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Un momento della conferenza stampa con il presidente Fico e i genitori di Giulio Regeni
Iniziative 10 Dic 2020

Caso Regeni, quattro 007 egiziani verso il processo. Fico: «Prima importante tappa verso la verità »

«Noi tutti, cittadini italiani, attendiamo risposte», ha detto il presidente della Camera commentando in conferenza stampa le conclusioni dell'inchiesta della procura di Roma. I genitori: «La lotta della nostra famiglia è diventata una lotta per la democrazia. Andiamo avanti». Giulietti: «Grazie a chi non si è arreso».

«Oggi è una tappa fondamentale di un lungo percorso difficile. Ringrazio tutti coloro che l'hanno resa possibile, in particolare la procura di Roma, che ha svolto un lavoro eccezionale, tra mille difficoltà». Così il presidente della Camera, Roberto Fico, in conferenza stampa con i genitori di Giulio, Paola Deffendi e Claudio Regeni, collegati da remoto, e la legale della famiglia, Alessandra Ballerini, ha commentato le conclusioni dell'inchiesta della procura di Roma sul sequestro, la tortura e la morte del giovane ricercatore italiano ucciso al Cairo nel 2016. Chiuse le indagini a due anni dall'iscrizione nel registro degli indagati degli 007 egiziani appartenenti alla National Security, avvenuta il 4 dicembre 2018, i magistrati romani hanno contestato a quattro di loro, a seconda delle posizioni, diversi reati fra cui sequestro di persona pluriaggravato, concorso in omicidio aggravato e concorso in lesioni personali aggravate. Per un quinto agente è stata chiesta l'archiviazione.

«Dopo tutti questi anni aver ascoltato oggi le parole dei magistrati Prestipino e Colaiocco in Commissione parlamentare di inchiesta – ha affermato Fico – deve farci aprire le coscienze. Invito tutti gli italiani ad ascoltare le parole dei magistrati. Le istituzioni devono fare la loro parte fino in fondo, che è quello che sto cercando di fare. Ascoltare le parole dei magistrati ci dà il segno di ciò che avviene in Egitto, ci restituisce un quadro agghiacciante. Ora dobbiamo andare avanti, nessuno può tirarsi indietro dal fare la propria parte.

La storia di Giulio, ha aggiunto il presidente della Camera, «è anche lo specchio delle debolezze dell'Europa. Se l'Europa avesse viaggiato unita, se l'Italia e la Francia avessero voluto le stesse cose, nessuno avrebbe potuto ignorarle e metterle da un lato. La verità sarebbe arrivata prima». Fico ha poi ribadito che «dobbiamo andare fino in fondo sulla tragica morte di Giulio Regeni. I genitori di Giulio attendono risposte ma anche noi tutti, cittadini italiani, attendiamo delle risposte. Oggi sappiamo tutti cosa avviene nell'Egitto di Al Sisi. Questa – ha concluso – è una tappa che segna un cambiamento profondo».

La famiglia Regeni, ha evidenziato l'avvocata Alessandra Ballerini, «ci dimostra che i diritti umani non sono negoziabili con petrolio, armi e soldi. Vorremo la loro stessa fermezza e abnegazione da parte di chi ci governa, affinché dimostri che la giustizia non è barattabile».

Durante la conferenza stampa moderata dal presidente della Fnsi, Giuseppe Giulietti, i genitori di Giulio hanno ribadito che la battaglia per ottenere verità e giustizia non si ferma. «Oggi è una tappa importante per la democrazia italiana e per l'Egitto», ha detto Paola Deffendi. «La nostra lotta di famiglia, grazie al "popolo giallo", è diventata una lotta di civiltà per i diritti umani. Giulio è diventato uno specchio che riverbera in tutto il mondo come vengono violati i diritti umani in Egitto ogni giorno», ha aggiunto. Mentre il padre di Giulio, Claudio, ha ribadito la richiesta di richiamare in Italia l'ambasciatore Cantini.

«Chiediamo inoltre alla Commissione di inchiesta di fare chiarezza sulle responsabilità italiane», ha incalzato la madre di Giulio. «Cosa è successo nei palazzi delle istituzioni italiane da quel 25 gennaio al 3 febbraio? Come mai Giulio, un cittadino italiano, non è stato salvato in un Paese che era amico e che continua ad essere amico?», ha chiesto. Giulio, ha concluso Paola Deffendi, «ha illuminato la situazione dell'Egitto, ora è sotto gli occhi di tutti che cos'è la dittatura egiziana».

Prima di chiudere la conferenza stampa, il presidente Giulietti ha rivolto un ringraziamento ai giornalisti presenti e «a tutte le giornaliste e i giornalisti che non si sono arresi e hanno continuato a chiedere verità e giustizia».

In audizione in Commissione parlamentare di inchiesta il procuratore capo di Roma Michele Prestipino aveva anticipato, in mattinata, che «per l'omicidio di Giulio Regeni si svolgerà un solo processo e si svolgerà in Italia con le garanzie procedurali dei nostri codici» e che il processo «avrà al centro la valutazione dell'impianto probatorio che la procura di Roma ha in questi anni raccolto e messo in piedi». Cinque le testimonianze riportate dal sostituto procuratore davanti alla Commissione.

@fnsisocial

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