In tredici sono finiti a processo a Roma per gli scontri del 6 giugno 2020, al Circo Massimo, durante una manifestazione contro le misure del governo nella gestione dell'emergenza Covid. Durante gli scontri venne ferito un giornalista, che riportò una prognosi di oltre 20 giorni. Per i 13 imputati, tra i 49 e i 22 anni, che hanno scelto il rito abbreviato, le accuse sono violenza privata, adunata sediziosa, resistenza a pubblico ufficiale e lesioni aggravate.
Secondo l'accusa contenuta nel capo di imputazione, durante una manifestazione indetta dal gruppo "denominato Ragazzi d'Italia, in esecuzione di un medesimo disegno criminoso" gli imputati hanno preso "parte ad una radunata sediziosa di circa 300 persone armate di bastoni, cinghie, bombe carta e altri oggetti contundenti, nel corso della quale dapprima costringevano i giornalisti ad allontanarsi impedendogli di esercitare il diritto di cronaca e successivamente aggredivano il personale di servizio di ordine pubblico" con lancio di "petardi, fumogeni e bombe carta".
All'udienza di oggi, martedì 9 maggio 2023, hanno chiesto di costituirsi parte civile la Fnsi e un giornalista freelance, assistiti dall'avvocato Giulio Vasaturo.