La libertà di stampa «ha un grande valore, perché, anche leggendo cose che non si condividono, anche se si ritengono sbagliate, consente e aiuta a riflettere». Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ricevendo al Quirinale alcune scolaresche delle scuole secondarie di primo grado, è tornato per l'ennesima volta nel giro di poche settimane a ribadire il ruolo dell'informazione in un Paese democratico. «Al mattino – ha affermato il Capo dello Stato – come prima cosa leggo i giornali: le notizie e i commenti, quelli che condivido e quelli che non condivido, e forse questi secondi per me sono ancora più importanti. Perché è importante conoscere il parere degli altri, le loro valutazioni. Quelli che condivido sono interessanti, naturalmente, e mi stanno a cuore; ma quelli che non condivido sono per me uno strumento su cui riflettere».
Da Napoli, a margine di un appuntamento, anche il presidente della Camera, Roberto Fico, interviene sulla querelle che vede il vicepremier Di Maio opposto ai giornalisti definiti "infimi sciacalli" dopo l' assoluzione della sindaca Raggi.
«C'è la Costituzione, la libertà di stampa è tutelata e sarà tutelata fino alla fine, ma negli ultimi trenta anni è mancata una cultura generale dell'indipendenza ed è un tema che va affrontato perché la stampa influenza la politica e i politici influenzano I giornalisti», ha detto la terza carica dello Stato.
«Questa mancanza – ha detto Fico – diventa una priorità. Lo abbiamo visto anche con il conflitto d'interessi. Leggi che non si sono mai fatte perché nel Paese manca una cultura forte dell'indipendenza ed è una cosa che si deve affrontare. Diventa una priorità del Parlamento. Abbiamo bisogno come Paese di una cultura generale dell'indipendenza, di uscire fuori dallo scontro costante da parte di tutti. Bisogna riuscire ad avere un altro tipo di dialogo, e questo vale per tutti gli attori coinvolti. È vero che ci sono delle problematiche, che c'è un'influenza dei giornalisti sulla politica e dei politici sul giornalismo. È un'era che si deve chiudere provando a trovare le strade migliori, parlando di temi e di politica».
E tornando sulle parole di Di Maio, il presidente della Camera ha osservato: «Ci vuole un pensiero totalmente riformulato, anche rispetto alla stampa, all'atteggiamento che tutti devono tenere. Tutti anche la stampa, anche il governo e il Parlamento. Nella comunicazione pubblica si parla sempre meno di temi e più di vertici, piramidi, scontri. Si cerca sempre più di attaccare una struttura, di smontare una struttura, di comprendere come funziona la struttura, piuttosto che di temi. Io sento invece l'esigenza di parlare più dei temi, con toni anche accesi ma normali. È una cosa che spesso non avviene, ed è per colpa di tutti».
La presidente del Senato, Elisabetta Alberti Casellati, in occasione di un seminario su stampa, comunicazione politica, che si è svolto oggi in Senato, ha rilevato: «Il giornalismo parlamentare ha rappresentato nella nostra storia nazionale un pilastro della democrazia liberale».