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Libertà di informazione 27 Dic 2023

Cdr Tg3 Rai: «L'emendamento Costa indebolisce la democrazia»

I rappresentanti sindacali: «Sosteniamo la protesta di Fnsi, Usigrai e Associazioni regionali di Stampa».

Il Cdr del Tg3 esprime «forte preoccupazione per l'emendamento Costa», la norma che impone il divieto di pubblicazione «integrale o per estratto» del testo di un'ordinanza di custodia cautelare fino a quando si siano concluse le indagini preliminari e quindi, di fatto, fino a diversi mesi dopo che sia stato commesso un reato. Tale norma approvata alla Camera passerà ora al vaglio del Senato per l'approvazione finale.

«Già oggi, dopo la riforma del 2017, nell'ordinanza di custodia cautelare devono essere riprodotti "solo i brani essenziali" delle comunicazioni intercettate e c'è la garanzia della "riservatezza delle comunicazioni non rilevanti" ai fini della giustizia penale. Riteniamo quindi che l'ulteriore divieto leda profondamente il diritto dei cittadini a essere informati e non tuteli peraltro l'indagato. L'emendamento Costa - afferma il Cdr del Tg3 in una nota - non impedirà la pubblicazione della notizia di un arresto, ma priverà i giornalisti della possibilità di riferire il contenuto delle accuse con precisione, in modo verificabile. Ciò rischia di tradursi in una maggiore approssimazione a danno degli stessi indagati e impedirà ai cittadini di conoscere il merito delle accuse su fatti di cronaca rilevanti. La presunzione di innocenza è un principio sacrosanto, che però nulla ha a che fare con questa riforma: consentire di pubblicare notizie riguardo a un arresto solo sulla base di un principio di "relata refero" e senza invece poter avere accesso diretto a una delle fonti primarie di un'indagine è il contrario del lavoro giornalistico. Indebolisce noi e soprattutto la democrazia».

«Per fare un esempio sugli effetti dell'emendamento Costa - continua il comunicato - se fosse già stato in vigore avrebbe impedito al nostro pubblico di conoscere realmente cosa è avvenuto il 23 maggio 2021 sul Mottarone prima del 20 maggio 2023, giorno della chiusura dell'indagine preliminare. Sarebbero stati due anni di interrogativi senza risposta sui controlli mancati e sulla consapevolezza degli indagati del malfunzionamento dell'impianto. Vale per il Mottarone, come per la quasi totalità delle inchieste che abbiamo seguito in questi anni, dalle stragi per disastri di varia natura alle indagini sulla mafia fino ai femminicidi. Per questo sosteniamo la protesta simbolica di Fnsi, Usigrai e delle Associazioni regionali di Stampa che si svolgerà domani davanti a Palazzo Chigi e parteciperemo attivamente alla valutazione di ogni altra iniziativa futura volta a far comprendere ai cittadini il pericolo dell'approvazione di una norma simile». (Ansa, 27 dicembre 2023).

@fnsisocial

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