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Ordine 07 Mag 2010

Attilio Lugli, Presidente dell'Ordine dei giornalisti della Liguria: "L'Ordine ha senso se sta al passo con i tempi ma è inaccettabile se svolge un ruolo antisindacale"

Pubblichiamo l'intervista di Alessandra Costante a Attolio Lugli, Presidente dell'Ordine dei giornalisti della Liguria. E' la prima di una serie di interviste a presidenti dei Ordini regionali che usciranno nel prossimo numero di Galassia, periodico della Federazione nazionale della stampa italiana, in vista del rinnovo dei vertici dell'Ordine nazionale e regionale. Le elezioni si terranno il 23 e il 30 maggio 2010.

Pubblichiamo l'intervista di Alessandra Costante a Attolio Lugli, Presidente dell'Ordine dei giornalisti della Liguria. E' la prima di una serie di interviste a presidenti dei Ordini regionali che usciranno nel prossimo numero di Galassia, periodico della Federazione nazionale della stampa italiana, in vista del rinnovo dei vertici dell'Ordine nazionale e regionale. Le elezioni si terranno il 23 e il 30 maggio 2010.

Lugli, quale riforma per l’Ordine?
La riforma possibile, al di là di quanto è “giacente”, non può prescindere  da due principi cardine. Primo: un possibile federalismo con il quale snellire le strutture nazionali, per renderle  agili, rapide e coerenti nelle risposte, al passo con i tempi e il lavoro di una categoria che attraversa  profonde trasformazioni. Secondo: la definizione della figura del giornalista. E’giornalista chi vive di giornalismo, ha una posizione Inpgi (interessante, in tal senso, la proposta di revisione della Inpgi 2) e fa il giornalista. Tale concezione consoliderebbe (anche per la difficile, ma irrinunciabile, definizione contrattuale degli uffici stampa) la figura (da rivedere) del pubblicista.
Ma l’Ordine ha un futuro e ha un senso un Ordine nel futuro?
C’è chi ne chiede l’abolizione come ha fatto Gad Lerner parlando di corporazione. Se per questa si intende un qualcosa che sopravvive a se stesso, allora ha ragione. Se pensiamo ad un Ordine diverso, l’Ordine ha un senso.

Sono posizioni che nel sindacato sono condivise da molti di noi.
Io sono iscritto al sindacato. Non condivido la vocazione ordinistica antisindacale maturata nel tempo: è inaccettabile, politicamente sbagliata. Nell’esperienza ligure, nelle rispettive autonomie e, a volte, divergenze, abbiamo condiviso lotte e iniziative, affrontato la vicenda del G8, sostenuto colleghi. Ordine e sindacato devono essere alleati: in certe regioni è difficile. In altre si riesce. Noi ci riusciamo.
Molti colleghi dicono: non voterò, a cosa serve l’Ordine?
E’ sbagliato: finirà che la riforma dell’Ordine la faranno “altri”, la politica che sembra avere più rapporti con chi vuole sopravvivere a se stesso e non con chi l’Ordine lo vuole rifondare radicalmente. Forse c’è anche dell’astio per le sanzioni subite.
L’Ordine è un inquisitore allora?
L’Ordine non è, non può essere, un pm o un poliziotto, ma alla formazione dei colleghi deve unire la tutela deontologica. Ci sono stati casi in Liguria in cui qualche collega ha sbagliato. Ed è stato sanzionato.  
L’Ordine Nazionale conferma le vostre decisioni?
Si creano spesso situazioni curiose con decisioni ribaltate con, per così dire, una giurisprudenza un po’ ondivaga. La mia impressione è che si creino delle maggioranze nel consiglio nazionale che, spesso, decidono sui ricorsi più per schieramento che sul merito dei fatti.
In Italia si sfonda il numero di 100 mila iscritti all’Ordine.
Si confonde l’illusione della professione con l’iscrizione all’Ordine. Si iscrivono all’Ordine colleghi che poi “spariscono”. Le verifiche portano alla loro cancellazione perché non fanno attività alcuna.
Allora pensi che sia giusto avere un numero chiuso?
No, ma non credo sia un attacco all’art.21 della Costituzione dire che servono regole e legalità. Noi denunciamo l’assenza di rispetto delle regole nel nostro paese. Riscriviamole in modo chiaro e applicabile. E impariamo tutti a rispettarle e a farle rispettare.

Alessandra Costante

@fnsisocial

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