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Ordine 14 Feb 2007

Consiglio della Sardegna: una carta delle incompatibilità per “liberare” il mercato del lavoro

Pubblichiamo il documento di indirizzi sulle incompatibilità del Consiglio regionale dell’Ordine dei giornalisti della Sardegna

Pubblichiamo il documento di indirizzi sulle incompatibilità del Consiglio regionale dell’Ordine dei giornalisti della Sardegna

RICORDATO che tra i compiti dell’Ordine dei giornalisti c’è la tutela dell’autonomia professionale degli iscritti come presupposto della libertà di cronaca e di critica sancita dall’articolo 2 della legge 3 febbraio 1963, n. 69 (Ordinamento della professione di giornalista); e che lo stesso articolo 2 recita: “Giornalisti ed editori sono tenuti (…) a promuovere (…) la fiducia tra la stampa e i lettori”; SOTTOLINEATO che la Carta dei doveri del giornalista sottoscritta dall’Ordine nazionale afferma, nel capitolo sulle incompatibilità anche a garanzia del lettore, che “il giornalista non assume incarichi e responsabilità in contrasto con l’esercizio autonomo della professione” e che “il giornalista rifiuta pagamenti, rimborsi spese, elargizioni (…) da privati o enti pubblici, che possano condizionare il suo lavoro e l’attività redazionale o ledere la sua credibilità”; RIBADITO che il lavoro giornalistico, a condizione che siano garantiti l’autonomia professionale e il rispetto delle norme deontologiche, ha pari dignità sia nelle redazioni sia negli uffici stampa; RIMARCATO che la legge 7 giugno 2000, n. 150 (Disciplina delle attività di informazione e di comunicazione delle pubbliche amministrazioni) dispone all’articolo 7 che “il portavoce non può, per tutta la durata del relativo incarico, esercitare attività nei settori radiotelevisivo, del giornalismo, della stampa e delle relazioni pubbliche”; e che la stessa legge, all’articolo 9, estende tale divieto ai “coordinatori e componenti dell’ufficio stampa”; VALUTATO che la stessa distinzione di ruoli prevista dalla legge 150/2000 per i portavoce, i coordinatori e i componenti dell’ufficio stampa è implicitamente ritenuta opportuna anche per le strutture private e per il ruolo di addetto stampa e di consulente; e che per una naturale reciprocità il divieto del doppio incarico debba ritenersi opportuno, nel rapporto con gli uffici stampa pubblici e privati, per i giornalisti che operano nelle redazioni e che limitazioni vanno previste per i collaboratori nei settori radiotelevisivo, della carta stampata e del web; EVIDENZIATO che in Sardegna il rapporto tra le aziende editoriali e gli uffici stampa ha carattere di specificità (mercato circoscritto dall’isolamento geografico, ridotto numero di soggetti in campo) rispetto a realtà più ampie, articolate e complesse; DENUNCIATO il crescente aumento dei giornalisti disoccupati o precari, ai quali occorre dare una risposta positiva in termini di opportunità a difesa della loro capacità e dignità professionale; RIMARCATA l’esigenza, come una delle condizioni basilari dell’autonomia professionale, di esaltare il ruolo delle redazioni, troppo spesso esautorate da incarichi esterni o da rapporti anomali con uffici stampa o di pubbliche relazioni; decide di predisporre, interpretando un’opinione molto diffusa nella categoria, una “Carta” su specifiche incompatibilità nel lavoro giornalistico, da sottoporre poi all’attenzione ed eventualmente alla firma anche dei soggetti istituzionali pubblici e privati interessati, con l’obiettivo di far si che: 1) i giornalisti dipendenti delle aziende editoriali della Sardegna si astengano dall’assumere incarichi in uffici stampa o di pubbliche relazioni di enti pubblici e privati; 2) i giornalisti dipendenti delle aziende editoriali della Sardegna si astengano dall’assumere incarichi extraprofessionali in enti pubblici o società private che possano direttamente o indirettamente limitare la loro autonomia professionale e di giudizio; 3) i giornalisti dipendenti delle aziende editoriali della Sardegna si astengano dal condurre e/o organizzare trasmissioni radiotelevisive o elaborare nei giornali e nel web servizi e interviste che siano sponsorizzati, anche attraverso l’acquisto di spazi ad hoc, da soggetti pubblici e privati non editoriali direttamente coinvolti nei contenuti della medesima informazione; 4) i collaboratori delle aziende editoriali della Sardegna si attengano agli stessi indirizzi nel caso in cui gli incarichi esterni siano tali da condizionare il loro rapporto con le aziende editoriali. Il Consiglio dell’Ordine dei giornalisti della Sardegna rivolge fin d’ora un appello perché anche i giornalisti pensionati, tenendo conto delle difficoltà occupazionali, operino perché gli incarichi negli uffici stampa, di addetti stampa e di pubbliche relazioni vengano affidati a giornalisti disoccupati o precari. Il Consiglio dell’Odg della Sardegna, infine, invita tutti i colleghi alla fase di confronto che sarà fissata in tempi brevi per un’attenta riflessione sulle questioni etico-professionali e sul dovere di rafforzare la fattiva solidarietà tra i giornalisti.

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