Sono 438 gli atti intimidatori, di minaccia e violenza rivolti nel 2021 contro sindaci, assessori, consiglieri comunali e municipali, amministratori regionali, dipendenti della Pubblica amministrazione, registrati dall'associazione Avviso Pubblico e riassunti nell'XI Rapporto 'Amministratori sotto tiro', presentato giovedì 7 luglio 2022.
Il 2021 è stato il secondo anno consecutivo a far segnare una flessione negli atti intimidatori su scala nazionale: -6% rispetto al 2020, quando gli episodi furono 465. In calo anche il numero dei Comuni interessati (-5%, da 280 a 265). I sindaci sono gli amministratori i più bersagliati. I Comuni più piccoli i più colpiti. Un gran numero di intimidazioni è legato a proteste e agitazioni dovute alla pandemia da Covid-19.
Atti intimidatori sono stati censiti in tutte le regioni italiane, eccetto la Valle D'Aosta. Mentre continua a crescere – evidenziano i promotori dello studio – l'incidenza dei casi al Centro-Nord, giunta nel 2021 al 45,5% del totale.
La Campania si conferma la regione in cui sono state registrate il maggior numero di intimidazioni (72 casi), pur con un calo del 15% rispetto al 2020. Seguono Sicilia e Calabria, con 51 e 45 casi. Al quarto posto la Lombardia, che con 43 episodi supera la Puglia (41), confermandosi il territorio più colpito dell'area Centro-Nord. Anche nel 2021 il territorio provinciale più colpito si conferma Napoli, con 45 casi. Seguono Reggio Calabria (20) e Cosenza (19).
Moderati dal giornalista del quotidiano Domani, Giovanni Tizian, a presentare i dati sono stati Roberto Montà, presidente di Avviso Pubblico e Claudio Forleo, responsabile dell'Osservatorio Parlamentare di Avviso e curatore del Rapporto. All'iniziativa anche la ministra dell'Interno, Luciana Lamorgese.
«Ogni atto di intimidazione contro un amministratore è la negazione dei principi democratici che stanno alla base delle istituzioni», ha osservato la ministra, che ha esortato a «non sottovalutare mai nessun atto intimidatorio» e messo in evidenza il «rapporto tra intimidazioni e clima di odio verbale alimentato da alcuni social network: esacerbare i toni della politica in rete – ha ammonito – può avere conseguenze pericolose anche fuori dalla rete».
Da qui l'appello a «lavorare insieme per prevenire e contrastare il fenomeno, a partire dalle radici remote di questa deriva antidemocratica. Un compito che vede in prima linea il ministero dell'Interno», ha ricordato, ribadendo in chiusura «la vicinanza e l'impegno dello Stato a non far sentire sole le vittime di minacce».
Il 20% dei 438 casi censiti da Avviso Pubblico nel 2021, inoltre, sono avvenuti in Comuni che in un passato più o meno recente sono stati sciolti per infiltrazioni mafiose, il dato più alto mai registrato nelle undici edizioni del Rapporto.
Particolare attenzione viene rivolta anche nel Rapporto ai social network, che nel 2021 sono stati il mezzo più utilizzato per intimidire, minacciare e diffamare gli amministratori locali (21,7% dei casi totali), seguiti da lettere/volantini/messaggi (19,1%) e da incendi e aggressioni (12,8% per ciascuna tipologia). Anche se, analizzando i contesti territoriali, si conferma una netta diversificazione nelle tipologie di minacce utilizzate fra Nord e Sud del Paese.
Dati che ricordano da vicino quelli diffusi dal Centro di Coordinamento delle attività di monitoraggio, analisi e scambio permanente di informazioni sul fenomeno degli atti intimidatori nei confronti dei giornalisti istituito dal ministero dell'Interno con Fnsi e Ordine.
PER APPROFONDIRE
Il Rapporto 2021 di Avviso Pubblico "Amministratori sotto tiro" è allegato di seguito.