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Fnsi 16 Nov 2012

Crisi dell'informazione e del lavoro giornalistico "Dal 2007 ad oggi calo pubblicitario di tre miliardi nell'editoria"

Un calo di quasi 3 miliardi di euro negli investimenti pubblicitari nel settore dell'editoria dal 2007 ad oggi, con una flessione percentuale intorno al 22 per cento. Il 2012 si chiuderà con meno 13%, e il prossimo anno l'investimento previsto per l'intero settore (carta stampata, tv, web) sarà pari a 7 miliardi e mezzo, la metà dei quali sarà assorbita dalla televisione, il 16 per cento da internet, mentre la somma di quotidiani e periodici si attesterà intorno al 20 per cento. Sono dati forniti da Roberto Binaghi, chief executive officier di Mindshare in Italia, intervenuto in videoconferenza da Milano alla conferenza nazionale dei comitati e fiduciari di redazione e della commissione contratto Fnsi a Fiuggi.

Un calo di quasi 3 miliardi di euro negli investimenti pubblicitari nel settore dell'editoria dal 2007 ad oggi, con una flessione percentuale intorno al 22 per cento. Il 2012 si chiuderà con meno 13%, e il prossimo anno l'investimento previsto per l'intero settore (carta stampata, tv, web) sarà pari a 7 miliardi e mezzo, la metà dei quali sarà assorbita dalla televisione, il 16 per cento da internet, mentre la somma di quotidiani e periodici si attesterà intorno al 20 per cento. Sono dati forniti da Roberto Binaghi, chief executive officier di Mindshare in Italia, intervenuto in videoconferenza da Milano alla conferenza nazionale dei comitati e fiduciari di redazione e della commissione contratto Fnsi a Fiuggi.

