Dopo l’annuncio di 15 esuberi, e lo sciopero proclamato dal Cdr, si complica la situazione dell’agenzia di stampa “Il Velino”. L’editore “non usi i suoi dipendenti come arma di ricatto”, scrivono in una nota Fnsi e Associazione Stampa Romana, chiedendo l’intervento della Presidenza del Consiglio per salvare i posti di lavoro messi a rischio.
"Non sappiamo quale idea di patto tra forze
produttive abbia l'editore del Velino. Non sappiamo se in questi anni abbia
considerato i colleghi che hanno lavorato per la sua agenzia poco più che
ritagliatori di comunicati, utili per rimpinguare le sue casse".
Il segretario generale e il presidente della FNSI, Raffaele Lorusso e Giuseppe
Giulietti, e il segretario dell'Associazione Stampa Romana, Lazzaro Pappagallo,
esprimono in una nota la loro preoccupazione per il futuro occupazionale dei
giornalisti dell'agenzia “Il Velino”, il cui destino è messo a rischio
dall'atteggiamento dell'editore.
"Sappiamo - dicono - che dal 2011 il Velino ha ricevuto il sostegno
concreto dei lavoratori, i quali hanno accettato percentuali rilevanti di
solidarietà, pur di difendere l'azienda e il posto di lavoro. E sappiamo che in
questi anni non è mancato l'afflusso di provvidenze pubbliche tramite le
convenzioni. Ci sorprende che, dimentico del passato, Simoni oggi sfidi a
singolar tenzone, tramite i giudici amministrativi, il suo vero editore, la
Presidenza del Consiglio, e usi i suoi dipendenti come arma di ricatto
all'insegna della logica del ‘muoia Sansone con tutti i filistei’. I 15
esuberi comunicati al comitato di redazione e a Stampa Romana indignano
perché cancellano competenze e professionalità dei colleghi. Indignano perché
umiliano i dipendenti, ingabbiati dal duello rusticano avviato da Simoni".
il sindacato dei giornalisti ricorda poi che "i colleghi, invece, vogliono
difendere quanto hanno conquistato in anni di lavoro, vogliono difendere il
loro patrimonio di mestiere e lo mettono a disposizione del Sistema delle
agenzie” e fa appello allo Stato perché “in un frangente così drammatico il regolatore
e arbitro di questo sistema deve avere la forza di uscire dalla guerra legale
innescata dall'editore del Velino per riconoscere direttamente i meriti
esclusivi di chi quel lavoro ha sempre svolto: i giornalisti del Velino”.
Per questo “la Fnsi e Stampa Romana – conclude la nota – chiedono alla
Presidenza del Consiglio di esaminare tutte le proposte in campo per salvare i
posti di lavoro".