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Editoria 24 Giu 2008

Assemblea Nazionale Mediacoop: “Il governo riveda le norme sui contributi” Roberto Natale: “Proposte interessanti. Il rispetto del contratto per avere il sostegno pubblico” Bonaiuti chiarisce: “Il riordino dei fondi sar&agra

Il governo riveda le norme sull'editoria contenute nel decreto fiscale varato dal Consiglio dei ministri il 18 giugno, altrimenti è a rischio la sopravvivenza di numerose testate, soprattutto cooperative e non-profit.

Il governo riveda le norme sull'editoria contenute nel decreto fiscale varato dal Consiglio dei ministri il 18 giugno, altrimenti è a rischio la sopravvivenza di numerose testate, soprattutto cooperative e non-profit.

È l'allarme lanciato da Mediacoop, l'associazione delle cooperative editoriali e della comunicazione, e raccolto dall'opposizione con Giovanna Melandri (Pd) e Giuseppe Giulietti (Idv), che chiedono il ritiro delle norme. Ma il sottosegretario all'editoria Paolo Bonaiuti chiarisce: la norma contestata non c'entra niente con il rifinanziamento dei contributi diretti, che è tutt'altra partita e riguarda la Finanziaria. L'articolo 'incriminato' e il numero 44 del decreto - il cui testo tuttavia non è ancora disponibile - e prevede, secondo Mediacoop, che ''le somme complessivamente stanziate nel bilancio dello Stato per l'editoria costituiscano il limite massimo di spesa entro il quale erogare i contributi pubblici al settore'', come spiega il presidente, Lelio Grassucci. Si tratterebbe, dunque, di ''un intervento attraverso norme di semplificazione che, a fronte di uno squilibrio finanziario tra stanziamento e fabbisogno, finisce per modificare norme e ridurre diritti sostanziali, affidando al governo un potere del tutto discrezionale''. L'incertezza nell'ammontare dei contributi, sottolinea Grassucci, ''inficerebbe bilanci già approvati e certificati, mettendo così a rischio la sopravvivenza di numerose testate''. Anche perché all'appello per il 2008 mancano, secondo Mediacoop, almeno 170 milioni. La norma contenuta nel decreto, spiega però un Bonaiuti ''esterrefatto'', ''premia chi distribuisce o vende realmente le copie e chi tutela l'occupazione giornalistica, così come ci è stato richiesto a gran voce da tutte le forze in Parlamento'' e come peraltro il sottosegretario rivendica di aver annunciato mercoledì scorso in commissione Cultura a Montecitorio, riscuotendo l'apprezzamento di ''tutti i deputati presenti''. L'articolo 44, dunque, ''non c'entra niente con il rifinanziamento dei contributi diretti che è tutt'altra partita da regolare all'interno della Legge Finanziaria, come sempre''. Anche perché, ribadisce, ''chi è dentro e chi è fuori dai contributi per l'editoria lo stabiliscono soltanto le leggi varate dal Parlamento sovrano e non certo un regolamento''. Ma veniamo alle proposte di Mediacoop per la riforma dell'editoria: stabilire uguali diritti e uguali requisiti per tutte le cooperative editoriali; legare i contributi anche al numero dei giornalisti dipendenti; limitare lo sconto per le vendite in blocco al 50% del prezzo di copertina; prevedere tra i requisiti la presenza delle testate nelle edicole per almeno il 30% in caso di giornali nazionali e per il 45% locali; riformare le norme sulle agevolazioni postali a vantaggio dei soggetti più deboli; sostenere la crescita degli abbonamenti; destinare almeno il 10% della pubblicità istituzionale all'editoria cooperativa e non profit; incentivare l'informatizzazione delle edicole. Proposte che l'opposizione, dicono Giulietti e Melandri, è pronta a ''accogliere sotto forma di emendamenti'' alla riforma dell'editoria. Appoggio anche dalla Federazione della stampa: il presidente Roberto Natale chiede che la riforma ''contenga misure di sostegno alle nuove iniziative'' e ''contempli il rispetto dei contratti di lavoro tra i requisiti per accedere ai contributi''. (ANSA)

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