Un calo di quasi 3 miliardi di euro negli  investimenti pubblicitari nel settore dell'editoria dal 2007 ad oggi, con una flessione percentuale intorno al 22 per cento. Il 2012 si chiuderà con meno 13%, e il prossimo anno l'investimento previsto per l'intero settore (carta stampata, tv, web) sarà pari a 7 miliardi e mezzo, la metà dei quali sarà assorbita dalla televisione, il 16 per cento da internet, mentre la somma di quotidiani e periodici si attesterà intorno al 20 per cento. Sono dati forniti da Roberto Binaghi, chief executive officier di Mindshare in Italia, intervenuto oggi in videoconferenza da Milano alla conferenza nazionale dei comitati e fiduciari di redazione e della commissione contratto Fnsi in corso a Fiuggi. Un quadro che una volta di più evidenzia la situazione critica in cui versa l'editoria. Si sperava in un recupero nella seconda metà dell'anno, si stimava un mercato con dati negativi ma non a questo livello, ha sottolineato Binaghi. L'estate non ha portato buoni risultati, da giugno ad agosto il volume degli investimenti è stato su livelli che Binaghi ha definito "disastrosi". Situazione quindi preoccupante, visto che si sono fermate le multinazionali e il rallentamento degli investimenti pubblicitari coinvolge trasversalmente tutti i comparti che li generavano e generano, nessuno escluso. Anche se il settore moda e accessori sembra aver tenuto più di altri, pur registrando comunque una flessione. Binaghi ha parlato di recessione globale degli investimenti pubblicitari, che ha coinvolto la grande editoria ma anche la piccola che ha sempre comunicato attraverso la stampa locale. È ormai un anno che anche questa vive uno stato di sofferenza, che arriva anche ad un meno 15. Crisi quindi non più momentanea o congiunturale, ma strutturale, e con il rischio che si arrivi addirittura a una "stabilizzazione" che non riporterà ai valori del 2006/2007 e su questi valori si dovrà quindi andare a ipotizzare il futuro. Continua a crescere il mercato digitale, mentre la stampa ha perso intorno ai 18 punti. La televisione vive una situazione particolare: sale il digitale a fronte di un calo della tv tradizionale.
 Ciò nonostante si ritiene che la televisione continui ad essere un importante media capace di raccogliere anche il 50 per cento del mercato pubblicitario. Tornando al digitale, continuano a nascere altre piattaforme, cresce la fruizione dei mezzi digitali per quanto riguarda l'informazione. Il che significa che gli italiani non si sono disaffezionati alle notizie ma ora c'è un transito veloce dalla carta a internet. C'è anche un deterioramento di quello che passa dalla carta al digitale, infatti la carta ha sempre avuto un valore istituzionale, cosa che si perde sul web. Binaghi ha aggiunto che la tv in Italia rimarrà l'unico mezzo ecumenico. Si è passati da 200 a 240 canali, con 12 milioni di telespettatori medi a fronte di dieci milioni. Ma questo anche a causa dell'invecchiamento del pubblico. Si passa più tempo dedicato ai media, alla tv è dedicato un tempo rilevante. Si assiste a un invecchiamento delle piattaforme classiche, anche se resta fermo che c'è una grande fame di televisione soddisfatta da altre nuove piattaforme tv. Su alcuni target la tv generalista è assolutamente in minoranza: sport e bambini arriva sotto al 50%. Il che sembrerebbe dimostrare che l'utente italiano è capace di andarsi a prendere altrove quello che sceglie di vedere. Altro aspetto: che si tratti di Sanremo o di Fiorello o per le primarie del Pd, ci sono persone in grado di commentare in diretta quello che sta accadendo. Quello che prima era affidato al network è ora delegato agli utenti di Twitter o Facebook, finendo con il consegnare ai mezzi di informazione non più il compito
 di dare la notizia ma quello di fare l'approfondimento. Ad ogni modo, gli italiani si confermano legati agli audiovisivi. Nel settore stampa la carta da giocare è quella del brand: laddove esiste infatti un brand forte, allora l'informazione è più seguita e più forte è l'adesione.
Ma i valori assoluti sono comunque destinati a calare. Per l'informazione, Google sta diventando al pari della stampa.
 Gli editori che riusciranno a lavorare sulla multipiattaforma riusciranno a recuperare dal web quello che perdono dalla carta stampata. Ma è anche vero - ha detto Binaghi - che quello che acquistiamo dal web è molto meno caro, quindi è difficile comunque compensare le perdite della piattaforma stampa. C'è una revisione di prezzi e costi della pubblicità. È accaduto che nella crisi del 2008/2009 clienti importanti che stavano sulla stampa periodica sono arrivati sulla quotidiana che si è "concessa" alla moda. Pagine di grandi quotidiani si potevano pagare anche fino a 40mila euro, mentre oggi questi clienti non esistono più. Da una media di 20-25mila euro a pagina ora si è a 10-15mila euro. E nell'ultimo anno non è stata questione di prezzo ma di domanda. Non c'è richiesta di pubblicità perché manca la gente che entra in negozio a comprare. Pagine che erano occupate da finanza e assicurazioni, oggi sono occupate dalla moda con un costo della pagina molto più basso. Per Binaghi è probabile che ci vorrà molto tempo ma forse molte delle testate nate cartacee possano prioritariamente pubblicare sul web pur mantenendo una parte, seppur limitata, di pubblicazione cartacea. In Italia, per un fatto culturale, la parte più anziana della popolazione è molto lontana dal web, ma la strada è quella. Il cambiamento non avverrà nell'immediato ma si avvia sulla strada del cambiamento. La parte web non violerà la versione cartacea ma la strada del cambiamento sarà sicuramente quella.  (Fiuggi, 14 novembre - AGI)

I DOCUMENTI APPROVATI ALL'UNANIMITA' DALL'ASSEMBLEA

Conferenza Comitati e fiduciari di Redazione, Commissione Contratto, Associazioni Regionali di Stampa, Giunta Fnsi

Fiuggi, 16 novembre 2012

DOCUMENTO

Dall’assemblea di Fiuggi

Tutti i giornalisti italiani per la libertà e la lealtà dell’informazione. No a intimidazioni e leggi bavaglio o vendicative

