"Il Coordinamento delle Associazioni regionali di stampa ritiene grave, errata e strumentale la posizione della Fieg che da oltre un anno blocca la riforma della previdenza dei giornalisti italiani deliberata dal consiglio di amministrazione dell'Inpgi.
La questione di un riequilibrio della rappresentanza all'interno del consiglio di amministrazione dell'istituto previdenziale è materia indisponibile sul tavolo di una riforma il cui varo assolve alla necessità di garantire anche in futuro l'equilibrio economico dell'Inpgi. La parte datoriale sfugge a questo confronto ponendo sul tavolo un'altra questione con la quale pretende di "sequestrare" – dopo il diritto al negoziato sull'innovazione del contratto nazionale di lavoro – anche la pensione dei giornalisti italiani. La Fieg, ritardando l'esecuzione di un provvedimento equilibrato e necessario, rinuncia all'esercizio responsabile del proprio ruolo di parte sociale. Tale atteggiamento illustra un precedente la cui gravità deve fare riflettere il Paese alla vigilia di un confronto politico-sindacale che investirà anche la materia previdenziale. All'arroganza si risponde con la fermezza. Al muro del silenzio si deve opporre la ragionevolezza di una posizione che non ha pregiudiziali, ma ha ben chiare alcune priorità: prima si gioca e si chiude la partita della riforma e della decontribuzione; un minuto dopo si avvia il confronto sullo statuto: dal riequilibrio della rappresentanza alla rimozione del diritto di veto oggi in capo alle parti sociali. Altre determinazioni da parte di terzi sarebbero in questa fase da ritenersi "ostili" verso l'autonomia dell'Istituto di previdenza dei giornalisti italiani, verso il loro sindacato. Un premio immeritato a chi per dodici mesi ha giocato solo a sabotare il negoziato. Si vari la riforma dell'Inpgi (senza modifiche all'attuale equilibrio nel CdA), si apra il tavolo del rinnovo contratto nazionale di lavoro, si avvii una ricognizione dello statuto dell'Inpgi. Ciò che è indisponibile è comunque l'autonomia dell'Istituto. Non si tratta di una "pretesa" ma di una polizza assicurativa posta a tutela del diritto ad una pensione equa ma soprattutto certa, per l'oggi e per il domani". Il Coordinamento delle Associazioni Regionali di Stampa per un Sindacato di servizio (Abruzzo, Basilicata, Emilia-Romagna, Liguria, Marche, Molise, Puglia, Trentino-Alto Adige, Umbria, Val d’Aosta, Veneto)