omicidio di Andy Rocchelli, chiedendo l'intervento delle istituzioni per avere verità  e giustizia.

Il Comitato Antimafia per la tutela dei giornalisti minacciati ha ascoltato oggi, mercoledì 27 gennaio, il giornalista Paolo Berizzi e la scrittrice Lia Tagliacozzo, accompagnati in audizione dal presidente della Federazione nazionale della Stampa italiana, Giuseppe Giulietti. Incalzati dal coordinatore del Comitato, Walter Verini, che ha evidenziato l'importanza della collaborazione con il sindacato sul tema delle minacce ai cronisti, Berizzi e Tagliacozzo hanno raccontato le aggressioni subite via web, e non solo, da gruppi neofascisti e neonazisti. «Teniamo queste audizioni in occasione del Giorno della Memoria, perché, mentre ricordo e memoria dell'orrore della Shoah debbono restare vivi, dobbiamo essere consapevoli di quanto quei pericoli siano oggi incombenti e presenti», ha evidenziato Verini.

Tagliacozzo, esperta di cultura ebraica, ha illustrato le pesanti intimidazioni e minacce razziste e antisemite ricevute nelle scorse settimane attraverso il web, durante e dopo la presentazione del suo libro 'La generazione del deserto', con tanto di urla, insulti e svastiche. Sull'accaduto, ha riferito, indaga la Procura della Repubblica di Torino. «Scuola, istituzioni, politica, ma anche i media sono chiamati a fare il loro dovere nel contrastare l'odio in rete. Passare dalle parole di odio ai fatti di odio è un pericolo concreto», ha rilevato.

Berizzi, inviato di Repubblica costretto a vivere sotto scorta da quasi due anni per le minacce ricevute per via del suo lavoro, ha documentato l'impressionante sequenza di intimidazioni, attacchi e insulti rivoltigli da gruppi della destra estremista, da gruppi neonazisti, collegati anche alla criminalità organizzata e ricordato le numerose denunce presentate, «che al momento – ha osservato – hanno portato però solo a sette indagati per fatti risalenti al 2019».

Durante l'incontro il presidente della Fnsi ha sollevato i casi delle udienze a porte chiuse nei processi 'Rinascita Scott' e 'Toghe lucane', sui quali il sindacato è intervenuto chiedendo che venga garantito il diritto dei cittadini ad essere informati consentendo le riprese dei lavori d'aula, e posto la questione della necessità di un intervento legislativo per contrastare il fenomeno dell'odio in rete.

A margine dell'audizione Giulietti ha anche consegnato all'onorevole Verini le motivazioni della sentenza con cui i giudici della corte d'Assise d'appello di Milano hanno assolto Vitaly Markiv, l'italo-ucraino ex soldato della guardia nazionale ucraina condannato in primo grado per l'omicidio di Andy Rocchelli, chiedendo che la Commissione convochi in audizione i genitori del fotoreporter e i loro legali e che le istituzioni italiane intervengano per pretendere dall'Ucraina prove e testimonianze sull'assassinio.

Dopo aver assicurato che «come Comitato raccoglieremo tutte le denunce fatte da Berizzi a diverse Procure, per capire lo stato di avanzamento delle stesse e i motivi di ritardi, e tutti gli esposti e le denunce presentate dalla Fnsi e delle quali non si conosce l'esito», Walter Verini ha anticipato l'intenzione di attivarsi con i ministeri competenti affinché intervengano per sostenere la richiesta di verità e giustizia sul caso Rocchelli.

@fnsisocial

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