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Uffici Stampa 22 Giu 2006

Assemblea Nazionale: il Governo, mediazione in tempi brevi

Il governo tenterà in tempi brevi una mediazione in sede ministeriale, coinvolgendo tutte le organizzazioni sindacali, al tavolo della trattativa sul tema dell'applicazione della legge 150 del 2000, che prevede il riconoscimento del profilo giornalistico degli uffici stampa nella pubblica amministrazione.

Il governo tenterà in tempi brevi una mediazione in sede ministeriale, coinvolgendo tutte le organizzazioni sindacali, al tavolo della trattativa sul tema dell'applicazione della legge 150 del 2000, che prevede il riconoscimento del profilo giornalistico degli uffici stampa nella pubblica amministrazione.

Lo ha annunciato il sottosegretario al dipartimento della Funzione pubblica Giampiero Scanu nel corso di un convegno organizzato dalla Fnsi. Fino a ieri, prima del giudizio del Tribunale del Lavoro di Roma che ha dato ragione alla Fnsi sulla sua partecipazione al tavolo della trattativa, l'Aran (agenzia contrattazione pubblico impiego) si era sempre opposta alla presenza della Fnsi alla trattativa, sostenendo che la legge 150 non risponderebbe al testo unico che definisce la rappresentanza delle organizzazioni sindacali del pubblico impiego. Oggi, l'attuale presidente dell'Aran, Raffele Perna, presente all'assemblea, ha sostenuto le ragioni della Fnsi, ma ha anche sottolineato che al tavolo della trattativa ci siano tutte le organizzazioni sindacali. All'incontro erano presenti il presidente e il segretario della Fnsi, Franco Siddi e Paolo Serventi Longhi, ed esponenti delle confederazioni autonome e della Uil. (ANSA) L’APPLICAZIONE DELLA LEGGE 150/2000 NEGLI UFFICI STAMPA DEI CAPOLUOGHI DI REGIONE Relazione di Alma Torretta L’idea di questa ricerca è nata dalla consapevolezza delle difficoltà di applicazione della Legge 150 e dalla necessità di fare un punto aggiornato sulle soluzioni adottate in concreto nell’organizzazione degli Uffici stampa degli Enti Locali italiani. Un’indagine conoscitiva con finalità molto pratiche che vuole essere oggi, innanzitutto, una base di discussione che fotografa la realtà dei fatti per aprire con qualche dato il confronto e capire a livello quantitativo in che direzione si stanno muovendo gli uffici stampa pubblici. Per ragioni pratiche, dato il gran numero di Enti locali del Paese, abbiamo limitato la ricerca e considerato solo i capoluoghi delle venti regioni italiane, in cui però sono rappresentati sia piccole che grandi realtà, e ciò ci ha consentito di rilevare cosa succede sia in comuni con meno di 100.000 abitanti (come Catanzaro, Potenza o L’Aquila) che in grandi città come Roma con oltre due milioni e mezzo di residenti. Quasi tutti, 18 comuni su 20, tranne Campobasso e Aosta, hanno un Ufficio stampa, e 17 da prima dell’entrata in vigore della Legge 150. Campobasso ci ha risposto che è in fase di riorganizzazione tutta la materia connessa alla Comunicazione, che per loro comprende anche l’Ufficio Stampa. Hanno da poco approvato un progetto di Comunicazione, hanno cominciato a costruire il nuovo sito del comune e stanno predisponendo un bando di gara per la ricerca di un addetto stampa. Ad Aosta non c’è un Ufficio Stampa ma solo un Addetto Stampa con un contratto di consulenza che collabora con un Addetto alla Comunicazione pure consulente. Tra i primi problemi che sono emersi quello dell’inquadramento dell’Ufficio stampa che nella maggior parte dei casi fa capo direttamente all’Ufficio di Gabinetto del Sindaco. Solo in alcuni Comuni l’Ufficio Stampa è da poco, formalmente, inserito sotto il ‘Servizio Comunicazione’ (è il caso di Trieste), con difficoltà però, già riferite da qualche collega, di riconoscimento e rispetto delle peculiarità del lavoro giornalistico. Anche a Milano esiste un Settore Comunicazione a cui fanno capo due unità organizzative distinte. Una di queste è ‘l’Ufficio rapporti mezzi di comunicazione di massa’, in altre parole l’Ufficio stampa. Non c’è un ‘Capo Ufficio Stampa’ ma al suo posto un ‘Direttore Settore Comunicazione’ e c’è poi un Portavoce. Nella maggior parte dei casi, 14 comuni, l’Ufficio stampa è comunque ben distinto dall’Ufficio comunicazione. In altri comuni c’è un rapporto intrecciato anche con l’URP, l’Ufficio relazioni con il Pubblico. Sempre a Trieste il sito e il televideo del Comune