«Oggi, per la prima volta nei dieci anni di vita dell'Associazione Carta di Roma, non saremo in grado di diffondere la rassegna stampa. Ieri pomeriggio il sito internet dell'associazione ha subito un attacco hacker che ha cancellato tutti i contenuti. Stiamo cercando di capire cosa riusciremo a recuperare». La denuncia arriva dal presidente dell'associazione, il giornalista Valerio Cataldi, che in una nota spiega: «L'attacco arriva nel mezzo di un periodo buio per l'informazione libera, aggredita dagli odiatori seriali con sempre maggiore frequenza e violenza fino alle recenti minacce arrivate anche al presidente della Federazione nazionale della Stampa italiana, Giuseppe Giulietti».
«È evidente – aggiunge Cataldi – che si tratta di un attacco mirato, che rientra in una strategia precisa contro l'informazione libera e democratica e colpisce il sito dell'Associazione Carta di Roma per tutto quello che rappresenta. Non abbiamo l'abitudine di denunciare ogni aggressione che subiamo online, perché vogliamo evitare di dare visibilità a personaggi insulsi che é meglio rimangano nell'oblio da cui cercano prepotentemente e violentemente di uscire. Stavolta però è diverso».
Di intesa con la Fnsi, conclude il presidente dell'associazione Carta di Roma, «procederemo a inoltrare denuncia alle autorità competenti e al Garante per la Protezione dei dati personali. Torneremo online nel più breve tempo possibile».
Federazione nazionale della Stampa italiana e Usigrai, fra i soci fondatori dell'associazione Carta di Roma, esprimono «solidarietà al presidente Valerio Cataldi e a tutte le collaboratrici e i collaboratori, impegnati ogni giorno nel contrasto delle parole del razzismo, dell'odio, della paura. L'attacco di queste ore – rilevano Raffaele Lorusso, Giuseppe Giulietti e Vittorio Di Trapani – si inserisce in un quadro di rinnovata aggressività da parte degli squadristi da tastiera. L'episodio sarà segnalato all'Osservatorio cronisti minacciati e alle autorità di controllo affinché risalgano ai mandanti e impediscano loro di nascondersi dietro l'anonimato della vigliaccheria».