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Editoria 18 Giu 2008

Bonaiuti illustra il progetto di riforma dell’editoria Franco Siddi: “E’ tempo di passare dagli annunci ai fatti, presto una nuova legge”

“Ora la legge di riforma occorre farla davvero. C’è urgenza di prendere atto che siamo nell’epoca della convergenza dei media e di comprendere quanto sia necessaria la massima convergenza politica per fare presto una nuova legge. Le dichiarazioni rese oggi dal sottosegretario Paolo Bonaiuti, alla commissione Cultura della Camera, confermano le anticipazioni fatte lunedì scorso alla Fnsi.

“Ora la legge di riforma occorre farla davvero. C’è urgenza di prendere atto che siamo nell’epoca della convergenza dei media e di comprendere quanto sia necessaria la massima convergenza politica per fare presto una nuova legge. Le dichiarazioni rese oggi dal sottosegretario Paolo Bonaiuti, alla commissione Cultura della Camera, confermano le anticipazioni fatte lunedì scorso alla Fnsi.

Il Sindacato dei giornalisti italiani ribadisce l’esigenza di una legislazione utile ad incoraggiare ed a sostenere pluralismo dei media e reale pluralismo nel mercato dell’industria dell’informazione. Incoraggiare il progresso e l’innovazione è indispensabile. L’intervento dello Stato a sostegno di questo sistema ha una sua validità in quanto dovrebbe partire dalla consapevolezza che questo è un mercato che riguarda un bene, l’informazione, essenziale per la vita di tutti i cittadini, ma non esclusivamente generatore di grandi business. Per questa ragione occorre fare bene le cose, non immaginare solo semplici operazioni di maquillage o di compensazione mascherata. E’ indispensabile considerare, ai fini della valorizzazione del pluralismo reale e dell’incoraggiamento alla stabilizzazione di un sistema pulito e decente, anche dal punto di vista imprenditoriale, che sia data primaria importanza, per eventuali finanziamenti, all’occupazione professionale regolarmente inquadrata secondo i contratti di lavoro di categoria. L’emergenza dei problemi, ed anche le difficoltà ad affrontare fenomeni di crisi e di passaggio alla multimedialità, richiedono una modifica immediata del welfare per il settore dell’editoria equiparandolo a quello previsto per gli altri comparti produttivi. Non è sostenibile più, infatti, che la previdenza dei giornalisti, togliendo risorse dalle pensioni, debba pagare, come un bancomat per conto terzi, i costi di cassa-integrazione, mobilità e prepensionamenti. Questa manovra può essere fatta anche subito, se c’è coerenza con le affermazioni fatte dal Governo su consapevolezza ed importanza dei problemi aperti, a partire dalla prossima manovra economica. E’ tempo di passare dagli annunci ai fatti. La semplificazione annunciata oggi per un intervento stralcio finalizzato a rendere più trasparente l’accertamento della diffusione dei giornali ai fini del contributo pubblico è un primo passo. Occorre procedere rapidamente su questa strada. Tuttavia le buone intenzioni annunciate oggi debbono essere accompagnate da coerenti scelte liberali per l’attività dell’intero sistema dell’informazione. Non c’è dubbio che le notizie sin qui trapelate sul disegno di legge sulle intercettazioni, che sotto questo titolo vieterebbe, nei fatti per anni, cronaca giudiziaria ed informazioni sulle indagini, siano un vero e proprio macigno sotto ogni punto di vista: culturale, sociale, economico e politico. La Federazione Nazionale della Stampa conferma l’interesse ad un serrato confronto di merito su tutte queste problematiche. Sia con il Governo sia con il Parlamento”. BONAIUTI, RIORDINO CONTRIBUTI IN BASE A VENDITE I contributi pubblici all'editoria saranno erogati in base ''all'effettiva distribuzione e messa in vendita della testata''. Lo ha annunciato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega per l'editoria, Paolo Bonaiuti, ascoltato oggi in commissione Cultura alla Camera. Bonaiuti ha spiegato che il riordino delle procedure di erogazione dei contributi sarà inserito nella legge Calderoli per la semplificazione, che conterrà appunto ''misure di semplificazione e di riordino dell'erogazione dei contributi all'editoria'', secondo due ''principi e criteri direttivi. In primo luogo, la semplificazione della documentazione necessaria per accedere al contributo, quindi la semplificazione anche dei criteri di calcolo del contributo, assicurando comunque la prova dell'effettiva distribuzione messa in vendita della testata. Ciò che fa testo - ha spiegato - sarà dunque l'effettiva distribuzione e messa in vendita, e non la dichiarazione, che valeva in precedenza''. Secondo principio, ha aggiunto Bonaiuti, sarà ''una semplificazione delle fasi del procedimento di erogazione, che garantisca, anche attraverso ricorso a procedure informatizzate, che il contributo venga effettivamente erogato entro e non oltre l'anno successivo a quello di riferimento''. Nell'illustrare il progetto di riforma del settore dell'editoria che il governo intende varare forse già in autunno, Bonaiuti ha ribadito che, ''per quanto riguarda i contributi diretti, la scelta dei percettori spetta solo e unicamente al Parlamento. Credo che i contributi a fondo perduto possano essere mantenuti - ha detto - ma è venuto il momento in cui noi, tutti assieme, e quindi con l'appoggio determinante dell'opposizione, dobbiamo stabilire dove tirare una sorta di linea di demarcazione, fissando i paletti oltre i quali i contributi non vanno erogati''. Quanto ai ''contributi indiretti, nostro intento - ha spiegato il sottosegretario - è valorizzarli sempre più, perché li consideriamo gli unici 'market friendly', cioè in grado di non alterare minimamente le condizioni di base del mercato. Sto parlando del credito agevolato, del credito d'imposta e delle agevolazioni tariffarie. Il nostro criterio sarà quello di un rifinanziamento intelligente del credito d'imposta, premendo sul ministero del Tesoro del quale già conosciamo la scarsa propensione ad aprire i cordoni della borsa''. Altro punto essenziale della riforma sarà l'ampliamento dei mercati: ''Il mercato tradizionale è molto angusto: basti pensare che la vendita media giornaliera delle testate è uguale a quella del 1956: in pratica, con le vendite siamo rimasti all'epoca della defenestrazione di Stalin. L'ampliamento del mercato passa anche attraverso l'espansione della propensione alla lettura. Purtroppo in Italia si legge molto poco, per responsabilità anche e soprattutto nella scuola che poco invoglia a farlo. Perciò sarebbe necessario avvicinare il prodotto editoriale al consumatore attraverso un sistema distributivo più efficace. Sono convinto che il sistema delle edicole sia una ricchezza da mantenere, ma anche da rendere più efficiente: pensiamo a un meccanismo di informatizzazione, che renda possibile in ogni momento sapere esattamente a quanto ammonta il venduto, anche per i collaterali''. Nel complesso, ha concluso Bonaiuti, ''la legge che ci accingiamo a varare, sentendo tutte le componenti dell'editoria e in collaborazione con l'opposizione, punta a ricercare l'omogeneizzazione dei media con una riforma di sistema che punti sul multimediale, salvaguardando però la specificità di ogni mezzo di comunicazione. Serve una norma di equilibrio che riesca a produrre sinergie positive concorrenti tra i diversi media''. (ANSA)

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