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Osservatorio sui media 09 Ott 2011

Atene: manganellate ai giornalisti che raccontano le proteste

Giornalisti malmenati dalla polizia nelle città greche, durante le manifestazioni di piazza contro il carovita. Lo denunciano le associazioni di Atene ed un comunicato è stato diffuso dall’organizzazione Reportérs sans frontières.In Grecia i giornali e i mezzi elettronici stanno riportando con evidenza le proteste e le manifestazioni che si susseguono contro il carovita e contro la stretta attuata dal governo (negli ultimi giorni sono stati cancellati altri 30.000 posti di lavoro statali per rispondere alle richieste degli organismi europei).

Giornalisti malmenati dalla polizia nelle città greche, durante le manifestazioni di piazza contro il carovita. Lo denunciano le associazioni di Atene ed un comunicato è stato diffuso dall’organizzazione Reportérs sans frontières.
In Grecia i giornali e i mezzi elettronici stanno riportando con evidenza le proteste e le manifestazioni che si susseguono contro il carovita e contro la stretta attuata dal governo (negli ultimi giorni sono stati cancellati altri 30.000 posti di lavoro statali per rispondere alle richieste degli organismi europei).

E la polizia ha cominciato a picchiare i cronisti e a ostacolarli affinché non raccontino ciò che accade.
Reportérs sans frontières ha già raccolto numerose testimonianze: una fotografa di una stazione televisiva locale che ha denunciato di essere stata colpita con un pugno; un freelance ferito alle gambe con un bastone; un fotografo colpito deliberatamente da uno scudo antisommossa; altri reporter feriti deliberatamente dagli agenti con i manganelli.
La stessa organizzazione Rsf ha emesso un comunicato in cui si è detta indignata “dalla violenza della polizia contro i giornalisti, che sembra diventare una parte integrante della crisi greca”. Si è poi augurata che non ci siano vittime, prima che il governo di Atene ponga fine all’impunità “di cui godono i responsabili di questi attacchi violenti e spesso deliberati”. (da Giornalismo e democrazia)

 

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