«Stiamo operando per salvare Antenna 3 e per questo chiediamo ai lavoratori l’ultimo sforzo. Tener duro fino a settembre, pur sapendo che allo stato attuale non ci sono i soldi per pagare lo stipendio di luglio. Ora più che mai è fondamentale garantire la continuità aziendale con la produzione e la messa in onda dei tg, in caso contrario si va a svilire il valore dell’emittente televisiva a scapito non solo della tutela occupazionale ma anche dell’interesse di eventuali compratori».
Questo in sintesi il pensiero espresso dal commercialista Mario Conte, consulente della proprietà nell’ambito della procedura concordataria richiesta a inizio giugno al tribunale di Treviso, nel corso dell’assemblea dei giornalisti convocata questa mattina da Cdr e Sindacato Giornalisti Veneto nella sede di San Biagio di Callalta.
Conte, accompagnato da Andrea Zappia di Unindustria Treviso, cui Antenna 3 è associata, ha scandito le tappe del percorso intrapreso allo scopo di assicurare un futuro alla storica tv della Marca: entro la prima settimana di agosto il deposito delle perizie di stima, affidate ad esperti del settore, per Lcn (Local channel number) e frequenze con conseguente pubblicazione del bando, per le attrezzature e per il marchio e avviamento; entro la prima settimana di settembre l’apertura delle buste con le offerte pervenute. Finora sarebbero almeno tre i soggetti che hanno manifestato interesse al riguardo ma non vi è ancora alcuna formalizzazione ufficiale.
«Oltre al prezzo – ha affermato Conte – elemento premiante sarà il maggior numero di dipendenti assunti». Criterio che Cdr e Sgv hanno caldeggiato fin da subito con la sola preoccupazione di contenere le ricadute, che purtroppo con molta probabilità ci saranno, sul fronte occupazionale. «I giornalisti – spiega una nota dell’Associazione regionale di stampa –, messi di fronte all’ennesima doccia fredda che la mensilità di luglio non verrà versata o nella migliore delle ipotesi sarà versata solo in parte (nonostante lo stesso Thomas Panto un paio di giorni fa abbia inviato una mail a tutti i dipendenti in cui asseriva esattamente il contrario) hanno deciso di proseguire sulla strada della responsabilità intrapresa finora, affrontando ancora una volta la prospettiva di lavorare senza stipendio, considerando che sono già sei quelli arretrati. A chi ha chiesto se, giunti a questo punto, non sarebbe meglio il fallimento, Conte è stato chiaro: “Solo se c’è continuità allora si preserva il valore dell’impresa”».
Intanto, dopo l’incontro di Cdr e Sgv con il presidente Luca Zaia e con l’assessore Elena Donazzan, si sta valutando con la Regione la possibilità di accedere a strumenti di integrazione al reddito per i lavoratori.