No alle censure di Stato con i disegni di legge Mastella e dell’Antistato della violenza a Napoli come a Cagliari e in Sicilia, dove i giornalisti sono stati oggetto di violenza per i loro servizi sull’emergenza rifiuti, picchiati e rapinati dei loro mezzi di lavoro (in Campania e in Sardegna) o oggetto di violenze mentre presentavano libri dedicati alla realtà mafiosa come accaduto a un collega del Sole 24 ore in Sicilia.
Mai come in questo momento la libertà di stampa, ovvero la libertà di fare e di ricevere informazione, è sotto tiro, da destra e da sinistra con i politici che appaiono più preoccupati di dare consigli ai direttori dei giornali e ai giornalisti che a dare onore alle istituzioni che rappresentano. Sono metodi diversi con un unico fine: silenziare e sopire chi fa informazione godendo magari delle sparate di chi, da comico, mette la camiciola del Savonarola come Beppe Grillo definendo l’informazione simile alla spazzatura che l’insipienza degli amministratori ha lasciato per anni sotterrata nelle discariche abusive o oggi ammucchiata nelle strade. L’Associazione Ligure dei Giornalisti appoggia la battaglia intrapresa dall’Unione nazionali cronisti italiani e dalla Fnsi per contrastare il disegno di legge del Ministro della Giustizia, Clemente Mastella, sulle intercettazioni telefoniche: una norma che nei fatti punta ad abolire il diritto dei cittadini a essere informati sulle indagini preliminari. E aderisce all’iniziativa promossa per il 15 gennaio. Occorre una mobilitazione generale ulteriore dopo lo sciopero dello scorso 30 giugno 2007 contro una legge scandalosamente liberticida. La solidarietà va anche al collega del Sole 24 Ore, Nino Amadore, la cui auto è stata danneggiata mentre all’ateneo di Agrigento stava presentando il suo libro dal titolo “La zona grigia, professionisti al servizio della mafia” che tenta di tracciare i contorni delle collusioni anche attraverso la mappa dei professionisti censurati dai rispettivi Ordini professionali per conclamati rapporti con Cosa Nostra. E i giornalisti, come dimostrato con la vicenda delle penne sin troppo vicine o amiche degli 007 e dei servizi segreti non vogliono sottrarsi alla pulizia morale e materiale nella loro professione.