Il giornalista del Sole 24 Ore Nicola Borzi è tornato in possesso di parte dell'archivio digitale che gli era stato sequestrato, nell'ambito dell'inchiesta aperta contro ignoti, per gli articoli sul finanziamento dei servizi segreti attraverso conti correnti accesi nella banca Popolare di Vicenza pubblicati lo scorso novembre.
A dare la notizia è lo stesso Borzi che annuncia: «La Guardia di Finanza di Roma, su mandato di dissequestro del pm Colaiocco, con cortesia e professionalità mi ha consentito di avere copia di parte dell’archivio».
«Ringrazio l'avvocato Caterina Malavenda che mi ha assistito in questo delicato passaggio, la Federazione nazionale della Stampa, l'Associazione Lombarda dei Giornalisti, l'Ordine dei giornalisti lombardo e nazionale e il Comitato di redazione del Sole 24 Ore insieme a tutti i colleghi che mi hanno manifestato solidarietà e vicinanza», conclude Borzi.
All'indomani del sequestro, il sindacato aveva preso posizione al fianco dei collega ribadendo che «i giornalisti devono poter proteggere il loro lavoro e svolgerlo al meglio, nell'interesse della democrazia e della libera informazione. Non è ammissibile che venga violato, in contrasto con la giurisprudenza della Corte Costituzionale e della Corte europea dei diritti dell'uomo, il vincolo del segreto professionale che tutela la riservatezza delle fonti».