“Il direttore del quotidiano Italia Oggi, Franco Bechis, in un vistoso articolo pubblicato in prima pagina si scaglia contro l’Ordine dei Giornalisti.
Lo fa utilizzando una dichiarazione, il cui autore non è - al contrario di quanto scrive Bechis - il Presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine, bensì il Presidente della Fnsi, cioè del sindacato dei giornalisti. Non può che essere biasimata la leggerezza e l’approssimazione di chi svolge la funzione di direttore e che avrebbe il compito di controllare le inesattezze dei suoi redattori. L’Ordine nazionale, che ritiene sbagliata la proposta fatta pubblicamente da Franco Siddi, in un Paese in cui tutti hanno diritto di essere giudicati ed eventualmente sanzionati solo al termine di un regolare procedimento garantista,. Resta in attesa delle scuse del signor Bechis”. (Comunicato del Cnog) Il Presidente della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Franco Siddi, ha dichiarato: “L’Ordine del Lazio, presieduto da Bruno Tucci, oggi ha dato una bella prova sulla vicenda calciopoli, dimostrando che si può e si deve dare conto ai cittadini, anche con giuste sanzioni, delle violazioni del rapporto di lealtà e trasparenza con i lettori che ogni giornalista deve avere. Permane, comunque, la questione posta da tempo di un più serio ed efficace autogoverno dei giornalisti a garanzia del rispetto della deontologia. Servono nuove regole, procedurali e non solo, come evidenziato in questi mesi dalla categoria attraverso dibattiti a livello di base e all’interno degli organismi istituzionali e della Federazione della stampa. Il garantismo non è in discussione. Nel caso, ormai noto, di Renato Farina c’è anche un problema di letargo. Di fronte a casi acclarati, pubblicamente ammessi dallo stesso collega, nessuno si può nascondere dietro formule o cavilli. Non vi è dubbio che Renato Farina, che ha ammesso di aver operato (al soldo) per i servizi segreti non possa far più parte dell’Ordine professionale. Lo stesso Ordine lamenta che le attuali regole disciplinari impongono tempi lunghi. Ma di fronte a violazioni palesi, se si vuole, si può e si deve agire presto. Il dibattito nella categoria su questi punti dev’essere severo, ma guai a dare anche solo la sensazione di scoprirsi garantisti solo quando viene posta con forza l’esigenza di nuove regole”.