Tredici realtà pavesi (tra associazioni, librerie, locali, scuole) da martedì 29 settembre a venerdì 2 ottobre, ospiteranno alcuni scatti di Andy Rocchelli, il fotoreporter di Pavia ucciso a 30 anni il 24 maggio 2014 nelle vicinanze della città di Sloviansk, in Ucraina, mentre documentava le condizioni dei civili intrappolati nel conflitto del Donbass. Con questa "mostra diffusa" sul territorio l'associazione Volpi Scapigliate, nata per raccogliere l'eredità morale di Rocchelli e per divulgare la conoscenza del suo lavoro e di quello del fotoreporter, ha voluto ricordare l'amico.
«L'obiettivo di questa iniziativa è quello di far conoscere Andy e il suo lavoro – dice Roberto Ferrari, presidente dell'associazione – grazie al quale tanti hanno potuto apprendere ciò che accadeva in diverse aree del mondo. L'operato dei fotoreporter è essenziale, perché spesso permette di dare voce a chi non ne ha. Ed è fuori strada chi pensa che esistano luoghi troppo pericolosi o posti sbagliati in cui impegnarsi per testimoniare la realtà dei fatti».
La scelta della data di inizio della mostra non è casuale: martedì 29 settembre avrà infatti inizio a Milano il processo d'appello che vede imputato Vitaly Markiv, un sergente della Guardia nazionale ucraina condannato a 24 anni in primo grado, per aver avuto un ruolo determinante nell'attacco teso a Andy Rocchelli e che ha visto anche l'uccisione dell'amico, interprete e attivista dei diritti umani, Andrei Mironov e il ferimento di William Roguelon.
«Andy avrebbe compiuto quest'anno 37 anni – prosegue Ferrari –: poter mostrare alla cittadinanza le sue fotografie, è un regalo per tutti e soprattutto per Pavia». (Ansa)