MOZIONE 1 Il Consiglio nazionale dell’UNCI, riunito a Viareggio il 28-29-30 novembre 2005, dopo aver fatto il punto della dura vertenza in atto per il rinnovo del contratto di lavoro, invita tutti i cronisti, alla vigilia di una nuova e ancor più aspra fase di lotta, a mobilitarsi compatti a sostegno delle richieste avanzate dalla Fnsi.
In particolare a difesa delle conquiste contrattuali dell’autonomia professionale e della qualità dell’informazione, contro la deregulation della professione, contro la flessibilità selvaggia, contro l’abuso del part-time, del lavoro in appalto e a termine, contro i licenziamenti incontrollati, nonché per salvaguardare i livelli retributivi e istituti acquisiti come gli scatti di anzianità e le ferie. Il CN dell’UNCI chiede ai propri iscritti e a tutti i colleghi, al di là dei momenti di confronto interno che possono dare l’errata impressione di una qualche incertezza riguardo alla volontà di tutti i giornalisti italiani di chiudere positivamente e al più presto la difficile vertenza contrattuale, di partecipare senza deroghe alle due nuove giornate di sciopero proclamate dalla FNSI. Il CN dell’UNCI, infine, sottolineato come, nonostante la massiccia adesione agli ultimi scioperi, un esiguo numero di direttori sia riuscito a far arrivare in edicola le proprie testate con l’appoggio di pochissimi colleghi contrattualizzati, ma soprattutto grazie all’uso in modo deontologicamente e moralmente discutibile delle inopportune finestre informative di agenzia, di altre forze di lavoro precarie e anche non esclusivamente giornalistiche, esprime la propria condanna e auspica sia l’intervento dell’Ordine dei giornalisti sia lo studio di misure e azioni anche legali che possano evitare il ripetersi di tali episodi. MOZIONE 2 Il Consiglio Nazionale dell’UNCI, riunito a Viareggio il 28,29 e 30 novembre 2005, alla luce del convegno su “Libertà vigilata per la stampa”, esprime crescente preoccupazione per il clima di insofferenza e di ostilità che si sta manifestando contro il giornalismo libero e indipendente e contro il diritto dei cittadini a un’informazione completa e corretta. In particolare, negli ultimi tempi si assiste a un attacco sistematico alla professionalità del giornalista con l’omertà degli stessi editori che, incuranti della dequalificazione del prodotto e per miopi calcoli commerciali, scelgono di sfruttare i precari iscritti e non iscritti all’Ordine professionale. Mentre le fonti di informazione pubbliche e private rispondono sempre meno alle elementari regole di neutralità e imparzialità per enfatizzare il ruolo dei poteri a scapito della verità dei fatti, il muro censorio specie nei confronti dei cronisti si sta costruendo persino mediante atti legislativi. Per citarne i più clamorosi, la riforma della legge sulla diffamazione con i suoi contenuti intimidatori (o carcere o interdizione dalla professione o supersanzioni); la riforma del Codice militare che prevede il carcere per i giornalisti che rivelino presunti segreti anche nelle missioni di pace; le interpretazioni restrittive della legge sulla privacy da parte delle amministrazioni pubbliche; la riforma dell’ordinamento della Giustizia con norme liberticide che hanno l’effetto di omologare la comunicazione delle Procure; il ddl sulle intercettazioni telefoniche e sulla pubblicità degli atti giudiziari anche laddove non sussiste più il segreto. E’ con queste vecchie e nuove reti di divieti, si reticenze, di segreti, spesso di Pulcinella, che i cronisti devono fare i conti. Pertanto il Consiglio Nazionale dell’UNCI si appella alla FNSI e a tutti gli organismi della categoria affinché sostengano le legittime ragioni professionali non solo dei cronisti ma di tutti i giornalisti, chiamando alla mobilitazione generale contro le suggestioni liberticide del sistema dei poteri nell’ambito degli scioperi per il contratto e della vertenza politica sull’informazione proposta dall’Unione Cronisti e sostenuta dalla Federazione della Stampa in difesa dei valori democratici e dei princìpi costituzionali della libera informazione. MOZIONE 3 Il Consiglio Nazionale dell’UNCI, riunito a Viareggio il 28,29,30 novembre 2005, Preso atto che la riforma dell’ordinamento giudiziario limita fortemente la libertà di azione dei cronisti, impedendo l’accesso diretto alle fonti mediante la gerarchizzazione dell’ufficio del Pm e la contemporanea istituzione di una procedura chiusa per la verifica delle informazioni, Impegna l’UNCI a intervenire presso il Consiglio Superiore della Magistratura perché venga garantito dai procuratori distrettuali l’accesso alle informazioni necessarie all’esercizio del diritto-dovere di cronaca. Auspica un intervento legislativo volto a ripristinare le migliori condizioni per l’esercizio del predetto diritto-dovere di cronaca che costituzionalmente si fonda sulla libertà di movimento e di accesso alle fonti da parte dei giornalisti. MOZIONE 4 Il gruppo cronisti siciliano chiede di far scattare l’immediata sospensione di quegli iscritti all’UNCI che non aderiscono allo sciopero. A Palermo l’UNCI ha sospeso 4 iscritti che hanno lavorato gli scorsi 8 e 9 novembre 2005 al Giornale di Sicilia. Si chiede che tutti i Gruppi adottino analoghe iniziative rinviando ai Probiviri delle Associazioni di Stampa i provvedimenti sanzionatori del caso.