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Associazioni 18 Lug 2006

Anche nelle Marche, come a livello nazionale, il mercato del lavoro giornalistico non gode buona salute Una ricerca del Sigim

"Il giornalismo marchigiano non brilla per vivacità ed è anzi in piena stagnazione. Alla lieve diminuzione dei posti di lavoro dipendente a tempo indeterminato non corrisponde un'eguale crescita dei posti di lavoro a tempo determinato, a dimostrazione che gli editori hanno abdicato al loro ruolo e non hanno alcuna intenzione di investire a dispetto degli ampli spazi di flessibilità garantiti dalla normativa vigente

"Il giornalismo marchigiano non brilla per vivacità ed è anzi in piena stagnazione. Alla lieve diminuzione dei posti di lavoro dipendente a tempo indeterminato non corrisponde un'eguale crescita dei posti di lavoro a tempo determinato, a dimostrazione che gli editori hanno abdicato al loro ruolo e non hanno alcuna intenzione di investire a dispetto degli ampli spazi di flessibilità garantiti dalla normativa vigente

Prova ulteriore ne sia che la vasta area di fragilità costituita da colleghi altamente professionalizzati, che hanno cambiato lavoro o sono da anni iscritti alle liste di disoccupazione, negli ultimi 12 mesi non è stata minimamente interessata da fenomeni di riassorbimento. Dilagano invece disoccupazione, inoccupazione e precariato anche sotto forma di lavoro autonomo, indipendente solo in teoria, subordinato invece a tutti gli effetti a dispetto di retribuzioni talvolta offensive". E' questa la sintesi della ricerca "Giornalisti marchigiani - Il mercato del lavoro giornalistico delle Marche", presentata ieri mattina ad Ancona nella rinnovata sede del Sigim, alla presenza del segretario generale aggiunto della Fnsi, Giovanni Rossi, e di una folta rappresentanza di colleghi provenienti da tutta la regione. La ricerca, realizzata per il periodico sindacale "Il Sommario" dal vicecaporedattore del Carlino, Giovanni Rossi, consigliere Sigim e membro della Commissione nazionale contratto Fnsi-Fieg (nonché omonimo del segretario generale aggiunto), fotografa in 27 pagine fitte di cifre, statistiche, commenti e critiche la situazione del comparto giornalistico marchigiano all'1 maggio 2006 raffrontata con quella dell'1 maggio 2005. "E' la prima volta in Italia che un'Associazione regionale di stampa realizza un'inchiesta così sofisticata sul mercato del lavoro regionale e sui suoi protagonisti" annuncia il segretario del Sigim, Giovanni Giacomini. "Una svolta sul piano culturale e un'importante prova di trasparenza". "Da oggi" spiega Giovanni Rossi, estensore della ricerca "tutti i colleghi avranno a disposizione un prezioso strumento di lettura della realtà editoriale, al di fuori di ogni soggettività ed emotività". "Mi complimento con il Sigim per la qualità del lavoro svolto e della scommessa in atto" commenta il segretario generale aggiunto della Fnsi, Giovanni Rossi. "E mi auguro che questa ricerca-pilota, visti i trend che accerta e prefigura, sia oggetto di adeguata analisi anche da parte del Coordinamento degli enti di categoria. Perché solo conoscendo a fondo i problemi, sarà possibile trovare adeguate risposte sindacali alle sfide future. Il contratto Fnsi-Fieg, scaduto da oltre 500 giorni, fa da sfondo a questa lodevole assunzione di responsabilità che parte dalla periferia e invita ad analoghi sforzi di riflessione". Già il titolo della ricerca sottolinea l'impossibilità di sovrapporre perfettamente il destino dei giornalisti marchigiani al bacino regionale del lavoro che per la gran parte li ha partoriti. "Per loro fortuna i giornalisti marchigiani se la passano meglio del mercato del lavoro giornalistico delle Marche" spiega l'estensore della ricerca. "Su 346 giornalisti marchigiani dipendenti ben 103 operano infatti in altre regioni, soprattutto in Lazio e Lombardia". Aggiungendo a questi 103 professionisti e praticanti anche i 42 free lance con base operativa fuori regione e detraendo i 13 colleghi non marchigiani - per nascita e appartenenza ordinistica - attualmente in servizio dipendente nelle Marche, si ottiene un saldo positivo di 132 posizioni, pari al 91% dell'interscambio lavorativo giornalistico tra le Marche e il resto d'Italia e del mondo (incluso un significativo drappello di 7-8 colleghi