I giornalisti italiani, riuniti a Fiuggi, ribadiscono il loro impegno ad utilizzare ogni strumento democratico per impedire che un progetto di legge illiberale, che porrebbe l’Italia fuori dalle migliori tradizioni europee, venga approvato.
Il tentativo di stravolgere gli obiettivi con i quali si era avviato il confronto parlamentare per una innovazione della legislazione sulla diffamazione, giunto al culmine con il voto che al Senato ha reintrodotto il carcere per i giornalisti, non può essere accettato supinamente. Quel testo deve essere abbandonato. Se questo è lo spettacolo che il Parlamento è in condizione oggi di dare ai cittadini è meglio far scendere il sipario. Colpi di mano, rapidi dietro front e voti segreti non aiutano certo a riconciliare la politica con i cittadini.
Deve essere chiaro: i giornalisti non chiedono “libertà di diffamazione”, tutt’altro. Da tempo la categoria, attraverso le sue rappresentanze, per prima la Federazione nazionale della stampa italiana, avanza proposte, a cominciare dalla rettifica documentata e riparatrice, affinchè la tutela dei cittadini dagli errori sia alzata. Per proseguire con le ripetute proposte di riforma dell’Ordine professionale (per liberarlo da procedure che ne intralciano la rapidità d’intervento e di decisione disciplinare) e con la proposta della istituzione di un “Giurì per la lealtà dell’informazione”. Proposte, però, che hanno faticato a trovare attenzione nelle aule parlamentari, che sono i luoghi dove si può decidere in merito e nei quali sarebbe necessario si esprimesse una reale volontà riformatrice. E’ inaccettabile che, viceversa, in quelle stesse aule si siano manifestate pulsioni vendicative e liberticide, che hanno coinvolto anche forze politiche e singole personalità le quali hanno sempre proclamato, invece, la propria distanza da simili posizioni.
La Conferenza dei Comitati e fiduciari di redazione, riunita congiuntamente alla Commissione nazionale contratto Fnsi-Fieg, approva la linea d’intervento e di proposta seguita su questa delicata questione dal gruppo dirigente della Fnsi, espressa dal segretario generale e ribadita in vari documenti e prese di posizione, e conferma la disponibilità dei giornalisti italiani a dar vita ad iniziative ancor più forti per impedire ogni arretramento dei livelli di libertà d’informazione nel nostro Paese.    

(Approvato all’unanimità)

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Conferenza Comitati e fiduciari di Redazione, Commissione Contratto, Associazioni Regionali di Stampa, Giunta Fnsi

Fiuggi, 16 novembre 2012

DOCUMENTO

Lavoro giornalistico, contratto, innovazione, welfare

La Conferenza nazionale dei comitati e dei fiduciari di redazione riunitasi a Fiuggi  insieme con la Commissione contratto della Fnsi, approva la relazione del segretario generale Franco Siddi, a conclusione di due giorni di lavoro, che hanno permesso di tracciare un quadro generale dell’attuale difficile situazione dell’intero mondo dell’editoria.
Dal dibattito e dal confronto tra le diverse realtà editoriali e professionali, sono emersi alcuni punti sui quali, nei prossimi mesi, la segreteria e la Giunta della Fnsi si impegneranno per poi predisporre, con l’ausilio della commissione contratto, la piattaforma per il rinnovo del Cnlg.
In modo particolare, anche dalla relazione dello stesso segretario, è emersa la necessità del rilancio di una politica di confronto forte e innovativa con gli editori, nel contesto  del mutato panorama dell’informazione, che permetta al sindacato di porre sul tavolo con nuova forza propositiva le linee di un confronto finalizzato al superamento dell’attuale situazione di drammatica crisi, indicandone le possibilità di superamento.
In questo contesto, la ricerca di nuove figure e di nuovi livelli professionali capaci di rispondere alle mutate esigenze del mercato e dell’industria dell’editoria, il varo di una piattaforma contrattuale che guardi alle nuove forme ed espressioni editoriali integrate o multimediali, e prospetti l’inclusione a pieno titolo nella categoria di tutte le forme di giornalismo professionale, appaiono come i punti salienti ai quali ancorare il confronto con gli editori.
Il moltiplicarsi a dismisura del ricorso agli stati di crisi e all’attivazione degli ammortizzatori sociali impone una non più rinviabile rivisitazione della legge 416. In questo contesto rientra la definizione di limiti più selettivi nel ricorso al prepensionamento, modificandone i criteri oggi previsti, innalzando i limiti di età e prevedendo ulteriori ipotesi di intervento per conciliare un’uscita graduale dei colleghi dalla professione con il contestuale inserimento di nuova occupazione professionalizzata e contrattualmente garantita.
Nel contesto di un ormai inevitabile ampliamento del perimetro della professione e delle figure contrattuali è necessario operare per l’inserimento dei collaboratori free lance e dei precari (con caratteristiche professionali di impegno e di reddito) in un contesto di lavoro regolamentato soprattutto dal punto di vista previdenziale.
Non può restare fuori da questo ragionamento l’avvio di un confronto con la Rai per la definizione delle figure giornalistiche delle reti che oggi lavorano al di fuori dal contratto.
Infine, la Conferenza nazionale dei comitati e dei fiduciari di redazione e la Commissione contratto della Fnsi,  rinnovano la forte richiesta di un intervento dello Stato a sostegno del sistema dell’industria editoriale e del welfare dei giornalisti che, senza adeguati interventi e senza una vera politica di sviluppo complessivo, rischiano di venire travolti da una crisi senza precedenti.

