La polemica sul calo di ascolti del Tg1 arriva come un ciclone al congresso dell'Usigrai a Salsomaggiore Terme. Il pomeriggio congressuale, in particolare, è segnato dall'intervento di due componenti del comitato di redazione della testata.
Alessandro Gaeta infiamma la platea: ''C'è concreto il pericolo che i vizi del centro si allarghino fino ad investire la periferia. Si sta manifestando una profonda crisi di credibilità, ascrivibile a Minzolini, ma anche ai suoi predecessori, come Gianni Riotta, il quale, pur con le sue cadute, aveva però una maggior autorevolezza''. Gaeta denuncia la difficoltà di raccontare fatti, storie e notizie e il clima di ''veleni e ricatti'' in redazione. Altra voce critica è quella di Alessandra Mancuso - candidata all'esecutivo dell'Usigrai - che dalla platea parla di senso del ridicolo, di notizie che non sono notizie, di scopiazzamenti da giornali e porta all'attenzione dei colleghi le numerose mail di protesta dei telespettatori.
Paolo Di Giannantonio, tra i volti noti del Tg1 da poco sostituito alla conduzione per decisione di Minzolini, indica tre ragioni alla base del calo di ascolti, che vengono da lontano: ''La prima è un certo grigiore, che viene sempre più percepito dalla platea; la seconda è ascrivibile alle soft-news che ammiccano alla fascia di popolazione più anziana ma che rischiano di lasciare per strada i più giovani; e infine c'è una forma di identificazione col partito di maggioranza, valutata negativamente dal pubblico''.
Sull'altro fronte nei giorni scorsi apprezzamento per il direttore è stato espresso dagli animatori della lista di minoranza, Rai l'Alternativa, con Luigi Monfredi e Paolo Corsini. (ANSA)