Cinque cittadini sudanesi provenienti dal Darfur, vittime del rimpatrio eseguito il 24 agosto 2016 dall'Italia, hanno presentato ricorso alla Corte europea dei diritti umani per chiedere l'accertamento dell'illegittimità del comportamento del governo italiano ai sensi della Convenzione europea dei diritti dell'uomo ed il risarcimento dei danni determinati dallo stesso.
Il ricorso fa riferimento alla violazione di diversi articoli della Convenzione, come verrà spiegato nel corso di una conferenza stampa che si terrà a Roma, giovedì 16 alle 14.30, nella sede della Fnsi.
La conferenza stampa è promossa da un gruppo di associazioni che fanno parte del Tavolo asilo nazionale: Arci, Asgi, Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia, Amnesty International, A Buon Diritto, Senzaconfine, Cnca, Medu, CIR, Focus-Casa dei Diritti Sociali, Centro Astalli.
Parteciperanno l'avvocato Salvatore Fachile dell'Asgi, Filippo Miraglia dell'Arci, e altri esponenti del Tavolo. La vicenda, da cui origina il ricorso, ricorda una nota, segue la sottoscrizione dell'accordo tra il capo della Polizia italiana, Franco Gabrielli, ed il capo della Polizia nazionale del ministero dell'Interno sudanese del 3 agosto 2016, uno dei tanti accordi amministrativi siglati dall'Italia per semplificare la riammissione di cittadini di paesi terzi in condizioni ritenute non regolari. (AdnKronos)