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Ordine 01 Ott 2006

Caso Farina, Abruzzo (Presidente Ordine Lombardia): "Sceneggiata della Fnsi per coprire la politica disastrosa sul contratto. Serventi, dimettiti"

"Nella loro scellerata ignoranza del diritto - ha dichiarato Franco Abruzzo - gli autori delle critiche alla delibera dell'Ordine di Milano hanno dimenticato che nel Consiglio nazionale dell'Ordine la componente di "Autonomia e Solidarietà" (Nuova Informazione) ha almeno 45 consiglieri su 128. Questi consiglieri oggi, dopo il comunicato demenziale che chiede la radiazione di Farina, sono ricusabili da parte dello stesso Farina. Il Consiglio nazionale è, quindi, paralizzato sul "caso Farina". Questi signori della cosiddetta sinistra nel recente passato hanno cancellato tutte le radiazioni e le sanzioni severe inflitte dall'Ordine di Milano. Hanno la memoria corta, noi no!".

"Nella loro scellerata ignoranza del diritto - ha dichiarato Franco Abruzzo - gli autori delle critiche alla delibera dell'Ordine di Milano hanno dimenticato che nel Consiglio nazionale dell'Ordine la componente di "Autonomia e Solidarietà" (Nuova Informazione) ha almeno 45 consiglieri su 128. Questi consiglieri oggi, dopo il comunicato demenziale che chiede la radiazione di Farina, sono ricusabili da parte dello stesso Farina. Il Consiglio nazionale è, quindi, paralizzato sul "caso Farina". Questi signori della cosiddetta sinistra nel recente passato hanno cancellato tutte le radiazioni e le sanzioni severe inflitte dall'Ordine di Milano. Hanno la memoria corta, noi no!".

Dopo le critiche della Fnsi alla deliberazione dell'Ordine di Milano sul "caso Farina", il Presidente dell'Ordine della Lombardia, Franco Abruzzo, ha rilasciato questa dichiarazione: "Vivo in Lombardia da 44 anni per una libera scelta maturata da studente liceale (al "Telesio" di Cosenza) folgorato dalla lezione di civiltà di Cesare Beccaria sul recupero dei detenuti. Quella lezione, che risale a oltre 240 anni fa, oggi vive nell'articolo 27 della Costituzione: "Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato". Questo discorso riguarda anche i professionisti sanzionati dal loro Ordine. Alcuni giuristi italiani hanno fatto rilevare che le interdizioni professionali contrastano con l'art. 27 della Costituzione, che vuole la pena finalizzata alla «rieducazione» del condannato. La stessa legge professionale 69/1963 è coerente con l'articolo 27, quando prevede che il giornalista radiato, dopo 5 anni, possa richiedere la riammissione nell'Albo. Tali ragionamenti fanno da sfondo alla deliberazione su Renato Farina unita a un'altra considerazione: Renato Farina ha subito una gogna mediatica infame e disumana, mentre suo figlio è stato additato alla pubblica opinione con lo scellerato termine di "Betullino". Farina ha pagato una pena accessoria non prevista dall'ordinamento giuridico ". "Non posso pretendere - continua Abruzzo - che i vertici del sindacato conoscano Cesare Beccarla e la sua lezione. Sono, invece, nipotini di Lenin e Stalin, che hanno usato il terrore come arma politica. I vertici della Fnsi, forcaioli e giacobini improvvisati, alzano un polverone per far dimenticare le difficoltà del momento. Serventi Longhi & C. hanno il dovere di indire un congresso straordinario e di presentarsi dimissionari. Hanno la colpa di aver portato i giornalisti italiani alla sconfitta s ul rinnovo del contratto. VERGOGNA! Nella loro scellerata ignoranza del diritto, gli autori delle critiche alla delibera dell'Ordine di Milano hanno dimenticato che nel Consiglio nazionale dell'Ordine la componente di "Autonomia e Solidarietà" (Nuova Informazione) ha almeno 45 consiglieri su 128. Questi consiglieri oggi, dopo il comunicato demenziale (pubblicato da www.fnsi.it) che chiede la radiazione di Farina, sono ricusabili da parte dello stesso Farina. Il Consiglio nazionale è, quindi, paralizzato sul "caso Farina". Questi signori della cosiddetta sinistra nel recente passato hanno cancellato tutte le radiazioni e le sanzioni severe inflitte dall'Ordine di Milano. Hanno la memoria corta, noi no!".

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