La Federazione nazionale della Stampa italiana e l'Assostampa Siciliana esprimono solidarietà al collega Antonio Condorelli, coordinatore della redazione catanese di LiveSicilia, nei confronti del quale il giudice Dauno Trebastoni, indagato per corruzione, ha chiesto il sequestro del computer e del cellulare e la perquisizione della casa e del suo ufficio. Dopo la denuncia di Trebastoni, Condorelli da 16 mesi si trova sotto indagine per aver semplicemente dato notizia di un blitz. Al collega Condorelli sono stati controllati i tabulati telefonici. Inoltre il collega è stato interrogato e sono stati estratti gli aggiornamenti dell'articolo che ha scritto sul caso sulla testata online LiveSicilia (14 aggiornamenti in un giorno).
La Procura di Catania ha chiesto l'archiviazione. Per questo Fnsi e Associazione Siciliana della Stampa chiedono «l'intervento del capo della Procura e del presidente del Tribunale di Catania affinché possa essere messa la parola fine a quello che sembra un comportamento prevaricatorio, persecutorio e vessatorio nei confronti del collega Condorelli, reo di aver scritto in piena libertà fatti di dominio pubblico».
Condorelli aveva lanciato la notizia del blitz al Tar dei militari nel gennaio 2019. Trebastoni, in servizio al Tar durante la perquisizione dei finanzieri, ha accusato il giornalista di rivelazione del segreto istruttorio. Quella mattina, dopo l'articolo di Condorelli, fu la Procura di Catania a fornire, con un comunicato stampa, i particolari del blitz. Durante le indagini, delegate dalla Procura, sono stati estratti i tabulati telefonici che fanno confermato la ricostruzione del cronista. Gli inquirenti hanno anche estratto dal sistema di gestione del quotidiano catanese i 14 aggiornamenti dell'articolo incriminato, accertando che corrispondevano al comunicato della Procura e alle informazioni fornite da un altro avvocato coindagato con Trebastoni. La Procura ha documentato che, per avere informazioni, Condorelli ha chiamato la segreteria del procuratore capo, che non fornì alcun particolare, e il cellulare dell'avvocato Attilio Luigi Maria Toscano, che confermò, come descritto nell'articolo, di essere indagato insieme con Trebastoni.
"Dalle indagini svolte – scrive la Procura – emerge chiaramente come il giornalista si limitava a pubblicare, con grande tempestività, notizie di cui aveva avuto conoscenza per averle apprese personalmente nel momento in cui gli eventi descritti si verificavano e non vi è alcun motivo di ritenere che di tali informazioni ne fosse venuto a conoscenza prima che divenivano di dominio pubblico, ovvero prima della loro esecuzione. Inoltre, è stato accertato che tutte le pubblicazioni sulla testata giornalistica e contestate dal denunciante sono avvenute in orari successivi al verificarsi degli eventi".
Il Tribunale ha fissato udienza in camera di consiglio per il prossimo 20 dicembre, quando si discuteranno la richiesta di opposizione all'archiviazione richiesta dalla Procura di Catania e le richieste formulate dal giudice Trebastoni.