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Vertenze 05 Apr 2007

Associazione siciliana della Stampa - sezione di Palermo: solidarietà al collega Mario Pintagro

Solidarietà a Mario Pintagro, ma anche un invito al Sovrintendente del Teatro Massimo "a rivedere la propria posizione". È quanto hanno espresso con una petizione, che ha già raccolto una cinquantina di firme di cronisti del settore, i giornalisti palermitani dopo il mancato rinnovo del contratto al collega, responsabile per sette anni dell’ufficio stampa del Teatro.

Solidarietà a Mario Pintagro, ma anche un invito al Sovrintendente del Teatro Massimo "a rivedere la propria posizione". È quanto hanno espresso con una petizione, che ha già raccolto una cinquantina di firme di cronisti del settore, i giornalisti palermitani dopo il mancato rinnovo del contratto al collega, responsabile per sette anni dell’ufficio stampa del Teatro.

"Crediamo che Pintagro abbia svolto con professionalità, correttezza e preparazione specifica il suo ruolo - è scritto in calce alla petizione - È sempre stato disponibile con tutti e ha contribuito in modo notevole a facilitare il nostro lavoro". Della raccolta di firme cui hanno aderito 23 giornalisti Rai, 8 del service del Giornale di Sicilia, 1 de La Sicilia e l’intera redazione palermitana di Repubblica, dà notizia il segretario provinciale dell’Associazione siciliana della Stampa, Enrico Bellavia. "La segreteria del sindacato - dice Bellavia - è al fianco del collega in una vertenza di lavoro che interessa anche l’Ordine dei giornalisti per i profili di propria competenza. Il Soprintendente, infatti, dopo aver proposto un’inaccettabile riduzione del compenso, ha poi permesso che dal Teatro uscissero "comunicati stampa", in assenza di incarichi formali a un giornalista per la redazione degli stessi. Successivamente il Teatro ha incaricato della comunicazione una professionista del ramo, non iscritta però all’Ordine dei giornalisti". "La vertenza che riguarda Pintagro - prosegue la nota dell’Assostampa - oltre ad affrontare il nodo del trattamento retributivo e normativo del collega, avvenuto finora in grave e persistente violazione del contratto di lavoro dei giornalisti, rappresenta per il sindacato un ulteriore puntello a sostegno di una battaglia per l’affermazione del principio che i giornalisti lavorano solo con contratti giornalistici. Consulenze e altre forme di ingaggio sono fuori dal contratto e perciò fuori dalle regole. Tutto ciò è ancora più grave se a violare le regole sono strutture pubbliche che a qualsiasi titolo operano utilizzando denaro della collettività".

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