«Non è possibile pensare di vendere ai saldi 24 persone, 24 lavoratori, 24 giornalisti con una lunga storia professionale alle spalle. La Federazione nazionale della Stampa italiana, l'Associazione Lombarda dei Giornalisti e l'Associazione Stampa Romana sono al fianco dei 24 colleghi di Panorama in una vertenza per cessione di ramo d'azienda che non ha precedenti per scorrettezza e modalità ricattatorie». Questa la posizione del sindacato dopo che ieri, 26 ottobre 2018, le due società, la cedente Mondadori e la cessionaria La verità che fa capo a Maurizio Belpietro, hanno unilateralmente dichiarato concluso l'esame congiunto previsto dalla legge, «quando è evidente – spiegano Fnsi e Associazioni regionali di stampa – che la procedura non può dichiararsi esperita finché il sindacato non abbia avuto chiarite in toto le modalità con cui i giornalisti dovrebbero passare alla nuova società. A tre giorni dalla presunta chiusura dell'operazione, ancora non si sa quanti colleghi dovrebbero tagliarsi lo stipendio perché l'operazione si perfezioni, né quali siano le cosiddette clausole sospensive che La verità ha posto perché l'acquisizione vada in porto».
Mondadori da un lato e La Verità dall'altro, prosegue il sindacato, «hanno messo i colleghi di fronte a un ricatto: o vi tagliate pesantemente la retribuzione per essere trasferiti a La Verità, che altrimenti non vi compra, oppure vi chiudiamo prima del 2019. Il tutto con tempi strettissimi e conseguente pesante pressione psicologica sui diretti interessati. Fnsi, Alg e Asr non potranno mai dare il loro imprimatur a un trasferimento che prevede modalità vessatorie, quando la legge impone che il passaggio dei lavoratori avvenga a parità di condizioni, con tutti i diritti salvaguardati. Il sindacato valuterà se ci sono, come riteniamo, tutte le condizioni per trascinare in tribunale i protagonisti di questa vicenda. Cosa che sarà inevitabile se non prevarrà il buon senso».
Fnsi, Alg e Asr, infine, «stigmatizzano anche la volontà di Mondadori di 'rottamare', per giunta con queste modalità inaccettabili, una testata storica come Panorama, per anni tra gli asset più prestigiosi della casa editrice».