sono gestiti insieme all’URP e un giornalino con informazioni minime, come gli orari dei servizi, è curato direttamente dall’Urp e distribuito al pubblico all’interno del Comune La maggior parte degli Uffici Stampa è dipendente dall’Ufficio del Sindaco e comprende a volte tutti gli addetti stampa dell’Ente, anche quelli che seguono singoli assessorati. E’ notizia di martedì scorso, riportata dalle agenzie di stampa, ad esempio, che i sedici nuovi assessori comunali di Milano non avranno un personale addetto stampa ma dovranno utilizzare un unico servizio centralizzato. Dal questionario è emerso che attualmente solo in 4 comuni gli assessorati hanno addetti stampa dedicati che sono assunti spesso a tempo determinato oppure come consulenti, anche negli Uffici di Staff dei singoli assessorati o in altri Uffici specifici. In alcuni casi inoltre (Torino e Napoli, ad esempio) si distingue ufficialmente tra Ufficio stampa della Giunta e Ufficio Stampa del Consiglio Comunale, con due strutture distinte e articolate, anche con due distinti capi uffici stampa. A Napoli il Servizio Stampa del Consiglio Comunale gestisce sia il Presidente del Consiglio comunale che i gruppi e le commissioni consiliari. In alcuni casi i giornalisti sono inquadrati come redattori dei giornali, cartacei o on line dell’Ente. Ciò ha consentito, a Firenze ad esempio, ad alcuni colleghi di iscriversi al registro dei praticanti. L’Ordine ha infatti riconosciuto il carattere esclusivamente giornalistico dell’attività svolta nel Comune di Firenze, tale da essere equiparato a quello di una redazione e da permettere il praticantato giornalistico. La maggior parte dei Comuni ha attualmente Uffici stampa composti sia da personale interno, dipendente a tempo indeterminato, che esterno. In 13 Comuni sono applicati contratti del pubblico impiego, anche solo B5 in un caso, ma più spesso si trova il livello D. Chi ha la qualifica di addetto stampa in alcuni casi è solo un C, in altri comuni ha riconosciuto invece sino all’alta professionalità o il rango di esperto. Alcuni colleghi, in 7 comuni, hanno anche un contratto di dirigente, e non sono solo quelli che hanno la qualifica di capo uffici stampa. Il contratto di dirigente e la qualifica do capoufficio stampa non coincidono sempre. Abbiamo rilevato in 2 comuni contratti giornalistici a tempo indeterminato e in altri 2 comuni contratti pure giornalistici ma a tempo determinato. Fa impressione la grande variabilità d’inquadramento, e di disparità di trattamento, tra lavoratori che svolgono le stesse mansioni. Ci troviamo spesso di fronte a precari storici. Un collega di Perugia ci ha scritto che lavora ininterrottamente nell’Ufficio stampa del suo Comune da 18 anni, con contratti a termine di un anno, due, tre quando è più fortunato. Nei casi migliori il contratto coincide con il mandato del Sindaco e/o degli assessori. E quello di Perugia non è un caso isolato: anche al Comune di Trieste un collega ci ha raccontato di essere lì come addetto stampa precario da vent’anni e la collega ‘giovane’ da quindici anni. Questo solo per fare qualche esempio. Insieme alla non applicazione del contratto giornalistico, soprattutto tra gli addetti stampa a tempo indeterminato, quello della precarietà è il problema più sentito evidentemente, in particolare, tra chi ha solo contratti di consulenza oppure a tempo determinato. Altra nota dolente l’Inpgi, e anche la Casagit. Non tutti i comuni, hanno ancora regolarizzato il passaggio dall’Inpdap all’Inpgi dei giornalisti con contratto amministrativo, 3 per l’esattezza hanno risposto in modo negativo. In qualcuno, 5e comuni, i contratti prevedono anche la Casagit. I colleghi con contratti di consulenza si pagano da soli l’Inpgi 2 e la Casagit. In molti Comuni non c’è formalmente un Capo Ufficio stampa, solo in 7 comuni abbiamo avuto un’indicazione in tal senso. Tale ruolo viene ricoperto a volte dal collega più anziano o con più esperienza, oppure da un dirigente del Gabinetto del Sindaco o dell’Ufficio Comunicazione. Anche il Portavoce manca nella quasi metà dei casi. Non c’è in 9 comuni. La mancanza del Portavoce è ritenuto in alcuni casi un problema perché alcune delle sue funzioni, è stato segnalato, sono impropriamente trasferiti all’ufficio stampa. Per quanto riguarda infine le attività svolte, da notare che le prime tre voci del questionario sono quelle più selezionate da