(Approvato all’unanimità)

La Conferenza dei Comitati di Redazione che si è svolta a Fiuggi il 14 e 15 novembre 2012 ha fatto proprio il seguente documento:

FREE MEDIA DAY - CONTRO I TAGLI E LE MANETTE ALL'INFORMAZIONE

Il Coordinamento dei Cdr del Gruppo Espresso, Repubblica, Finegil, Elemedia, visto il continuo ricorso alle dichiarazioni di stati di crisi, avanzato da molti gruppi editoriali, anche abusando a volte delle disposizioni contenute nei decreti Sacconi, propone una giornata di mobilitazione nazionale di tutti i giornalisti italiani a tutela dei posti di lavoro. Giornata che il Coordinamento suggerisce di chiamare " Free Media Day - Contro i tagli e le manette all'informazione". Non è solamente la previsione del carcere per i giornalisti, contenuta nel Ddl sulla diffamazione, a costituire una grave e inaccettabile minaccia per la libertà di stampa, ma anche, di fatto, la continua riduzione degli organici nella gran parte delle testate italiane e lo sfruttamento di collaboratori sottopagati e costretti a lavorare in una condizione di precariato permanente che rappresenta una vera e propria gabbia esistenziale senza prospettive.
Il Coordinamento affida quindi alla FNSI la scelta delle modalità di attuazione della giornata di mobilitazione, con la contestuale convocazione di assemblee in tutte le redazioni e tutte le iniziative che possano darne la massima visibilità.

Il Coordinamento dei Cdr Espresso, Repubblica, Finegil, Elemedia

15 novembre 2012

La Conferenza dei Comitati e fiduciari di Redazione e la Commissione Contratto della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, riunite a Fiuggi con la Giunta Esecutiva del Sindacato dei Giornalisti, hanno approvato la seguente risoluzione:

