L'appello lanciato il 2 settembre da Articolo 21, Federazione nazionale della stampa italiana, Amnesty, Usigrai e tante altre organizzazioni scese in piazza per chiedere lo stop ai bombardamenti su Aleppo, la creazione di corridoi umanitari e un'attenzione costante dei media sul conflitto siriano ha portato anche oggi i giornalisti italiani in piazza accanto a Unicef.
Le associazioni si sono mobilitate per lanciare un “Aleppo Day” che, come chiesto da Andrea Iacomini, portavoce di Unicef, spostasse il dibattito mediatico, concentrato per lo più su governo e legge elettorale, sulla Siria e sull'assedio della seconda città del Paese, che conta decine di migliaia di vittime e altrettanti civili ancora bloccati nei quartieri controllati dai ribelli e senza protezione.
Alla piena e consapevole adesione a questa giornata dedicata a informare, raccontare e sensibilizzare l'opinione pubblica sulla condizione dei bambini di Aleppo e di tutti i siriani colpiti dalla guerra - metà della popolazione della Siria non ha più una casa e in 470mila hanno perso la vita - si è affiancata oggi la ferma volontà di tornare a “illuminare” il conflitto.
«Abbiamo tentato di arginare l'indifferenza dei media mainstream, che hanno ridotto l'attenzione sulla tragedia siriana ogni giorno di più, denunciando che non bastava indignarsi per la foto dell'ultimo bimbo vittima della guerra, che fosse morto su una spiaggia turca o salvo e inconsapevole sul seggiolino di un'ambulanza in Siria», hanno spiegato i rappresentanti dei giornalisti italiani presenti in piazza del Popolo a Roma.
«Ogni giorno – ha ribadito Antonella Napoli, alla manifestazione in rappresentanza di Articolo 21 – dovrebbe esserci spazio per l'informazione su quanto avviene in queste realtà troppo spesso ignorate. Impegno che per Articolo 21 e Fnsi è e resta una priorità».