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Internazionale 17 Apr 2015

Baghdad, il giornalista della Reuters Ned Parker costretto a lasciare l'Iraq Governo rafforza sicurezza

Il premier iracheno Haider al Abadi ha reso noto di aver ordinato il rafforzamento delle misure di sicurezza alla sede dell'agenzia Reuters a Baghdad dopo che il responsabile della sede di corrispondenza, Ned Parker, è stato costretto a lasciare il Paese per le minacce ricevute. Minacce cui Abadi ha dimostrato di non credere.

Il premier iracheno Haider al Abadi ha reso noto di aver ordinato il rafforzamento delle misure di sicurezza alla sede dell'agenzia Reuters a Baghdad dopo che il responsabile della sede di corrispondenza, Ned Parker, è stato costretto a lasciare il Paese per le minacce ricevute. Minacce cui Abadi ha dimostrato di non credere.

Tutto è iniziato dopo che ai primi di aprile l'agenzia ha riferito in un lungo reportage delle razzie e delle esecuzioni sommarie compiute a Tikrit dalle milizie sciite dopo la riconquista della città, strappata ai jihadisti sunniti di Isis.
Per primo è apparso un post sulla pagina Facebook legata a miliziani sciiti che chiedevano l'espulsione di Parker. Pagina dove un commentatore si spingeva a dire che ucciderlo sarebbe stato il modo migliore per tappargli la bocca.
Tre giorni dopo un tv controllata da un gruppo armato sostenuto dagli iraniani (Teheran è la culla dell'Islam sciita) ha accusato Parker e la Reuters di aver calunniato l'Iraq e le forze del suo governo chiedendo l'espulsione del giornalista.
Abadi, pur confermando di voler rafforzare la sicurezza dei reporter della Reuters rimasti, non ha nascosto le sue perplessità sulla storia, arrivando a mettere in dubbio la versione fornita da Parker: "Voglio avere più particolari su questa storia in modo da poter agire. Non sono sicuro del perché Mr Parker abbia lasciato il Paese, ad essere onesto. È stato veramente minacciato o si è sentito minacciato?", si è chiesto il premier iracheno, aggiungendo che il suo governo rispetta la libertà di stampa ma i media "dovrebbero rispettare la libertà degli altri".
Un portavoce della più grande e capillare agenzia di Stampa del mondo non ha voluto commentare le dichiarazioni di Abadi. (AGI/REUTERS - Washington, 17 aprile 2015)

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