“La Conferenza dei Comitati e fiduciari di Redazione e la Commissione Contratto della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, riunite a Fiuggi con la Giunta Esecutiva del Sindacato dei Giornalisti, denunciano con forza il tentativo di alcune forze politiche e di numerosi senatori che, utilizzando lo strumento del voto segreto, riportano indietro il dibattito sulla libertà di stampa e fanno riemergere pulsioni vendicative e liberticide contro giornali e giornalisti, quasi volessero utilizzare il loro mandato per un regolamento di conti ingiustificabile e impraticabile quando si tratta di un bene comune come la libertà di informazione.
I giornalisti italiani riuniti a Fiuggi giudicano inaccettabili i messaggi di intimidazione che, attraverso proposte illiberali sul progetto di legge sulla diffamazione a mezzo stampa, sono stati inviati con il voto segreto sul carcere per i giornalisti. Quanto accaduto ieri in Senato è grave e non trova alcuna condivisione. E’ inaccettabile e certamente sanzionabile dalla giurisdizione europea sulla materia. Di fatto si è manifestata una risposta grave ad un appello che, dietro il paravento del voto segreto, ha fatto emergere i peggiori istinti presenti tra molti politici in una fase di fine legislatura triste e di evidente delegittimazione.
Alla politica è chiesto, invece, di sviluppare un comportamento maturo nella tutela dei beni comuni come la libertà dell’informazione, attraverso una sfida alta e di valore che faccia crescere la cultura etica della responsabilità per tutti i soggetti. Al Senatore Rutelli, che ha giudicato intollerabile e intimidatorio l’appello alla pubblica opinione a farsi sentire con la sua voce con gli strumenti di cui dispone per respingere questi attacchi (fatto dal Segretario Siddi), la Conferenza dei Comitati e fiduciari di Redazione e la Commissione Contratto della Fnsi fanno sapere, non solo di condividere questo appello, ma di sentirsi impegnate a promuoverne gli effetti con ogni iniziativa pubblica a tutela del libero e autonomo giornalismo investigativo, qualora non venga fermato in tempo il disegno di una legge – essa sì – intimidatoria, rancorosa e punitiva.
In questa fase declinante e mesta di fine legislatura, o si è in grado di fare leggi condivise sui beni comuni e sulla convivenza, o è bene lasciar stare le cose come stanno e non fare ulteriori danni”.
Fiuggi, 14 novembre 2012

LA CONSULTA DEI FIDUCIARI E DEI COMITATI DI REDAZIONE DELL’ASSOCIAZIONE STAMPA ROMANA

DENUNCIA l'assoluta inconsistenza di piani di rilancio delle testate e l'assenza pressoché totale di ricerca di modelli di business o di prodotti informativi adatti ai nuovi scenari digitali. In questo contesto è inaccettabile la richiesta di nuovi stati di crisi con ulteriori perdite di posti di lavoro. Va affrontata l’evidenza dell’esaurimento della Legge 416: servono nuove regole per rompere l’automatismo della espulsione precoce dei giornalisti dalle aziende. Va preso atto del fatto che si tratta di una disciplina che fu immaginata in origine come strumento di governo della trasformazione del settore editoriale, ma allora fu accompagnata da strategie e finanziamenti pubblici per la modernizzazione che oggi vengono progressivamente a mancare. Quindi, non è  più rinviabile una radicale riforma della 416  e delle leggi di sistema. E vanno cambiati i due decreti che portano la firma del Ministro Sacconi e che si sono rivelati inefficaci nel governo degli stati di crisi. Queste disposizioni hanno di fatto concesso mano libera agli editori nel taglio dei posti di lavoro, anche a fronte di bilanci non disastrosi e, in alcuni casi, persino in attivo.

CHIEDE  alla FNSI di considerare inderogabile, prima di qualunque trattativa su nuove ristrutturazioni aziendali, l’apertura immediata del tavolo più volte richiesto con Governo, FIEG e gli altri soggetti del mondo editoriale, sul quale affrontare la crisi del settore in una prospettiva di sviluppo con adeguate strategie e finanziamenti in connessione al progetto di riforma complessiva in discussione in Parlamento. Mentre per la sola editoria finanziata vanno trovate tempestive soluzioni per tutte le testate, di fatto oggi a rischio chiusura, ripensando poi l’intero meccanismo di finanziamento pubblico per evitare distorsioni e premiare le iniziative che creano occupazione.

CHIEDE  alla FNSI che il prossimo CNLG tenga conto delle specificità e delle esigenze del lavoro radiotelevisivo e che venga avanzata alla Fieg la richiesta di un coinvolgimento pieno degli editori radiotelevisivi al tavolo del confronto per il rinnovo contrattuale. La stessa esigenza di maggiore aderenza del CNLG alle specificità di settore emerge dalle agenzie di stampa investite da una significativa trasformazione della produzione editoriale in senso multimediale e in generale come prodotto del convulso sviluppo del settore digitale. Alla pretesa degli editori di gestire questa fase all’insegna di una totale assenza di regole deve corrispondere la capacità del sindacato di valorizzare le prospettive offerte dai nuovi mercati digitali senza lasciare mano libera alla mortificazione dell’autonomia professionale dei giornalisti.