tutti i Comuni – rapporti con i media, rassegna stampa (in 15 comuni), lavoro di redazione in testate anche on line dell’ente (in 18 comuni)-, insieme al lavoro di redazione per il sito internet (16 comuni). Tutti hanno messo, com’era ovvio, una x sulla casella Rapporti con i media. La seconda voce invece, quella della Rassegna stampa perde punti perché in alcuni casi il servizio è stato ‘esternalizzato’, così come in qualche caso l’attività redazionale e di gestione del sito, con dubbi però espressamente avanzati da qualche collega sulla qualità del lavoro che si riesce così ad ottenere. Buon successo pure per gli sms, una realtà di 9 comuni, poco interesse invece per le trasmissioni radiofoniche autoprodotte segnalate solo dal Comune di Napoli, Milano e Aosta. In 8 comuni l’Ufficio stampa si occupa pure di comunicazione interna, di campagne di comunicazione, della redazione di brochure, attività quindi più propriamente dell’Ufficio Comunicazione. E anche, addirittura, di manifesti e di organizzare eventi. L’ultima domanda del questionario, a risposta libera, verteva sulle difficoltà riscontrate. I problemi più sentiti sono innanzitutto di natura contrattuale, e in particolare è molto sentita la mancanza del contratto giornalistico. Nodi da risolvere ancora in molti comuni sono - riassumo - i contributi previdenziali versati ancora all’Inpdap invece che all’Inpgi; il mancato inquadramento economico in fascia D di alcuni colleghi; la mancanza della Casagit. La mancanza di contratto giornalistico, secondo alcuni colleghi, limita l’autonomia dell’Ufficio Stampa e implica una serie di problemi da un punto di vista organizzativo, sia come orari che dal punto di vista economico. Lo straordinario che si fa per seguire le tante iniziative dell’amministrazione, ad esempio, spesso non viene corrisposto per l’esiguità dei fondi in bilancio. Da un altro comune ci hanno sottolineato l’assurdità di un contratto enti locali e una previdenza Inpgi. L’Inpgi è meglio di niente, ma per risolvere molti dei problemi appena elencati è indispensabile l’applicazione del contratto giornalistico. Tra gli altri problemi evidenziati il fatto che alcuni servizi, ad esempio musei e polizia municipale, hanno pure addetti stampa, tra il personale interno oppure qualche volta con esterni, che spesso non sono riconosciuti, ma spesso non sono neppure giornalisti. Ci è stata infine segnalata da più parti la scarsa sensibilità ai problemi, differenti da tutti gli altri, del personale dell’Ufficio Stampa. Scarsa attenzione oppure freno o sospetto sia da parte degli amministratori che dei sindacati confederali, solo recentemente forse un po’ più attenti Da un Comune ci hanno scritto: “L’unica applicazione finora riscontrata della legge 150/2000 è quella attinente l’obbligatorietà dell’iscrizione all’Albo dei giornalisti per i consulenti, mentre è prevista analoga prescrizione per coloro che, dipendenti, dovranno formalmente entrare a far parte dell’ufficio stampa”. Un po’ poco effettivamente. Una considerazione che esemplifica il diffuso scontento verso una riforma dell’informazione pubblica tanto attesa quanto ancora disattesa. Concludo riportando le parole di un collega che al telefono mi ha pregato di ringraziare la Federazione per questa iniziativa, raccontandomi che già il solo questionario gli è stato utile, lo ha mostrato in occasione di un confronto con la sua amministrazione ed è servito a chiarire un po’ le idee. Da parte mia io voglio invece infine ringraziare in particolare le colleghe dell’Ufficio Stampa del Comune di Roma Maria Di Fani e Cristiana Pumpo che hanno condiviso con me l’onere di inviare e poi raccogliere i questionari. Grazie. QUESTIONARIO Sintesi delle risposte L’APPLICAZIONE DELLA LEGGE 150/2000 NEGLI UFFICI STAMPA DEI CAPOLUOGHI DI REGIONE STRUTTURA DELL’UFFICIO STAMPA: 1. L’ente dispone di un ufficio stampa ? Si 18 + 2 Comuni anche Ufficio Stampa del Consiglio Comunale No 2 2. Se sì, da prima o dopo l’approvazione della legge 150/2000? Prima 17 Dopo 1 3. E’ inserito nella pianta organica dell’ente? Si 16 No 4 4. Quanti sono gli addetti stampa previsti nella pianta organica? da 2 a 18 5. Quante persone svolgono complessivamente attività giornalistica nell’Ufficio stampa? da 1 a 27 6. Chi lavora nell’Ufficio stampa?