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Fnsi 05 Apr 2009

Berlusconi: "I media italiani remano contro; viene voglia di mandarli al diavolo" Siddi: "I giornalisti che riferiscono i fatti non possono essere accusati di slealtà o addirittura di calunnia" Natale: "Parole di inaudita gravità"

«Il capo di governo non può cadere in cattive tentazioni. Anche se in parte ciò è già accaduto al nostro presidente del Consiglio. Legittimo il suo diritto, come di tutti i lettori e di tutti i cittadini, di condividere o non condividere ciò che pubblicano i giornali. Ma quando i giornalisti scrivono riferendo di fatti osservati e a loro conosciuti fino a quel momento fanno il loro dovere. Non possono essere accusati di slealtà o peggio ancora di essere dei calunniatori»: lo afferma in una nota il segretario della Federazione nazionale della stampa Franco Siddi.

«Il capo di governo non può cadere in cattive tentazioni. Anche se in parte ciò è già accaduto al nostro presidente del Consiglio. Legittimo il suo diritto, come di tutti i lettori e di tutti i cittadini, di condividere o non condividere ciò che pubblicano i giornali. Ma quando i giornalisti scrivono riferendo di fatti osservati e a loro conosciuti fino a quel momento fanno il loro dovere. Non possono essere accusati di slealtà o peggio ancora di essere dei calunniatori»: lo afferma in una nota il segretario della Federazione nazionale della stampa Franco Siddi.

«Le notizie che inducono in considerazioni critiche - e che sono state riportate in maniera analoga da diverse testate europee - non possono diventare motivo di minacce di azioni dure verso questo o quel giornale. La pluralità dell'informazione - prosegue Siddi - la ricchezza dei punti di vista sono sale di democrazia. Qualsiasi minaccia del potere verso la stampa è inaccettabile». «Ai giornalisti presi di mira la piena solidarietà della Federazione della Stampa - conclude Siddi - e l'incoraggiamento a tutti i colleghi a non cadere in tentazione e a continuare ad informare facendo prevalere le notizie e i fatti come è giusto che sia, anche quelli 'scomodi', fatte salve tutte le ulteriori verifiche e novità». (ANSA) Per Silvio Berlusconi la misura e' colma. Il presidente del Consiglio si scaglia contro i media italiani, accusandoli di ''remare contro gli interessi del paese'' con ''calunnie'' su gaffe inesistenti del capo del governo e senza mai mettere in risalto l'azione che l'esecutivo svolge sulla scena internazionale. Una situazione che lo spinge ad essere ''tentato da misure dure'' come quella di suggerire agli italiani di non guardare piu' una televisione o di non comprare piu' un giornale. Nel mirino finisce anche la Cgil con la quale il Cavaliere dice di voler dialogare ma senza troppe speranze poiche' ''con i sordi non si puo' ragionare''. Quando arriva nell'hotel che lo ospita a Praga l'umore del presidente del Consiglio non e' dei migliori. Al vertice della Nato era andato via senza rispondere alle domande dei giornalisti mantenendo la promessa di non voler piu' parlare con la stampa. Ma dopo una breve sosta in albergo e una lunga passeggiata nel centro di Praga, dove domani si terra' il vertice Ue-Usa, lo stato d'animo migliora. Sara' stato il breve giro tra gli antiquari dove, dice scherzando, deve comprare un regalo per Vladimir Putin e Dimitry Medvedev. O forse i tanti turisti, italiani e stranieri, che lo fermano per farsi fotografare o per salutarlo, fatto sta che quando si ferma a parlare con i cronisti il sorriso gli e' tornato sul volto. Parla dell'accordo raggiunto in mattinata a Strasburgo sul nome del prossimo segretario generale della Nato, rivendicando la mediazione italiana e sottolineando ''la splendida collaborazione'' con il presidente statunitense Barack Obama. Ma proprio i risultati che dice di avere ottenuto lo spingono a estendere il ragionamento all'atteggiamento dei media nei suoi confronti: il suo bersaglio sembrano principalmente i giornali, ma nel mirino finiscono anche le televisioni. ''Quello che spiace veramente e' che la stampa italiana remi contro gli interessi dell'Italia'', dicendo che ''il premier fa delle gaffe o delle figuracce sul palcoscenico internazionale: viene voglia di dire 'ma andate al diavolo'''. E la sua reazione, davanti a quelle che non esita a definire ''calunnie'' e ''disinformazione nei confronti dei lettori'' e' senza appello: non voglio arrivare a dire che servono azioni dirette e dure nei confronti di certi giornali e di certi protagonisti della stampa, pero' sono tentato perche' non si fa cosi'''. A quali misure si riferisca, Berlusconi lo dice chiaramente: ''Pensate che se io dico 'non guardate piu' una televisione o altro' non c'e' nessuno che mi segua in Italia?''. La minaccia, neanche tanto velata, e' dunque quella di chiedere un boicottaggio a lettori e telespettatori. Parole che scatenano le proteste della Federazione Nazionale della Stampa che con il presidente Roberto Natale parla di dichiarazioni di ''inaudita gravita' e con il segretario Franco Siddi di ''cattive tentazioni''. La reprimenda di Berlusconi che si estende al principale sindacato italiano. Berlusconi prima ridimensiona i numeri della piazza sostenendo che a manifestare contro il governo fossero solo 200 mila persone poi, a proposito di un tavolo con il principale sindacato italiano, il premier sembra prima aprire e poi chiudere: il dialogo e' auspicabile ma ''vedendo i comportamenti degli altri viene da dire che non sono cambiati per niente e con i sordi non si puo' parlare o ragionare''. Anche perche', aggiunge, quello che chiede la Cgil e' esattamente cio' che il governo ha annunciato visto che l'esecutivo e' pronto a ''ritardare'' qualche opera pubblica pur di evitare che qualcuno sia emarginato dalla crisi. Poi, poco prima di salire in macchina, si concede una battuta scherzosa: ''Il tavolo? In testa glielo do...''. (ANSA) Le dichiarazioni del presidente del Consiglio da Praga ''sono di inaudita gravita''': e' la reazione del presidente della Federazione Nazionale della Stampa (Fnsi), Roberto Natale. ''Ora siamo alle minacce - dice Natale riferendosi alle parole di Berlusconi sui media -. Il capo del governo non puo' permettersi di ipotizzare 'azioni dirette e dure': chieda informazioni agli altri premier che frequenta nei vertici internazionali e si faccia spiegare come funzionano le democrazie. Tanto meno puo' pensare - continua Natale - di minacciare l'informazione colui che e' titolare di un colossale conflitto di interessi e che gia' pretende di decidere a casa sua i nomi dei dirigenti del servizio pubblico. Impari piuttosto a rispettare il ruolo dei giornalisti italiani. Non e' responsabilita' nostra - conclude Natale - se tutto il mondo trova strani certi suoi comportamenti''. (ANSA)

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