CHIEDE  alla FNSI di considerare materia della negoziazione contrattuale le regole per l’utilizzo del lavoro autonomo. L’utilizzo indiscriminato, da parte degli editori, di freelance e collaboratori esterni (spesso con un solo committente e legati a una sorta di esclusiva di fatto) rischia di indebolire le tutele contrattuali dei colleghi nelle redazioni. Così come occorre vigilare e impedire l’impiego di colleghi pensionati al posto di redattori a tempo pieno. Solo costruendo un sistema di regole chiare e condivise e di solidarietà fra redazioni e collaboratori si può bloccare il processo di precarizzazione dell’intera categoria, che riguarda redattori e collaboratori, contrattualizzati e no. In questo la revisione degli articoli 2, 12 e 36 può e4ssere un utile strumento di stabilizzazione.

CHIEDE  alla FNSI la convocazione entro un mese da oggi della Commissione nazionale contratto per un confronto sulle linee guida della piattaforma che gli organismi dirigenti del sindacato elaboreranno e sottoporranno agli editori. 

Fiuggi, 14-15 novembre 2012

EDITORIA: ASR,RADICALE RIFORMA LEGGE 416 STOP MANO LIBERA TAGLI

Non è più rinviabile una radicale riforma della 416 e delle leggi di sistema, e vanno cambiati i due decreti che portano la firma dell'allora ministro Sacconi e che "si sono rivelati inefficaci nel governo degli stati di crisi. Queste disposizioni hanno di fatto concesso mano libera agli editori nel taglio dei posti di lavoro, anche a fronte di bilanci non disastrosi e, in alcuni casi, persino in attivo".
È quanto sollecita la consulta dei fiduciari e dei comitati di redazione dell'Associazione stampa romana in un documento approvato e proposto all conferenza nazionale dei cdr e fiduciari e della commissione contratto della Fnsi in corso a Fiuggi. Il documento denuncia "l'assoluta inconsistenza di piani di rilancio delle testate e l'assenza pressoché totale di ricerca di modelli di business o di prodotti informativi adatti ai nuovi scenari digitali" e in questo contesto viene definita "inaccettabile la richiesta di nuovi stati di crisi con ulteriori perdite di posti di lavoro.
Va affrontata l'evidenza dell’esaurimento della legge 416: servono nuove regole per rompere l'automatismo della espulsione precoce dei giornalisti dalle aziende. Va preso atto del fatto che si tratta di una disciplina che fu immaginata in origine come strumento di governo della trasformazione del settore editoriale, ma allora fu accompagnata da strategie e finanziamenti pubblici per la modernizzazione che oggi vengono progressivamente a mancare".
La consulta dei cdr e fiduciari dell'Asr chiede quindi alla Fnsi di considerare "inderogabile, prima di qualunque trattativa su nuove ristrutturazioni aziendali, l'apertura immediata del tavolo più volte richiesto con governo, Fieg e gli altri soggetti del mondo editoriale, sul quale affrontare la crisi del settore in una prospettiva di sviluppo con adeguate strategie e finanziamenti in connessione al progetto di riforma complessiva in discussione in Parlamento. Mentre per la sola editoria finanziata vanno trovate tempestive soluzioni per tutte le testate, di fatto oggi a rischio chiusura, ripensando poi l'intero meccanismo di finanziamento pubblico per evitare distorsioni e premiare le iniziative che creano occupazione". Inoltre, alla Fnsi è sollecitato che il prossimo contratto nazionale dei giornalisti "tenga conto delle specificità e delle esigenze del lavoro radiotelevisivo e che venga avanzata alla Fieg la richiesta di un coinvolgimento pieno degli editori radiotelevisivi al tavolo del confronto per il rinnovo contrattuale".
E la stessa esigenza di maggiore aderenza del contratto nazionale alle specificità di settore "emerge dalle agenzie di stampa, investite da una significativa trasformazione della produzione editoriale in senso multimediale e in generale come prodotto del convulso sviluppo del settore digitale". Per l'Asr, "alla pretesa degli editori di gestire questa fase all'insegna di una totale assenza di regole deve corrispondere la capacità del sindacato di valorizzare le prospettive offerte dai nuovi mercati digitali senza lasciare mano libera alla mortificazione dell'autonomia professionale dei giornalisti". Il documento sollecita inoltre al sindacato nazionale dei giornalisti "di considerare materia della negoziazione contrattuale le regole per l'utilizzo del lavoro autonomo. L'utilizzo indiscriminato, da parte degli editori, di freelance e collaboratori esterni (spesso con un solo committente e legati a una sorta di esclusiva di fatto) rischia di indebolire le tutele contrattuali dei colleghi nelle redazioni. Così come occorre vigilare e impedire l'impiego di colleghi pensionati al posto di redattori a tempo pieno. Solo costruendo un sistema di regole chiare e condivise e di solidarietà fra redazioni e collaboratori si può bloccare il processo di precarizzazione dell'intera categoria, che riguarda redattori e collaboratori, contrattualizzati e no". Per la consulta dei cdr e dei fiduciari dell'Associazione stampa romana, in questo "la revisione degli articoli 2, 12 e 36 può essere un utile strumento di stabilizzazione". Infine c'è la richiesta alla Fnsi della convocazione entro un mese da oggi della Commissione nazionale contratto per un confronto sulle linee guida della piattaforma che gli organismi dirigenti del sindacato elaboreranno e sottoporranno agli editori. (ROMA, 15 NOVEMBRE - AGI)

