Il Cdr de "Il Giorno" contesta alla Poligrafici Editoriale di voler realizzare la nuova edizione di Sesto-Cinisello al di fuori delle regole fissate con gli accordi sottoscritti tra sindacato e azienda nel 2003 e nel 2005
"Nell'ambito dell'incontro con il direttore responsabile Giovanni Morandi e con il direttore del personale Giuseppe Zavatta svoltosi il 21 marzo scorso, il Cdr de , dopo aver premesso di considerare la nuova edizione Sesto-Cinisello (13 pagine compresa la copertina, prima uscita il 29 marzo) un'iniziativa potenzialmente valida, s'è premurato di ribadire le tre richieste già avanzate in precedenti occasioni. Ossia: 1°) Rafforzamento dell'organico indicato da direttore e Azienda (quattro Articoli 1, dei quali due a tempo determinato, e due Articoli 12) attraverso l'assunzione, anche a tempo determinato, di almeno un altro Articolo 1 e di almeno un altro Articolo 12. 2°) Adeguamento, motivato dal carico di lavoro in aumento esponenziale, degli emolumenti percepiti dai due Articoli 12 già in servizio sul territorio. 3°) Garanzia scritta che l'affidamento al capocronista di Milano di una responsabilità sulle edizioni di Milano, Metropoli e Sesto-Cinisello e l'accorpamento fisico delle redazioni di Milano, Metropoli e Sesto-Cinisello (l'Azienda ha confermato di voler procedere in tempi rapidi al trasferimento di tutti i giornalisti con sede a Milano, compresi quelli in forza al , al primo piano di via Stradivari) non presuppongano in alcun modo la nascita di una megaredazione, peraltro più esposta delle tre attualmente esistenti all'eventuale contestazione di presunti esuberi, in cui tutti devono fare tutto. Si tratta, come potete notare, di richieste non ideologiche (il Cdr avrebbe potuto negare il suo avallo all'edizione Sesto-Cinisello trincerandosi dietro il mancato rinnovo del Contratto nazionale o dietro l'assenza di una sede sul territorio con almeno l'assunzione di un Articolo 1 in loco) ma pratiche (abbiamo calcolato, sulla base di confronti con edizioni già esistenti, che in 13 pagine ci vanno 45-50 pezzi ovviamente da scrivere e da titolare). Il Cdr rimane, del resto, convinto che l'edizione Sesto-Cinisello avrà successo solo se supportata sin dall'inizio di un organico numericamente in grado non solo di chiudere ogni giorno l'edizione (la qualità professionale di tutti i colleghi coinvolti non è in discussione) ma anche di affermarsi ulteriormente sul territorio attraverso scoop, inchieste, servizi originali eccetera. E solo a patto di non risucchiare energie, attraverso l'accorpamento cui accennavamo, alle edizioni di Milano e Metropoli, quest'ultima già ridotta all'osso quanto a organici. E, tuttavia, le tre richieste avanzate dal Cdr sono state respinte di concerto dal direttore responsabile e dall'Azienda. In ordine alla prima (rafforzamento dell'organico per Sesto-Cinisello), il direttore del personale ha messo in campo l'ipotesi di una verifica in tempi medi (sei mesi) dei carichi di lavoro e s'è sottratto alle sollecitazioni del Cdr sull'adeguamento immediato con argomentazioni legate al budget (la Poligrafici Editoriale ha, complessivamente, stanziato 500.000 euro per le nuove iniziative de ) che impedirebbero di assumere, anche a tempo determinato, un altro Articolo 1 e un altro Articolo 2. L'organico dell'edizione Sesto-Cinisello dovrebbe, secondo il direttore responsabile e il direttore del personale, rimanere, dunque, per almeno sei mesi ancorato a: un caporedattore plurimandatario (Ippolito Negri), un responsabile (Fachin), due Articoli 1 a tempo determinato (Anastasio e Stimolo), un Articolo 1 a tempo indeterminato (Foletti) e due Articoli 12 a tempo indeterminato (Palazzolo e Longo). Pur registrando con soddisfazione l'accoglimento della richiesta di non procedere al reinserimento nella sede di Monza della collega Foletti e la volontà di procedere in tempi brevissimi alla contrattualizzazione di un Articolo 1 per la sede di Monza, il Cdr ha eccepito sia sulla circostanza che la redazione di Monza, pure con l'entrata in servizio di un nuovo collega, si ritrovererebbe