L'edizione italiana di Glamour chiude i battenti. Lo ha annunciato oggi, 26 novembre 2019, l'azienda al Cdr di Condé Nast. «Dopo mesi di tira e molla sul destino della testata – rileva il Comitato di redazione – l'azienda ha confermato le peggiori paure dei giornalisti, staccando la spina a Glamour proprio mentre si appresta ad arrivare in edicola a dicembre quello che sarà l'ultimo numero della pubblicazione».
L'azienda, prosegue il Cdr, «ha annunciato che 9 dei 10 giornalisti della redazione sono in esubero, proprio mentre valuta operazioni espansive, come un'unità redazionale organizzativa per lanciare nuovi prodotti. Per la quale, però, non accetta di considerare i giornalisti di Glamour. Solo qualche giorno fa i colleghi di Condé Nast avevano manifestato tutta la loro preoccupazione sul futuro di Glamour, con la redazione privata di risorse fondamentali e abbandonata a fare un lavoro che, come ora è stato confermato, non vedrà più luce».
I giornalisti di Condé Nast, conclude la rappresentanza sindacale, «non si rassegnano a una strategia di continui tagli che negli anni hanno dimezzato il numero dei giornalisti nelle redazioni e annunciano che si attiveranno per offrire un futuro alle colleghe di Glamour nelle redazioni delle altre testate in sofferenza o in eventuali nuove iniziative editoriali».
Al fianco dei giornalisti di Glamour e di tutta la redazione Condé Nast l'Associazione Lombarda dei giornalisti e la Federazione nazionale della Stampa italiana, che esprimono «preoccupazione per il destino dei 10 colleghi della redazione di Glamour, 9 dei quali sarebbero già stati dichiarati esuberi».
Condé Nast, aggiungono, «da anni sta letteralmente smantellando le redazioni tra chiusure di testate ed esodi incentivati, tanto che il numero dei giornalisti in pochi anni si è dimezzato. Una politica di tagli dell'occupazione che secondo Fnsi e Alg è perdente e antitetica rispetto a un rilancio basato sulla qualità delle riviste. Il sindacato combatterà a fianco dei colleghi e del Comitato di redazione per cercare una ricollocazione dei colleghi interessati dal chiusura, affinché la loro professionalità non vada dispersa».