CRISI DELL'INFORMAZIONE E DEL LAVORO GIORNALISTICO
DUE GIORNI DI STUDIO ALLA VIGILIA DELLA NUOVA STAGIONE CONTRATTUALE

“I giornalisti italiani si preparano ad affrontare i problemi dell’editoria e del lavoro professionale nel tempo dei radicali cambiamenti di sistema e della crisi economica alla vigilia della nuova stagione contrattuale. Per farlo, la Fnsi ha  indetto “una due giorni” di studio, analisi e iniziative, che si è tenuta ieri e oggi a Fiuggi. Nella sala dei congressi dell’Hotel Ambasciatori 250 giornalisti, rappresentanti dei comitati di redazione delle Associazioni Regionali di Stampa, della Commissione contratto e l’intera Giunta Esecutiva della Fnsi, sono impegnati nella prima giornatai a irrobustire le conoscenze su tutti i problemi strutturali e contingenti dell’editoria e del lavoro giornalistico.
Dopo l’apertura dei lavori da parte del Segretario Generale della Fnsi, Franco Siddi, sono state presentate quattro relazioni su diversi aspetti dei problemi che hanno pesanti incidenze sugli assetti del sistema. Sugli assetti editoriali, sull’innovazione e su quale business per il futuro e l’indipendenza del sistema si concentrerà lo studio della “Boston  Consulting” , che illustrato dal dr. Nicola Pianon. L’analisi e le prospettive dei mercati pubblicitari per l’equilibrio e l’economia dei media è invece al centro di un rapporto del dr. Roberto Binaghi (Mindshare World). I costi sociali della crisi, le criticità e gli scenari sostenibili per l’Inpgi  e per la Casagit saranno invece illustrati dai Presidenti dei rispettivi Istituti, Andrea Camporese e Daniele Cerrato. Al termine di ogni relazione, c'è stata una question time con domande brevi di chiarimento e risposte immediate.
La seconda giornata della conferenza dei giornalisti sarà invece dedicata al dibattito, indirizzato alla libera proposizione “delle idee e delle azioni”, alla luce delle acquisizioni di conoscenza e di arricchimento fatte durante la prima giornata, superando,  per quanto possibile, la vecchia logica di interventi focalizzati solo su particolari situazioni di disagio.
La “due giorni” è finalizzata soprattutto alla maturazione di una consapevolezza diffusa sulla condizione reale dell’editoria e del lavoro giornalistico,  in questa fase di grandi cambiamenti verificando come inserire le problematiche delle singole realtà in una visione di sistema: sia in prospettiva del rinnovo contrattuale, sia nella proiezione di un’ ampia  iniziativa per una revisione della legislazione regolatrice e delle misure per il welfare di settore”.

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