* a) Esclusivamente personale interno (dipendente a tempo indeterminato) in 7 comuni b) Personale in parte interno e in parte esterno in 8 comuni c) Solo personale esterno in 4 comuni 7. Gli assessorati hanno Addetti Stampa? * Si 4 No 15 8. Se sì, gli addetti stampa degli assessorati sono: a) Esclusivamente personale interno (dipendente a tempo indeterminato) 0 b) Personale in parte interno e in parte esterno in 2 comuni c) Solo personale esterno in 2 comuni 9. Tipo di contratto: * a) Giornalistico A tempo indeterminato in 2 comuni A tempo determinato in 2 comuni b) Pubblico impiego in 13 comuni c) Consulenze in 8 comuni 10. Tipo di qualifica: * a) Capo Ufficio stampa in 7 comuni b) Addetto stampa in 11 comuni c) Dirigenti in 7 comuni d) Amministrativi in 10 comuni 11. Iscrizione al Sindacato dei giornalisti dell’Ufficio stampa. Iscritti al Sindacato dei Giornalisti? 15 comuni 12. Iscrizione Inpgi e Casagit: a) Contratti che prevedono i contributi all’Inpgi? Sì in 15 comuni + 3 comuni con solo Inpgi 2 b) L’ente ha regolarizzato il passaggio dall’Ipdap all’Inpgi dei giornalisti con contratto amministrativo? Si in 13 comuni No in 3 comuni c) Contratti che prevedono la Casagit? Sì in 5 comuni 13. L’ Ufficio Comunicazione è distinto dall’Ufficio Stampa? Sì in 14 comuni No in 6 comuni 14. C’è un Portavoce distinto dall’UfficioStampa? Si in 11 comuni No in 9 comuni ATTIVITA’ DELL’UFFICIO STAMPA: 15. Quali di queste attività svolge il vostro Ufficio Stampa? * a) Rapporti con media in 20 comuni b) Rassegna Stampa in 15 comuni c) Redazione giornali (anche on line) dell’Ente in 18 comuni d) Servizi Radio in 3 comuni e) Servizi Video in 6 comuni f) Bollettini interni in 8 comuni g) Sito Internet in 16 comuni h) Sms in 9 comuni i) Televideo in 7 comuni j) Redazione brochure dell’Ente in 14 comuni k) Altro: manifesti, organizzare eventi, campagne di comunicazione, comunicazione interna * Nota bene: la somma delle risposte in alcuni casi è minore di venti perché alcuni comuni non hanno risposto alle domande, oppure maggiore di venti perché sono state contrassegnate più voci contemporaneamente. PROBLEMI evidenziati: - di natura contrattuale; - in particolare, la mancanza del contratto giornalistico che: a) limita l’autonomia dell’Ufficio Stampa b) implica una serie di problemi da un punto di vista organizzativo, sia come orari che dal punto di vista economico. Lo straordinario che si fa per seguire le tante iniziative dell’amministrazione non viene quasi mai corrisposto per l’esiguità dei fondi in bilancio; - il mancato inquadramento in fascia D di alcuni colleghi; - i contributi previdenziali sono versati all’Inpdap invece che all’Inpgi; - non riusciamo a ‘chiudere’ sulla Casagit; - assurdità di un contratto enti locali e una previdenza Inpgi; - alcuni servizi, ad esempio musei e polizia municipale, hanno pure addetti stampa o addetti alle relazioni esterne, tra il personale interno oppure qualche volta con esterni, che spesso non sono riconosciuti e spesso non sono neppure ricoperti da giornalisti; - mancanza del Portavoce; - alcune delle funzioni ritenute del Portavoce sono statei impropriamente trasferite all’ufficio stampa; - rassegna stampa e siti internet esternalizzati con pessimi risultati; - l’ufficio stampa, pur distinto, sotto la Comunicazione invece che parte integrante del Gabinetto del Sindaco; - spiccata tendenza dei responsabili della Comunicazione al controllo dell’Ufficio Stampa; - Far capire che l’attività dell’ufficio stampa è fatta da giornalisti e non da portaborse; - Scarsa sensibilità ai problemi, differenti da tutti gli altri, del personale dell’Ufficio Stampa; - Scarsa attenzione oppure freno o sospetto da parte degli amministratori e dei sindacati confederali, solo recentemente forse un po’ più attenti. ALTRE OSSERVAZIONI PERVENUTE: - aiuta molto la separazione chiara fra ufficio stampa e ufficio comunicazione; - rapporto con l’Urp. Il sito e il televideo del Comune sono gestiti insieme all’URP e un giornalino, con informazioni minime, viene curato direttamente dall’Urp e distribuito al pubblico solo all’interno del Comune; - i servizi video li svolge occasionalmente un Ufficio Immagini; - il sito internet è gestito in convenzione da una società esterna a cui l’Ufficio Stampa conferisce solo i comunicati per una sezione speciale del sito; - apporti parziali e occasionali alla redazione di brochure dell’Ente realizzati da altri uffici o da esterni.

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