Si chiude con l'augurio del presidente della Fnsi, Giuseppe Giulietti, e del segretario del Sindacato unitario giornalisti della Campania, Claudio Silvestri, a difendere un giornalismo libero, forte e senza minacce, la V edizione del Festival Imbavagliati, il primo Festival internazionale di giornalismo civile che dal 2015 dà voce a quei giornalisti che nei loro Paesi hanno sperimentato il bavaglio della censura e la persecuzione di regimi dittatoriali.
Il tema di quest'anno del Festival, ideato dalla giornalista Désirée Klain, è stato 'Guerre Innocenti' ed ha acceso una luce su alcuni di quei territori in cui minori (34 milioni nel mondo secondo i dati del rapporto Unicef Italia che ha patrocinato la manifestazione contro i bavagli) vivono in situazioni di guerra e hanno urgente necessità di misure di protezione: Siria, Libia, Afghanistan, Sudan e Sud Sudan ma anche il vicino Marocco dove è in atto un preoccupante traffico di minori. Realtà scomode e poco conosciute dal grande pubblico che giornalisti testimoni invitati alla rassegna hanno raccontato con la propria voce.
Prologo del Festival è stata la V edizione del 'Premio Pimentel Fonseca', assegnato a Helena Maleno, giornalista e attivista spagnola che si è occupata di diritti dei migranti, mentre la comandante e attivista tedesca Carola Rackete ha ricevuto il premio honoris causa per aver portato in salvo vite umane.
Come ogni anno, il Festival si è svolto in un luogo simbolico della memoria: il Palazzo delle Arti di Napoli, dove è custodita la Mehari di Giancarlo Siani, il giornalista napoletano assassinato dalla camorra nel 1985. Proprio quest'anno, nella stessa sala dove è conservata la sua auto, si è tenuta l'inaugurazione della 'Sala della Memoria' dedicata a tutte le vittime innocenti della criminalità, con la mostra fotografica 'NonInvano', che ritrae i volti delle vittime.