L’Istituto regionale di Studi giuridici Arturo Carlo Jemolo si propone di aprire alla dimensione sociale la vita del diritto del nostro Ordinamento riscoprendo il lavoro e l’impegno lungimirante dei Padri e delle “Madri” costituenti. L’eco del Convegno che si è svolto oggi, organizzato in collaborazione con l’Assessorato alle Pari Opportunità della Regione Lazio e con l’Associazione Stampa Romana, si prolungherà grazie ad una nuova iniziativa già messa in cantiere dall’Avv. Aldo Rivela, Commissario dello Jemolo, sulle “Sentenze al femminile della giurisdizione italiana” che spesso hanno preceduto l’iniziativa da parte del Legislatore per difendere e confermare i principi previsti dalla Costituzione del 1948.
“La Costituzione italiana – hanno affermato all’unanimità Cesare Mirabelli Presidente Emerito della Corte Costituzionale e Miriam Mafai che coordinava il convegno – si può definire “presbite”, nel senso che, grazie soprattutto al contributo delle ventuno donne che fecero parte dell’Assemblea Costituente, non è una costituzione monumentale e immodificabile, ma sicuramente ha un’ottica che vede lontano”. “Questa si può e si deve riscontrare nell’affermazione nei Principi fondamentali, all’art. 3, delle pari opportunità sociale e l’uguaglianza dei diritti davanti alla legge per tutti i cittadini. Un principio che, a tutt’oggi, trova attuazione con difficoltà, ma che – come ha ancora evidenziato Mirabelli – abbiamo la responsabilità di consegnare ai giovani e alle generazioni future”. La Professoressa Maria Rita Saulle, unico giudice donna della Corte Costituzionale, ha invitato in particolar modo le donne presenti a non dare tutto per acquisito. “Quello che sembra preistoria e che risale a soli 60 anni fa – ha detto – è costato molte battaglie a uomini e donne usciti dalla devastante Guerra mondiale; una norma transitoria prevedeva, tra l’altro l’abrogazione di tutti ciò che contrastava con il principio costituzionale sull’uguaglianza, ma così non è stato e si è dovuto agire per via legislativa e per via giurisdizionale, a queste si è poi aggiunta una terza strada: la normativa comunitaria”. Paolo Butturini, Segretario di Associazione Stampa Romana ha sottolineato la necessità di fare della memoria un’arma per la professione giornalistica e di non considerare i diritti delle donne una conquista definitiva. “E’ difficile coltivare e far germogliare un principio – ha detto – ma ancor di più confermarne la sua vigenza nel tempo. Così ad esempio la conquista del voto femminile e dell’eleggibilità nelle Istituzioni nella prima votazione alle Politiche ha fatto registrare l’elezione di 45 donne alla Camera dei Deputati e 4 al Senato; nella seconda legislatura la rappresentanza femminile scese a 33 alla Camera e una sola al Senato; la flessione femminile si avvertì ancor di più nella terza legislatura con 25 donne alla Camera e 3 al Senato.”Non dimostrare, ma mostrare e svelare i processi – ha concluso Butturini – è il segreto da non tradire nella nostra professione”. Questi e molti altri dati si trovano anche nel libro distribuito ai partecipanti del Convegno “Ragazze vi racconto la nostra storia” edito dall’Istituto regionale per la Comunicazione Istituto Montecelio per il quale ha portato il saluto Commissario Straordinario Massimo Tennenini. L’Avv. Rosa Ierardi, tesoriere dell’Ordine degli Avvocati di Roma, ha evidenziato l’importanza dell’autostima delle donne per far sì che la loro presenza nel mondo del lavoro e professionale non sia solo numerica, bensì nei posti apicali.