sottorganico rispetto agli accordi del 2003, 2005 e 2006 sia su quella che la redazione Metropoli, già ai minimi quanto a colleghi in servizio, perderebbe un'unità (un collega ancora non individuato andrebbe a sostituire la Foletti in Province) a fronte sì di due pagine in meno (quelle di Sesto verranno fornite a Metropoli dalla nuova redazione) ma pure di una situazione ingarbugliata. Altre contestazioni del Cdr, tranquillamente ignorate dall'Azienda, hanno riguardato il coinvolgimento nel progetto di Sesto-Cinisello di diversi colleghi dell'edizione Metropoli e la possibilità di rientrare a Milano attraverso la nuova edizione che era stata prospettata ad alcuni colleghi in servizio presso redazioni esterne nonostante risiedano a Milano. La Poligrafici Editoriale, diversamente da quanto aveva fatto per esempio con Lecco-Como, oggetto di una lunga e produttiva trattativa sul fronte degli organici, ha messo questa volta di fronte al Cdr un'offerta palesemente insufficiente ma da prendere o da lasciare. Quanto al secondo punto, ossia l'adeguamento dei compensi per gli Articoli 12 Palazzolo e Longo, l'Azienda ha annunciato che i diretti interessati verranno convocati a Milano per discutere la loro situazione economica il 27 marzo. A 24 ore, cioè, dalla partenza della nuova edizione. Il che, tenendo presente che di quest'iniziativa si parla da almeno un anno, non rappresenta proprio una garanzia dell'accoglimento delle richieste di Palazzolo e Longo. Tanto più che questi colleghi già in passato si erano rifiutati di firmare i contratti con conguaglio sulla produzione sottoscritti, invece, da altri colleghi, alcuni dei quali realmente gratificati da aumenti, altri, invece, penalizzati da trattenute motivate dal mancato raggiungimento del cosiddetto di articoli. A proposito di forze sul territorio, direttore responsabile e direttore del personale hanno anticipato l'entrata in servizio di sette-otto collaboratori per Sesto-Cinisello. Ma, scava scava, è venuto fuori che i nuovi collaboratori non potranno scrivere più di 20 articoli al mese a meno di non aprire la partita Iva. I cui costi di gestione, com'è noto, finiscono spesso per superare i guadagni. Tanto più se sommati a quelli telefonici e chilometrici. E, francamente, nessun Cdr può accettare né l'idea che i collaboratori lavorino quasi gratis né quella che i colleghi al desk si ritrovino costretti a persuadere qualcuno dei collaboratori, deluso nelle sue aspettative, a continuare a scrivere. Anche la terza richiesta del Cdr (garanzia scritta del non accorpamento nei fatti delle redazioni di Milano, Metropoli e Sesto-Cinisello) è stata ignorata dall'Azienda. Il direttore del personale ha, anzi, sostenuto che l'esistenza di una grande redazione al posto di tre favorirà l'organizzazione del lavoro e permetterà di affrontare meglio le chiusure quotidiane (il concetto che tutti devono fare tutto è stato ribadito) e i periodi a rischio di copertura come le ferie e le malattie. Il Cdr ha, allora, invitato il direttore responsabile ha fornire una nuova versione della lettera, allegata agli accordi del 2003, 2005 e 2006, con cui vengono definite le redazioni e gli organici assegnati. Anche questa richiesta, avanzata in subordine alla garanzia scritta dell'accorpamento nei fatti di tre redazioni, ma che comunque ci sembrava capace di contribuire a disinnescare un piano a orologeria contro l'autonomia delle singole redazioni, è stata respinta. Tra l'altro, Zavatta, smentendo il suo precedente annuncio, non ha illustrato il progetto di trasferimento di tutte le redazioni milanesi al primo piano della sede di via Stradivari, spiegando solo che è stato rinviato di un mese a causa di una postazione della Spe erroneamente non prevista nella piantina originaria. Al termine del confronto, il Cdr ha espresso per l'esito dell'incontro e, davanti all'assenza di nuove convocazioni per i prossimi giorni, ha ricordato all'Azienda l'affidamento a maggioranza da parte dell'assemblea dei redattori (14 marzo scorso) di un pacchetto di tre giorni di sciopero". Il Cdr de "Il Giorno"