impegnati all'estero). "Un imponente flusso migratorio di colleghi" considera Rossi. "Ma se a ispirarlo in passato erano principalmente ambizione e qualità professionale, in futuro la fuga dalle Marche potrebbe diventare strada obbligata e senza ritorno: l'unica via di salvezza per uscire da un mercato del lavoro asfittico, colpito da evidenti deficit dimensionali e decisionali, visto che nessun grande gruppo editoriale presente nelle Marche ha il suo cuore pulsante in regione". Quattro gli strumenti d'indagine utilizzati nella ricerca: PIM (perimetro dell'informazione marchigiana - composto da 12 lati divisi in quattro distinti settori), RTC (rilevazione tempo dei contratti), RIC (rilevazione inquadramento contrattuale), RAG (rilevazione area geografica dell'impiego). Quindici le aree settoriali esaminate - dai quotidiani alla piccola emittenza, dalla free press agli uffici stampa pubblici -, molteplici i fronti di criticità evidenziati (a partire da illegalità e "abusivato" redazionale). Nelle Marche operano oggi 1941 giornalisti (+ 2,1%, erano 1901 un anno fa). I dipendenti sono 346 (-0,8%%, nel 2005 erano 349); i disoccupati totali o parziali o diversamente rioccupati al di fuori del giornalismo o anche free lance per necessità sono 53 (come l'anno scorso - ma con piccolo turn over interno a questa specifica area di fragilità); i lavoratori non dipendenti (autonomi o parasubordinati) censiti dalla ricerca Sigim sono 742 (55 professionisti, 40 praticanti iscritti alle scuole di giornalismo, 465 pubblicisti con attività quotidiana o continuativa, 155 aspiranti giornalisti con contratto a progetto, 16 stagisti: + 4,8% in totale rispetto al 2005); i pensionati Inpgi sono 50 e i pubblicisti in parziale o totale inattività circa 750 (come testimoniato anche dall'altissima evasione dall'obbligo di contribuzione previdenziale all'Inpgi 2 cui non risulta assicurato - misteri regionali - oltre il 70% dei pubblicisti marchigiani). I rapporti di lavoro a tempo indeterminato sono scesi da 302 a 295 (-2,4%), a fronte di appena 4 nuovi posti a tempo determinato, da 47 a 51 (+ 8,7%). Il contratto più forte resta quello Fnsi-Fieg che tuttavia perde 8 unità scendendo da 262 a 254 posizioni (-3%). Stabile il contratto AerAnti-Corallo della piccola emittenza radiotelevisiva (22 unità), aumenta di 5 unità (+12,5%) il settore uffici stampa pubblici (da 40 a 45 posti), mentre fermo a quota 25 è il numero dei colleghi inquadrati con altri contratti di lavoro (generalmente negli uffici stampa di enti privati o associazioni di categoria). Cresce invece del 4,8% il lavoro autonomo ma principalmente nelle fasce di reddito più basso con retribuzioni anche lesive della dignità delle persone e dello stesso concetto di lavoro. "Oggi un giornalista professionista free-lance, chiamato a uno spiccato dinamismo lavorativo e intellettuale, spesso guadagna meno di 800 euro al mese. Retribuzioni che persino colf e badanti ritengono ormai insostenibili" commentano il consigliere Sigim, Giovanni Rossi, e il segretario regionale Giovanni Giacomini. Auspicando che le condizioni del mercato possano presto cambiare e che le prospettive di occupazione si moltiplichino nel giro di un biennio "grazie all'apertura di una stagione di selezioni concorsuali negli uffici stampa della pubblica amministrazione marchigiana" (solo 5 Comuni su 246 sono perfettamente in regola), in ottemperanza a quanto disposto dalla legge 150/2000. "Lo chiedono i giornalisti, ma anche i cittadini-lettori, desiderosi di un'informazione pubblica trasparente e meno asservita alla politica" affermano all'unisono Rossi e Giacobini. Che promettono di portare la ricerca all'attenzione dell'opinione pubblica con altri incontri a tema: "Una regione come le Marche, che si proclama evoluta e votata al progresso, non può non considerare tra gli elementi del suo sviluppo anche la presenza di un'informazione giornalistica all'altezza delle sfide proposte dalla contemporaneità", è la riflessione che il Sigim consegna agli atti della giornata sottolineando il valore assoluto - non trattabile - di un'informazione libera, autonoma ed equamente retribuita. NOTA: La ricerca integrale è disponibile sul sito www.sigim.it o può essere richiesta all'indirizzo segreteria@sigim.it.

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