La prima manifestazione antimafia del 2018 in Italia è stata organizzata da Unci e Anm a Palermo. Cronisti e magistrati stamane hanno ricordato tutte le vittime della mafia. L’evento, promosso da Unione cronisti e Associazione nazionale magistrati e giunto alla seconda edizione, si è svolto al Giardino della Memoria di via Ciaculli a Palermo, ed è noto dal 2017 con la definizione “Comincia il nuovo anno, ricordiamoli ogni giorno”. Davanti agli alberi che ricordano le vittime della mafia, cronisti e magistrati hanno dedicato una riflessione per tutti i caduti. Oltre alle autorità istituzionali hanno partecipato all’iniziativa alcuni familiari di vittime della mafia come la vedova del giornalista Giuseppe Alfano, Mimma Barbaro che era accompagnata dal figlio Fulvio Alfano, e Antonella Azoti figlia del sindacalista Nicolò ucciso alla mafia a Baucina (Palermo) nel dicembre del 1947. Come è accaduto nel 2017, nel corso dell’evento si è proceduto alla lettura di un testo poetico di Giovanni Pascoli e di un breve resoconto di Elie Wiesel sul tema della memoria.
Per l’Anm c’erano il presidente della sezione distrettuale di Palermo, giudice Giovanna Nozzetti, ed il segretario, procuratore aggiunto Ennio Petrigni. Hanno partecipato all’evento il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, il vice-sindaco Sergio Marino, il vice-questore vicario, Dario Sallustio, il comandante provinciale dell’Arma dei carabinieri, colonnello Antonio Di Stasio, ufficiali, sottufficiali e funzionari della Prefettura, della Dia, dell’Esercito e della polizia penitenziaria.
Il segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso, ha fatto pervenire un messaggio: “Salutare il nuovo anno ricordando il sacrificio di quanti hanno pagato con la vita la loro lotta contro la mafia – ha scritto Lorusso, che il 16 dicembre scorso ha visitato il Giardino di Ciaculli – non è soltanto un modo per non dimenticare. Ritrovarsi in quel luogo straordinario qual è il Giardino della Memoria serve a mantenere vivi i legami affettivi ed esprimere gratitudine a chi è morto per aver tenuto la schiena dritta. Per questo l'iniziativa promossa dall'instancabile Leone Zingales merita il plauso e l'apprezzamento non soltanto di tutti i giornalisti, ma anche di tutta società civile, di quanti credono nei valori incrollabili della legalità e della giustizia”.
“Anche quest’anno – ha detto l’ideatore dell’iniziativa Leone Zingales, vice-presidente nazionale dell’Unci – abbiamo ricordato, in questo sito strappato alla mafia, tutti i caduti: magistrati, giornalisti, sindacalisti, imprenditori, poliziotti, carabinieri, religiosi e tutti coloro che sono stati assassinati dai criminali mafiosi. Tutte le vittime della mafia, come ho avuto già occasione di sottolineare, vanno ricordate tutti i giorni e non soltanto in occasione delle varie commemorazioni, durante gli anniversari o nei convegni celebrativi. La lettura di alcuni testi poetici ha contribuito ad accrescere il valore dell’iniziativa. Anche con la cultura si sconfigge la mafia. La poesia, dunque, come strumento di contrasto all’incultura mafiosa”.
Il presidente del Gruppo siciliano dell’Unci, Andrea Tuttoilmondo, ha trasmesso un messaggio in cui ha sottolineato che “ritrovarsi oggi, primo gennaio, in questo luogo divenuto simbolo di una vera e propria 'sacralità laica', per rivolgere un pensiero a tutti i caduti per mano mafiosa rappresenta un ulteriore e significativo momento di sensibilizzazione delle coscienze contro ogni forma di criminalità e prevaricazione”.
In un messaggio fatto pervenire ad Unci e ad Anm, Maria Falcone, ha osservato che “ricordare i nostri cari caduti per mano mafiosa l’1 gennaio di ogni anno, con un evento organizzato da cronisti e magistrati nel Giardino della Memoria di Palermo, rappresenta non solo una manifestazione d’affetto verso coloro che sono stati trucidati da boss sanguinari ma è un ulteriore segnale che Unci e Anm indirizzano al Paese sulla strada della legalità e della lotta alle cosche. Unire il ricordo delle vittime alla lettura di alcune poesie, tra gli alberi dedicati alle vittime, – ha concluso la sorella del magistrato trucidato a Capaci assieme alla moglie e a tre agenti di polizia - assume poi un significato di assoluto valore. Perché è con la cultura che si sconfigge l’incultura della mafia. Seguo sin dalle prime battute le iniziative che si svolgono nel Giardino di Ciaculli e questa dell’1 gennaio dallo scorso anno fà da battistrada a tutte le manifestazioni antimafia che si svolgono in Italia ormai quasi quotidianamente. Iniziare l’anno con il ricordo delle vittime di mafia è senz’altro uno stimolo a fare sempre di più”.